Recensione: Intruder
Alto mare. Eccessiva severità esclusa, quando si deve giudicare un disco che non ha convinto per niente si cerca sempre di aggrapparsi ad ogni minima definizone che accompagna il termine release giusto per evitare di sbattere al suolo chi si è impegnato nell’impresa, purtroppo qui non è solo la musica che desiste dal funzionare. Dalla decisione di utilizzare la copertina che vedete qui a lato fino alle liriche, dagli arrangiamenti alla scelta dei suoni poco personali, non posso che fermarmi a commentare di parecchio sotto la sufficienza. Ogni brano sembra essere stato scritto per diventare immortale, il risultato a mio parere sembra essere stato quello di una scarsa prova di coraggio: il gruppo non osa spostarsi di un soffio dal tentativo di imitare invano le ispirazioni principali di Iron Maiden e Queensryche sfiorando addirittura il rock’n roll, ma solo in pochissimi casi traspare qualcosa di proprietà del gruppo come ad esempio nella settima traccia. Senza dubbio il disco è ben suonato ma manca di sostanza strumentale e compositiva dall’inizio alla fine, l’impatto sonoro è apprezzabile ed in alcuni casi inebriante, peccato solo per il songwriting delle chitarre. In questo contesto niente può fare una voce in fin dei conti decente se non pronunciare parole alquanto sdolcinate, vecchia matrice.
Come avrete capito non consiglio l’acquisto, anche perchè il disco in questione fra le altre cose manca di continuità e coerenza negli obiettivi che sembra voler raggiungere nel corso di tutta la sua durata. Mi riferisco alle due mani che mi metto nei capelli quando ascolto violenti riff fondersi con improvvisi chorus la cui melodia risulta ormai sgualcita dal tempo, mi riferisco ad un pianoforte che in alcuni casi sembra ristabilire le sorti di almeno un pezzo e subito dopo scompare non per tornare ma per essere dimenticato fra i secondi in corsa. Prova che il songwriting è ciò che più conta in un buon disco metal, questo album potrebbe rappresentare la fine o la partenza verso il successo di un gruppo finalmente deciso ad utilizzare la potenza sonora e la capacitˆ tecnica per obiettivi del tutto estranei a questo disco.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. Intruder
02. Troublemaker
03. Bleed
04. Drowing
05. Dance With The Devil
06. How Does It Feel?
07. Kismet
08. Come On
09. I Don’t Love You Anymore
10. Shine On You
11. When The Lights Go Down