Recensione: Invention:Destruction
Vista ormai l’intensa nube industrial che sta ricoprendo molte nuove uscite grindcore, non poteva mancare anche in campo goregrind una band totalmente dedita a queste contaminazioni tra generi. Ma si possono combinare assieme il marciume e la violenza totale del goregrind con l’aria asettica ed i suoni tecnologici dell’industrial? A quanto pare, si, e il risultato dei
The Day Everything Became Nothing è una piccola sorpresa originale che spunta dal vasto, vastissimo panorama delle uscite gore.
Batteria lenta quasi sempre “tupatupa”, pochissimi slanci veloci, suoni perfettamente nitidi e puliti, una voce ultragutturale con pitch shifter che porta sempre allegria e riff semplici, cadenzati, ripetitivi e a loro modo orecchiabili sono le caratteristiche fondamentali di questo
Invention:Destruction. Il risultato è un suono molto simile ai Cock & Ball Torture
(probabilmente sarà il primo gruppo che vi verrà in mente ascoltando questo disco), ma costruito in un modo tale da sembrare prodotto in una catena di montaggio: molto meccanico, pulito, semplice, accompagnato però dal buon cantante
Tony Forde (già Blood Duster) che riporta il tutto nella sempreverde dimensione “fogna”, tanto cara agli amanti del genere.
Un disco da assimilare, ascolto dopo ascolto, nonostante la semplicità che regalerà dolori alla cervicale in abbondanza a forza di sbattere la testa (si, è un pregio) a chi lo saprà apprezzare, visti anche i bei riffoni groovy. Mentre chi cerca solo velocità e vagonate di blast beats molto probabilmente mollerà questo cd in una mensola a prendere polvere.
Oltre la parte strettamente musicale, c’è da segnalare lo splendido artwork (anche se piuttosto simile alla cover di
Calculating Infinity dei The Dillinger Escape Plan) e il tocco di classe dei nomi minimalisti delle tracce: una scelta veramente azzeccata e che rispecchia in modo efficace l’andamento e l’atmosfera del disco.
In fin dei conti, Invention:Destruction è un disco onesto, fresco e che di sicuro spicca dalla valanga di uscite fatte con lo stampino che riempiono la scena. Niente per cui gridare al miracolo, questo si, ma se vi piace il goregrind cadenzato stile
Gut e C.B.T. e siete così saturi di tematiche splatter da rischiare di essere assunti sulla fiducia come registi per C.S.I., i
The Day Everything Became Nothing sapranno fare la vostra felicità.
Tracklist
01. In
02. Cut
03. Burn
04. Beat
05. Press
06. Crush
07. Shock
08. Burst
09. Flay
10. Rack
11. Pierce