Recensione: Iron Storm Evocation

Di Daniele D'Adamo - 6 Settembre 2012 - 0:00
Iron Storm Evocation
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Anno: 2012
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55

Con una buona dose d’ironia (i titoli delle canzoni…) e di autoironia (i war name…), dopo un demo (“Apokalyptik Attakk”, 2004) e due EP (“Damnation’s Bringer, 2006; “Extermination Kommand, 2009), giunge sulle tavole degli italiani il primo piatto dei finlandesi Neutron Hammer. “Iron Storm Evocation”, così si chiama il disco in questione, rappresenta l’acme di una carriera iniziata nel 2003 e contraddistinta, più che dalla produzione discografica, da un gran numero di esibizioni live, a detta della label connazionale Primitive Reaction, “feroci e implacabili”.

E, così, sembra proprio, tenuto conto che “Iron Storm Evocation” suona davvero forte e potente come il martello di Thor su un’incudine d’acciaio. I Neutron Hammer non badano a perdersi in sofismi e propongono un poderoso death metal contenente tracce evidenti di black e, soprattutto, di power americano. Questi, come si sa, da intendersi come la vitaminizzazione dell’heavy metal operata nella prima metà degli anni ’80 da band quali i Fates Warning e gli Omen. Così, quello che ne esce fuori è uno stile niente affatto male, anzi piuttosto personale e carico di un’energia retrò che non guasta.

Kaosbringer e i suoi compagni di brigata pestano come dei dannati, raffigurando effettivamente l’idea abbozzata nella rozza copertina, cioè quella di un esercito di cavalieri infernali a briglia sciolta in un mondo gelido e arido, avvolto da un cielo cupo dai toni rossastri. Per raggiungere questo scopo, lo stesso Kaosbringer affronta le linee vocali con una veemente tonalità monocorde il cui ruggito prende un po’ dal growling, un po’ dallo screaming. J. Pervertor mulina la sua ascia a sei corde con furore, macinando riff semplici ma devastanti lasciando da parte ogni velleità solista. Ronitor trasforma il suo basso in una specie di rutilante rimbombo, radendo al suolo tutto ciò che incontra. P. Malediktus, infine, sostiene il tutto con un drumming bestiale, dannato, clamorosamente elementare ed esageratamente involuto.

S’inizia a comprendere, allora, che il deciso carattere posseduto dal sound del combo di Lahti è, in fondo, l’unica peculiarità che si possa trovare nel platter. Il suo suono, difatti, è troppo grezzo e primitivo. Probabilmente si tratta di un effetto voluto sì da rimarcare quest’approccio totalmente istintivo e immediato alla musica, ma il risultato effettivo è che tutto si perde in un magma sonoro caotico, incandescente e uniforme. Difficile, quindi, estrapolare qualche passaggio che svetti per attrattiva dalla sulfurea matrice di note che, come un immenso scudo metallico, copre tutto e tutti.     

Difficile, pure, riuscire a discernere qualche canzone dal ribollio di accordi primordiali e incandescenti che strutturano “Iron Storm Evocation”. Dopo un iniziale, piacevole riscontro per il devasto che i Nostri riescono a metter su, dopo qualche ora la monotonia generale prende il sopravvento e quindi giunge, inesorabile, la noia. Noia per non riuscire a cogliere i dettagli, che non ci sono, di un songwriting scontato e, obiettivamente, superato in tutti i sensi da parecchi anni di evoluzione della specie. Comunque non tutto è da buttare: si può salvare “War Fucking War” per il suo mood genuino che sa di proto-black à la Hellhammer, oppure la follia scardinatrice di “Apocalyptic Rites”. Del resto poco si può scrivere, giacché mancano gli spunti per la bisogna.

In pieno 2012 si può accettare con molta simpatia un lavoro come “Iron Storm Evocation” e un quartetto di pazzi scatenati come i Neutron Hammer. A volte prendersi troppo sul serio fa male e, presumibilmente, loro lo sanno. Tuttavia, cercando di arrivare a un giudizio obiettivo, non è possibile pensare alla sufficienza. Nemmeno risicata. Ovunque, spesso e volentieri anche in Italia, ci sono ensemble molto più meritevoli di questo, da bloccare sul mercato con un contratto discografico. Meditate, gente, meditate!  

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Sodomorgia 4:23     
2. Devastation Ritual 3:53     
3. Death Throne 2:25     
4. War Fucking War 4:37     
5. Contaminated Graves 3:55     
6. Mass Murder March 2:47     
7. Heretics Of Iron Storm 4:07     
8. Preacher Of Blasphemy 3:14     
9. Apocalyptic Rites 3:59     
10. Menstrual Mass 6:15                    
    
Durata 40 min.

Formazione:
Kaosbringer – Voce
J. Pervertor – Chitarra
Ronitor – Basso
P. Malediktus – Batteria
 

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