Recensione: Inwards

Di Matteo Bovio - 30 Novembre 2002 - 0:00
Inwards
Band: Dew Scented
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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75

Una cosa ricordo molto bene degli esordi di questa band tedesca: che la stampa li additò immediatamente come alcuni tra i migliori candidati al trono vacante degli At The Gates. Non fosse che loro, come tanti (se non tutti) gli altri, si avvicinavano solo minimamente all’essenza della musica degli dei svedesi: troppo marcatamente thrash, per poter essere accostati ad un suono come quello di Slaughter Of The Soul. E qui è subentrata l’intelligenza di questa band; avrebbero potuto accodarsi al coro dei tanti Carnal Forge, Darkane o Hatesphere (citandone 3 a caso) e darsi ad un classico Thrash svedese. E invece no! Hanno preferito seguire la scia dei padri del genere e proporci una bella mazzatona di Thrash Death che puzza terribilmente di Slayer….

Il prodotto ha assunto il nome di Inwards, e francamente credo di non sbagliare dicendo che sia stato una delle new sensations che più ha fatto parlare di sè, portando la fama di questa band a crescere esponenzialmente. In questo terzo album (sempre che la memoria non mi inganni) la melodia è quasi definitivamente bandita: ad essa si sostituiscono riff veloci e sporchi, che rifiutano fraseggi troppo elaborati e badano piuttosto all’immediatezza. Tra l’altro interviene come punto a loro favore una produzione molto tagliente, che ci regala un suono di chitarra sensazionale.

L’inizio di “Unconditional” spiega fin troppo esplicitamente dove vogliono andare a parare i nostri: proprio in questi brani si sente come il suono degli anni ’80 abbia fortemente contaminato le loro menti. In quanto ad originalità però, devo dire che si sarebbe potuto fare qualcosina in più: il prezzo che i Dew Scented pagano in tale senso è che nessuna delle tracce rimane bene impressa, e che mancano episodi di punta. Anche là dove la scuola americana e quella europea trovano punti di contatto (sto pensando per esempio a “Blueprints Of Hate”) viene meno l’impronta che marchi il suono come personale; una pecca che rende anonimo un’idea di base davvero meritevole (soprattutto considerato che ogni componente è perfettamente a proprio agio col proprio strumento).

Inwards è un lavoro da prendere con le pinze: nessuno vuole togliere nulla a questo album, e il voto lo dimostra. Però devo ammettere di essermi tenuto in eccesso: se i Dew Scented vogliono continuare a muoversi in questo campo, occorre un salto coraggioso, l’abbandono definitivo dei soliti ritriti clichè. D’accordo per i vari stop’n’go, break e stacchi spaccaossa; però in certi riff si sfiora paurosamente il plagio. Un brano come “Locked In Motion” può attirare chissà quante orecchie curiose, ai primi ascolti, ma credo che sia anche facile da dimenticare, visto che ripropone quel che il mondo metal ha già sentito centinaia di volte. Album comunque da tenere in seria considerazione.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Bitter Conflict
02. Unconditional
03. Life Ending Path
04. Inwards
05. Blueprint Of Hate
06. Locked In Motion
07. Degeneration
08. Terminal Mindstrip
09. Feeling Not
10. Reprisal

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