Recensione: Into The Light
La Nuclear Blast, celebre etichetta discografica nata in Donzdorf (Germania) nell’ormai lontanissimo millenovecentottantasette, festeggia i vent’anni di onorata carriera promuovendo e pubblicando quello che può e deve essere definito “progetto ambizioso”: una doppia metal opera in grado di soddisfare le esigenze di diverse categorie di sostenitori del metallo pesante. Un gradito regalo (a pagamento, chiariamo subito) a tutti coloro che rimpinguano le casse della potenza teutonica privandosi dei sudati risparmi.
La prima delle due temerarie produzioni, quella che stiamo per esaminare, si intitola Into The Light, si compone di due dischi (uno è un bonus disc) ed è indirizzata principalmente agli amanti del filone meno estremo, power metal ed heavy metal: tutti gli altri possono accomodarsi in sala d’attesa e prepararsi per la release di Out Of The Dark, prevista per luglio 2007.
Torniamo a noi e alla nostra Metal Opera.
L’idea primordiale, poi realizzata con successo, era quella di contattare dieci vocalist in seno alla Nuclear Blast e affidare ad ognuno di loro un brano inedito, creato e sviluppato da un artista che potesse fungere da collante e seguirli passo dopo passo, per un totale di dieci nuovi pezzi.
La scelta è ricaduta sul chitarrista dei Rage, Victor Smolski che si è occupato della “selezione” dei cantanti (d’accordo coi ragazzi della Nuclear Blast), del songwriting, delle registrazioni e più in generale della produzione del disco lavorando nello studio personale con gli stessi ingegneri che si dedicano, ordinariamente, ai Rage. Andiamo a scoprire nel dettaglio nomi, cognomi e, certamente, la musica di Into The Light.
CD1 – INTO THE LIGHT
Avete mai provato ad immaginare i Rage con un cantante diverso da Peavy Wagner? Si o No?
Beh, Into The Light è a tutti gli effetti un disco dei Rage, “addolcito” da millimetriche modifiche studiate e realizzate per esaltare le caratteristiche degli ospiti di lusso. L’energia e la potenza del suono di Smolski sono proprietà che, è bene far notare, restano immutate.
Tobias Sammet (Edguy), in forma mondiale, attraversa per primo la passerella vip e registra i celebri acuti nel pezzo più bello del disco, Dirty Wings, sul quale Smolski “brucia” la chitarra elettrica con una plettrata alternata da guitar hero consumato. Assoli e ritornello da premio Oscar, distorsioni alla Zakk Wylde.
Il secondo, Terrified, è un brano dei Rage, indiscutibile. Peavy Wagner si destreggia su una composizione che si affaccia sui rilievi di matrice thrash metal: secondo pezzo, secondo centro.
E’ Tony Kakko (Sonata Arctica) il prescelto di Ruling The World, brano diretto e intenso che non si eleva per una prestazione vocale da applausi; la voce di Kakko è spesso coperta dagli altri strumenti ma, più in generale, sembra non adattarsi al sound roccioso del disco.
L’abilità strumentale e la disciplinata creatività di Victor Smolski sono doti confermate nel variegato terzetto centrale. L’inquietante mezzo tempo Death Is Alive (Mats Levén – ex Therion) è seguito da un brano “pure thrash metal”, Bloodsucker (Schmier – Destruction), a sua volta sostituito dalla traccia più evocativa del disco: Slaves To The Desert cantata dall’intramontabile Hansi Kürsch (Blind Guardian).
Scocca l’ora di Andi Deris (Helloween) e Smolski deve fare gli straordinari per rapportare l’ottima A Perfect Day sulle valide coordinate, operazione perfettamente riuscita per un brano melodioso e, perché no, helloweeniano.
Il gioco funziona meno quando si tratta di dover piazzare un capitolo riflessivo nella scaletta, Eternally (Oddleif Stensland – Communic), infatti, non decolla come dovrebbe ma ci pensa Marco Hietala (Nightwish) a pareggiare i conti sulla bellissima Inner Sanctuary, indirizzata nel verso giusto da un azzeccato riff neoclassico e dalle complesse tessiture strumentali.
Poteva mancare Tarja Turunen, oggetto, nell’ultimo anno, di snervanti e tediosi (per lei e per noi) gossip dopo lo split coi Nightwish?
Certo che no, e la donzella non tradisce le attese, regalando emozioni da mille e una notte e valorizzando la semi-suite In The Picture; conclusione ideale per un disco da avere.
BONUS DISC
Non è tutto. La Nuclear Blast ha voluto “esagerare” offrendo ai metal-maniaci un disco bonus contenente dieci brani aggiuntivi di altrettante formazioni sotto contratto.
Si tratta, sinteticamente, di una compilation di pezzi rari, rilasciati più o meno di recente o di imminente pubblicazione: date uno sguardo alla scaletta in fondo alla recensione per farvi un’idea precisa.
Into The Light è espressamente consigliato e dedicato ai sostenitori dei Rage e a tutti coloro che apprezzano e seguono il genere, nessuno escluso. Il disco raggiunge livelli tecnici e compositivi elevati e vale tutti gli euro richiesti per l’acquisto.
La produzione? E’ curata, pulita e, se proprio volete un termine di paragone, simile a Soundchaser dei soliti Rage.
Smolski (intervista) ha eseguito un lavoro irreprensibile, presentando brani che canterete, insieme ai vostri beniamini di sempre, un giorno sì e l’altro pure.
E buon compleanno Nuclear Blast.
Gaetano Loffredo
Tracklist CD1:
01.Dirty Wings (feat. Tobias Sammet – Edguy)
02.Terrified (feat. Peter “Peavy” Wagner – Rage)
03.Ruling The World (feat. Tony Kakko – Sonata Arctica)
04.Death Is Alive (feat. Mats Levén – Therion / Krux)
05.Bloodsucker (feat. Marcel “Schmier” Schirmer – Destruction)
06.Slaves To The Desert (feat. Hansi Kürsch – Blind Guardian)
07.A Perfect Day (feat. Andi Deris – Helloween)
08.Eternally (feat. Oddleif Stensland – Communic)
09.Inner Sanctuary (feat. Marco Hietala – Nightwish / Tarot)
10.In The Picture (feat. Tarja Turunen – Ex-Nightwish)
Tracklist Bonus CD:
01.Hammerfall – Hearts on fire
02.Helloween – The madness of the crowds
03.Gotthard – El traidor (Anytime, Anywhere Spanish version)
04.After Forever – Sweet enclosure
05.Ride The Sky – New protection
06.Thunderstone – Forevermore
07.Threshold – Slipstream
08.Amorphis – The smoke
09.Candlemass – Devil seed
10.Sirenia – The other side