Recensione: Invasion + Metal
Introduzione
Quando si parla di Epic Metal il nome dei Manilla Road assume sempre un ruolo centrale e venerato, la band statunitense, nata nel 1976 a Wichita in Kansas, è divenuta negli anni una colonna portante di questo genere mostrando una personalità, uno stile e un’eleganza che solamente altri mostri sacri come Heavy Load e Cirith Ungol hanno saputo emulare. E’ molto riduttivo pensare che gruppi al centro della scena contemporanea come ManOwaR e Virgin Steele (peraltro grandissimi) vengano considerati i soli fondatori di un una cultura che invece ha radici molto più profonde e misteriose, radici che affondano nei meandri della storia del metal classico.
Cenni Storici
I Manilla Road hanno trascorso un lungo periodo “seminale” inquadrabile intorno agli anni 1977 – 1982 durante il quale realizzarono album ormai venerati come oggetti di culto. Si tratta di tre lavori, due dei quali, “Invasion” del 1980 e “Metal” del 1982, sono stati recentemente ristampati e rimasterizzati dalla Cult Metal Classics greca in questa elegante confezione completa di booklet e ampio materiale fotografico. Esisteva anche un disco “perduto” la cui incisione risaliva al 1981 e che per anni è stato omesso dalla band, il suo titolo era “Dreams Of Eschation” ed è stato recentemente pubblicato dalla Monster Records con il titolo “Mark Of The Beast”. https://www.truemetal.it/reviews.php?op=albumreview&id=2045 Tornando ai due album in questione, “Invasion” e “Metal” vennero inizialmente pubblicati in vinile tramite l’etichetta personale della band americana, la Roadster Records. La difficile reperibilità dei due platter ha contribuito molto ad alimentare il mito intorno a questi due dischi.
La formazione iniziale dei Manilla Road era composta da Mark Shelton (voce e chitarre), Scott Park (basso) e Rick Fisher (batteria). I tre si incontrarono durante il periodo del liceo, Mark Shelton, leader della band, a quel tempo era molto interessato agli studi di antropologia. Dopo la pubblicazione in vinile, i due album vennero dimenticati, e i Manilla Road subirono notevoli cambi di stile musicale e per più di dieci anni i loro primi dischi vennero poco considerati. Molti pensano ancora che “Crystal Logic” del 1983 sia il primo album dei Manilla Road, proprio per questi motivi. Nel 1993 venne realizzata una ristampa non esattamente “limpida” di “Invasion” e “Metal” su un solo Cd tramite Reborn Records, questa etichetta però venne coinvolta in grossi problemi legali. Siamo in possesso di questa ristampa e bisogna ammettere che il suo sound non è esattamente perfetto. Esiste anche una versione in dischetto ottico dei vinili originali e la situazione sonora non è molto migliore. Questo doppio Cd della Cult Metal Classics offre i due album in versione rimasterizzata, quindi con un sound migliore delle versioni precedenti, a un prezzo onesto ed il tutto viene distribuito in Italia tramite Underground Symphony e Frontiers. Sempre la Underground Symphony, tramite Heavy Metal Heroes, aveva ristampato nel 2001 il disco “The Deluge” risalente al 1986.
“Invasion” 1980
Il suono ruvido e imperfetto di questo album rappresenta probabilmente il suo miglior pregio e il suo limite artistico. I Manilla Road erano ancora una band giovane che non aveva trovato una via artistica definita ma che in qualche modo cercava di fondare un sound personale e riconoscibile. Il risultato è un disco di debutto estremamente ambizioso, giocato su composizioni articolate e coraggiose che richiedono diversi ascolti per poter essere apprezzate in pieno. La prima “The dream goes on” fonde influenze melodiche del rock progressivo degli anni settanta con strutture oscure e fluide tipiche del sound dei Manilla Road, il songwriting appare raffinato e maturo sebbene il pezzo non sia perfetto. Con le successive “Cat and mouse” e “Far side of the sun” la band americana mostra una perizia compositiva veramente invidiabile, a tratti si percepiscono chiaramente le intenzioni epiche del gruppo, ma ancora mancano gli arrangiamenti aggressivi che verranno espressi con gli album futuri. Più diretta e coinvolgente, “Street jammer” si rivela una canzone compatta ed efficace che presenta una verve orientata verso il rock oscuro, sebbene il gruppo sia in piena fase sperimentale. Questa traccia più di altre mostra nettamente il talento e il valore della musica dei Manilla Road. L’inedita “Centurian war games” rallenta il disco con il suo mood leggero, mentre con la conclusiva “The empire” la band americana riesce a trovare un equilibrio tra le atmosfere progressive care ai Led Zeppelin e il suono oscuro derivato da influenze della New Wave britannica. In conclusione “Invasion” rimane un lavoro embrionale e ancora privo della personalità dei dischi successivi, ma il suo valore artistico risiede proprio in queste caratteristiche. Per gli amanti del metal epico potrebbe rappresentare una sorta di brodo primordiale da cui prese forma il sound di una band fondamentale.
“Metal” 1981
Il terzo album dei Manilla Road intitolato “Metal” si presenta come un lavoro decisamente più maturo, questo album, in definitiva, potrebbe essere considerato come il lavoro più diretto e semplice dell’intera discografia della band. L’iniziale “Enter the warrior” mostra un appeal decisamente frontale e diretto che poteva essere apprezzato in pieno dal vivo, il gruppo punta su un riffing dai toni veloci e crescenti, le linee vocali sono ruvide e coinvolgenti come nella migliore tradizione dei Manilla Road. Breve e compatta “Defender” colpisce nel segno fin dal primo ascolto sebbene appaia incompleta e parzialmente penalizzata dalla breve durata. Il groove ritmico di “Queen of the black coast” affonda nella tradizione rock del passato ma presenta spunti veramente interessanti sotto il profilo compositivo, il pezzo è semplice ma veramente bello. La title track si presenta come una composizione ambiziosa in bilico tra strutture melodiche e arrangiamenti tipicamente epici, nuovamente si percepisce la volontà sperimentale del gruppo ma rispetto al passato le idee sembrano messe meglio a fuoco. Ottima “Out of control with rock and roll” con il suo tiro frontale sembra composta da una band della NWOBHM e appare subito come una delle migliori composizioni del disco. Ambiziosa e cambievole “Cage of mirrors” conferma in pieno la maturazione del gruppo statunitense, questa è davvero una delle migliori composizioni del primo periodo dei Manilla Road. La conclusiva “Far side of the sun” abbassa sensibilmente il tiro del disco mostrando ancora le influenze rock presenti nel songwriting del gruppo americano. Con “Metal” i Manilla Road hanno trovato il loro trademark definitivo, nel raggio di pochi mesi dalla realizzazione di questo disco sono infatti giunti alla composizione del loro capolavoro “Crystal logic”. Un album del calibro di “Metal” merita un posto di tutto rispetto nella storia dell’HM a stelle e strisce.
Conclusioni
Indubbiamente questi primi prodotti della band statunitense non possono competere con i lavori più maturi e ambiziosi concepiti negli anni successivi, il sound inconfondibile dei Manilla Road era ancora embrionale e la band concedeva ampi spazi alla sperimentazione stilistica. La classe e la personalità dei nostri emergeva nettamente sebbene questi due album richiedano ripetuti ascolti per poter essere apprezzati in pieno. Il suono oscuro e misterioso dei Manilla Road si percepiva nettamente e spesso la band si è spinta in soluzioni compositive veramente ambiziose, la lunghezza dei brani testimonia la complessità del songwriting di questi ragazzi. Per i cultori dell’epic questi due album dovrebbero essere opere note, ma questa ristampa offre anche ai meno esperti la possibilità di entrare in possesso di due opere veramente importanti nella storia del metal classico americano. I Manilla Road non hanno avuto la possibilità di far parte della scena di maggiore successo e per molti anni in Italia sono stati apprezzati da un pubblico molto ristretto diventando la cult band per antonomasia. Il recente tour al fianco dei Rosae Crucis unito all’uscita di queste ristampe possono essere elementi chiave per aumentare il seguito dei supporter italiani e finalmente tributare ai Manilla Road la giusta gloria che per troppi anni gli è stata negata.
Recensione a quattro mani a cura di Eugenio Giordano e Stefano “Steven Rich” Ricetti
Manilla Road “Invasion” 1980
1. The Dream Goes On 06:32
2. Cat And Mouse 08:19
3. Far Side Of The Sun 08:09
4. Street Jammer 05:18
5. Centurian War Games 03:41 (inedito)
6. The Empire 13:33
Total playing time 41:51
Manilla Road “Metal” 1982
1. Enter The Warrior 05:18
2. Defender 02:02
3. Queen Of The Black Coast 04:23
4. Metal 06:10
5. Out Of Control With Rock & Roll 04:15
6. Cage Of Mirrors 08:40
7. Far Side Of The Sun 04:55
Total playing time 35:43
eccovi alcuni contatti per poter trovare questa ristampa:
in Grecia:
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Sokratous 37 str
124 62 Dasos Haidariou
Athens
GREECE – HELLAS
Fax: (0030)-210/5821996
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