Recensione: Isteresi

Di Giorgio Vicentini - 12 Giugno 2005 - 0:00
Isteresi
Band: Illogo
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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77

La brama di riforma è un punto cardine di una frangia rinnovatrice del metal odierno, in cerca d’una svolta innovativa per un genere che per alcuni è la fedeltà costante a sé stesso, mentre per altri una scoperta continua. Spesso la strada scelta è quella della commistione, della fusione e dell’abbattimento delle barriere, alcune volte puramente mentali o di comodo, che fanno da divisori teoricamente insormontabili tra i generi.
Il progetto Illogo fonda il suo essere proprio su questa volontà di ammodernamento o per meglio dire, di studio e approfondimento, tramite percorsi che prevedano una base di partenza dichiaratamente e storicamente debitrice al death, al black ed al grind, per poi svilupparvi soluzioni che implementino dosi di elettronica ed elementi rock. 

La band in questione, che per il sottoscritto ha le sembianze di un cantiere musicale senza paletti teorici, mette in discussione anche regole basilari del gioco come la scelta d’un logo che rappresenti un nome, condizione che nel caso dei ns. si ribalta. Infatti, il termine “Illogo” è soltanto un mezzo, la soluzione per dare un appellativo vero e proprio ad un qualcosa di non pronunciabile come il-logo che marchia ed identifica il progetto, nato nel 1995 ed alla sua terza prova su demo dal 2000 (per la cronaca la band si chiamava Grendel’s Cave).

Isteresi, ovvero quattro pezzi per 15 minuti di sperimentazione affiliata a basi metal ma non incatenata ad esse, spinta da direttive prettamente rock delle chitarre massicciamente contornate da soluzioni sonore tecnologiche, immerse in un’atmosfera densa di illogica violenza.
Basi black e grind che si fondono all’interno di strutture avvolgenti e personali, stupendamente sorrette da un lavoro di produzione impeccabile, spruzzi di violenza avvicendati all’anima alternativa già citata, lungo una vena espressiva propria volutamente bislacca ed allucinogena. Intermezzi elettronici, frammenti di suoni campionati, frequenze sonore altissime, “pulse” bassi e vibranti, cambi di tempo e strutture stranamente dissonanti ma perfettamente operanti per lo scopo; un piatto vario e studiato, interpretato da musicisti dotati di un proprio eclettismo ottimamente il linea con controtempi e riff stoppati.

Segnali sparsi: “Zymotic Zinc Grapes” – fredda e malata sinuosità schizoide; “Gravita” – il “battito” invadente e profondo di un’anima ambient; “Impulso” – spruzzi di sangue su bava da convulsioni, “elettro grind” intenso e velocissimo; “Isteresi – tuffarsi (…ripetutamente…) nella pazzia di ritmiche precisamente bislacche.

Isteresi è un demo relativamente corto, non una colpa ma semplicemente un fatto ovvio da valutare in un’ottica futura, proiettando Erik Fransson (vocals), Sergio Occhipinti (guitars) Emiliano Tidona (bass) ed il loro lavoro freddamente espressivo sulla lunghezza di un full lenght, per soppesarne le possibilità future. Fortunatamente, sono bastati quattro brani ascoltati con il dovuto interesse, per farmi cambiare radicalmente opinione riguardo al prodotto: primi ascolti straniti ed abbastanza “piatti”, con un margine di coinvolgimento relativo, successiva e graduale presa di coscienza con finale appagamento che seda ogni dubbio.

Illogo, nome nostrano da seguire nel panorama musicale meno schematico, sapendo però di correre il rischio di un’Isteresi

“… diamoci ripetutamente… attimi di niente…” 

Tracklist:
01. Zymotic Zinc Grapes
02. Gravita
03. Impulso
04. Isteresi

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