Recensione: Iron Will
Quarto album per i The Ferrymen, altisonante progetto del chitarrista e autore svedese Magnus Karlsson, noto soprattutto per i suoi lavori con i Primal Fear e la coppia Allen/Lande. Ad affiancarlo troviamo due nomi di spicco del mondo più tipicamente heavy: il vocalist Ronnie Romero (Lords of Black, Sunstorm, Rainbow, tra gli altri) e, alla batteria, Mike Terrana (Rage, Axel Rudi Pell e mille altri).
La proposta del trio è facilmente prevedibile: un heavy metal molto pomposo e straordinariamente melodico, appoggiato su arrangiamenti variegati perfettamente eseguiti e prodotti. Niente di nuovo, per carità, ma certamente piacevole alle orecchie mai dome del metallaro più classico.
Il disco non presenta particolari momenti di stanca e quasi tutte le canzoni si stagliano sull’orizzonte della buona qualità. Tra esse va certamente segnalata l’opener Choke Hold, forte di un chorus veramente coinvolgente. Di livello è anche la title-track, un pezzone hard-heavy dal bel groove, ottimamente sorretto dal trio, che qui dimostra tutta la propria esperienza.
Adrenaline ha una bella melodia, che la doppia cassa di Terrana trasforma in un heavy tiratissimo, mentre Dreams and Destiny è una buona ballata che si evolve in un mid-tempo valorizzato dalla prova del solito, affidabilissimo Romero.
Dust To Dust e Mind Games fanno molto Masterplan, regalando atmosfere piacevoli. Infine, You’re the Joker è una cavalcatona dal ritornello saltellante e ben dinamico.
In conclusione, Iron Will è un tipico bel disco heavy metal del 2025 e questo suo pregio è anche il suo principale limite: tutti i pezzi filano via che è un piacere, senza in vero lasciare troppo all’ascoltatore, purtroppo travolto dalla massa delle uscite che l’oggi ci offre. La penna di Magnus Karlsson è di qualità notevole e Ronnie Romero è probabilmente l’uomo giusto al posto giusto, così come Mike Terrana: e ancora ecco un pregio di Iron Will che si volge in limite. Romero fa il prezzemolino, con il risultato di appiattire un po’ i prodotti, pur diversi, cui presta la propria, straordinaria, voce. Egualmente, il drumming di Terrana ha il pregio della riconosciblità (quella doppia cassa!), ma, al contempo, tende all’omologazione di tutto quanto tocca. Insomma, se siete su queste pagine, vuol dire che l’hevay metal vi piace: e allora ascolterete volentieri Iron Will. Che poi ci torniate o meno più volte negli anni a venire, sapendolo ripescare tra mille proposte non così dissimili tra loro, è un’altra storia.
