Recensione: Insurgent [Compilation]

Band: Dew-Scented

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Anno: 2013

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60

In venti anni le cose cambiano alla grande… solitamente. Non è il caso dei tedeschi Dew-Scented, band che, al tempo che fu, s’impose sul mercato con uno stile particolarmente apprezzato. Stile che ancora oggi, con grande coerenza, il quartetto ripropone di release in release. Si trattava dei uno dei primi ‘esperimenti’ di fusione del death-thrash metal, ma non fedelmente conforme alle varie correnti che si andavano sviluppando in Scandinavia, fatta eccezione per qualche fedele riferimento ai primissimi At The Gates. I Dew-Scented avevano comunque quel piglio di persolità e di sano campanilismo che li portava a rispolverare con orgoglio la ferocia della storia della musica estrema teutonica di fine anni Ottanta. Le idee messe in pratica, che quindi hanno poi sintetizzato la loro produzione, vagavano tra molteplici derivazioni, ma il risultato non era configurabile né nel technical death metal, né nel melodic death metal, né nel post-thrash così come altresì accadeva in giro per l’Europa. Il gruppo non ha mai tagliato il cordone ombelicale che, fin dai primi brani, li legava geneticamente al thrash metal.
Resta il fatto che, al di là delle etichette, spesso fuorvianti, i nostri, capitanati da sempre dal cantante Leif Jensen, hanno saputo scrivere il loro nome nella storia della musica metal ‘estrema’. E non è nemmeno escluso, ci permettiamo di ipotizzare, che mostri sacri del calibro di Darkane, Gojira, Hatepshere e altri, abbiamo in parte considerato, in sede di songwriting, le idee dei Dew-Scented.
Quale occasione migliore, allora, sopratutto data la penuria di vendite odierne, se non quella di dar vita ad una compilation eterogenea per contenuti a glorificazione di questi quattro lustri spesi tra sale prove e stage?
Nasce quindi “Insurgent”, summa di quanto di meglio possa rappresentare lo stile e l’attitudine del gruppo. Sono diciannove i brani presenti in questa compilation. Ascolterete nel complesso: tre brani inediti (cover degli Incubus compresa), (nello specifico i primi tre di tracklist), sei pezzi dal vivo registrati nel corso del 2012 (anno in cui s’è festeggiato il ventennale – la band è nata infatti nel 1992) nonché le bonus track contenute nelle edizioni limtiate delle due precedenti release “Icarus” (2012) ed in “Invocation” del 2010. Ben poco viene aggiunto alla sostanza di quello che la band ha dimostrato di saper fare fino ad oggi, anche perché i due inediti non sono davvero nulla di speciale, quasi sicuramente B-Side delle ultime release. Tantomeno i pezzi live hanno la religiosa epicità in stile “Live After Death” o l’importanza storica di un “Live Shit: Binge & Purge”. Il tutto si riduce ad una serie di brani suonati dal vivo (bene) come avrebbe potuto fare una qualunque band dotata di un minimo d’esperienza ed abilità.
Ben poco altro da dire. Onore quindi ad una grandissima band per il raggiungimento di venti anni di carriera. Ma c’è un ma… dato il traguardo così importante, i Nostri avrebbero potuto prevedere un cofanetto di più alto livello qualitativo…
Se proprio avete piacere a completare la vostra Cd-Grafia con questo prodotto, convergete pure nelle release parallele che Metal Blade Records ha previsto. Si tratta di quella in ‘digital download’ (almeno risparmiate qualcosa per una birra da bere alla loro salute!) e di quella, sicuramente più ricercata ed esclusiva, in vinile 10″, versione che contiene i soli primi tre pezzi di tracklist.

Nicola Furlan

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