Recensione: Interlude
«Interlude non è il nuovo album degli Artifact, è una collezione di canzoni scritte poco dopo la pubblicazione di “My Spirit Is Here”. Il tempo passa, gli Artifact sono cambiati, e così la loro musica, quindi consideriamo questo cd come un ipotetico ponte: dal passato al presente. Prendetelo per quello che è, speriamo vi possa piacere.»
Senza questa premessa avrei incontrato parecchie difficoltà a valutare Interlude, una raccolta di tre pezzi molto altalenanti sia come qualità che come stile. In poco più di quindici minuti, il gruppo si muove nei più disparati territori, rendendo difficile il reperimento di una possibile linea guida. A livello di demo, azzardare una simile mossa è un tentativo che francamente mi lascia perplesso, perchè, nonostante le premesse, non può che offrire un’immagine traballante del gruppo. Peccato davvero, viste alcune buone intuizioni che andrebbero decisamente sviluppate.
Ne troviamo nell’iniziale “Whispering Shadows“, brano più convincente del lotto. Come atmosfere siamo vicini allo stupendo Fist Spell dei Gehenna, anche se non mancano più velati accenni alle melodie di A Canorous Quintet e simili. L’asse compositivo vaga tra il marcato spirito Black delle atmosfere e passaggi tipicamente Death. Sarà quest’ultimo a prevalere nettamente nelle successive due tracce, anche se in modo anomalo. Ossessionati forse dalla ricerca di uno stile proprio, i nostri passano infatti da facili melodie care alla scena finlandese, per poi andare a invadere terreni più vicini alla scuola di Gothenburg, per risolvere infine su un approccio più asciutto e classico.
E’ interessante l’intermezzo acustico di “Pure Rapture Jigsaw“, ma gli altri passaggi, nonostante la pressante ricerca melodica, a volte non convincono. Una strutturazione più coerente avrebbe certo regalato qualche punticino alla performance.
Troppa severità forse, perchè i nostri mostrano un’innegabile voglia di proporre qualcosa di nuovo, e a tratti ci riescono. Anche a livello sonoro, sembra costante la ricerca di soluzioni alternative e dinamiche. Quello che proprio rivedrei è la strutturazione dei pezzi, che a volte sembra sfiorare l’aleatorio, e la ricerca di una maggiore identità: nel raccogliere mille influenze, a volte il sound degli Artifact diventa veramente troppo confusionario e indefinibile. Anche il cantato di Greg mi lascia incerto su certi timbri, nonostante ne abbia ammirato la versatilità e la continua modulazione alla ricerca della migliore soluzione.
Insomma, un lavoro che va preso per quello che è. Mettere le mani avanti sul tipo di contenuti non basta a tener lontani alcuni dubbi, ma questo non significa che la proposta non sia da considerare. Anzi, per certi versi la band rimane un enigma interessante: sono infatti curioso di sapere dove li porterà in futuro la loro vena compositiva. Nel frattempo consiglio l’ascolto di Interlude ai più curiosi, purchè non si aspettino un lavoro completo e coerente.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Whispering Shadows
02. Ophelia In Hiding
03. Pure Rapture Jigsaw
Line up
Greg – voce
Fausto – chitarra
Willy – chitarra
Luca – basso
Morgan – batteria
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