Recensione: Ipsa Scientia Potestas Est

Di Angelo D'Acunto - 14 Novembre 2009 - 0:00
Ipsa Scientia Potestas Est
Band: Cethegus
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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73

Il ricchissimo panorama musicale della Svezia non offre solamente una grossa quantità di gruppi (di svariati generi) capaci di imporsi in maniera netta sul mercato musicale internazionale, ma sta dimostrando anche che l’underground ha una buona schiera di band capaci, magari in futuro, di farsi conoscere anche al di fuori dei confini nazionali. Un esempio di tutto questo è rappresentato dai Cethegus, trio proveniente dal Västmanlands län, attivo dal 2007 e che arriva a registrare, già nell’anno successivo, il primo full-length autoprodotto denominato Ipsa Scientia Potestas Est.

Sludge, black, ambient, funeral doom… che dire? La proposta musicale dei Cethegus è piuttosto variegata, ma non per questo confusionaria. Difatti il combo svedese riesce a fondere sapientemente tutte le anime con quali è capaci di esprimersi senza dare alla luce un prodotto che, come succede in molti casi, sarebbe solamente da buttare. Resta comunque il fatto che il sound che ritroviamo racchiuso all’interno di Ipsa Scientia Potestas Est è tutt’altro che di facile assimilazione, colpa soprattutto delle atmosfere opprimenti ricreate all’interno di ogni singolo brano. Pezzi dove a regnare sovrana è in primis una lentezza soffocante delle partiture, dove la forma canzone è più che altro un concetto sconosciuto, distante da quelle che sono le idee messe in atto dal trio svedese. Difficile parlare di riffing delle chitarre, poiché nella maggior parte dei casi l’accordo suonato è solo uno (a volte anche due), le quali lasciano alle linee vocali strazianti il vero piacere di torturare come si deve le orecchie dell’ascoltatore.
L’inizio è affidato al colosso Disharmonins Begynnelse, sette minuti circa caratterizzati da atmosfere cupe e malsane e da un “cantato” in lingua madre che riversa sentimenti di rabbia e frustrazione. Non da meno anche la successiva Dirt On My Feet, dove l’unica eccezione è l’uso della lingua inglese, a volte più comprensibile, soprattutto nei pochi tratti in cui viene abbandonato lo screaming straziante della parte iniziale a favore di brevi accenni di melodia nelle parti di voce pulita. Sulla stessa linea anche il restante della tracklist, brani pesanti all’inverosimile, a volte anche apparentemente privi di senso, come nel caso della strumentale Current 5 e delle sue divagazioni da abuso di acidi, a tratti prive di ogni fondamento logico.

Insomma, non una semplice passeggiata. Ipsa Scientia Potestas Est non è sicuramente un disco per tutti: i neofiti possono tranquillamente passare oltre, mentre anche chi ha un po’ più familiarità con il genere di questione, dovrà comunque avere la giusta pazienza per scoprire il suo vero valore solo dopo un’attenta e lunga dose di ascolti.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Disharmonins Begynnelse
02 Dirt On My Feet
03 Inkompetensens Paradis
04 Earthbound
05 Current 5
06 My Throne Of Rotten Roots
07 Weeping Willows
08 Ensamhetens Monument

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