Recensione: It Comes Alive (Maids In Switzerland)
Una carriera trentennale, una dozzina di album spesso di grande valore, successi e conferme ricevuti più volte in carriera. Talvolta però, non in misura adeguata alla classe dimostrata da una delle band più efficaci ed abili nel muoversi con credibilità a ridosso di quella sottile linea di confine che intercorre tra il robusto e tradizionale heavy metal di matrice britannica ed il corposo melodic hard rock d’estrazione squisitamente statunitense.
In poche e spicciole righe, la biografia dei Pretty Maids, eccellente gruppo d’origine danese di lungo corso che, a dispetto dell’assidua militanza sulle scene, abbiamo scoperto ancora in piena forma in occasione della recente uscita dell’ottimo “Pandemonium” (2010), disco capace di ricondurre Ronnie Atkins, Ken Hammer e compagni in cima alle liste d’ascolto di numerosi appassionati del genere, nuovamente attratti dalla magica e prodigiosa alchimia assemblata in pezzi quali “INVU”, “Little Drops Of Heaven” e “It Comes At Night”.
Tutti brani non a caso, entrati a far parte dei pezzi forti del songbook targato Pretty Maids, utili nell’evidenziare i segnali di una sorta di seconda giovinezza e di una verve ritrovata dopo il periodo di appannamento intercorso ad inizio del nuovo secolo.
Un rinnovato stato di grazia artistica che viene ora sancito dalla pubblicazione di una sontuosa opera registrata dal vivo, di grande spessore contenutistico, come ovvio, per la bellezza della musica proposta, ma parimenti, di notevole rilevanza anche per la registrazione in DVD dell’intero evento. Una novità assoluta mai affrontata in precedenza nella storia della formazione di Horsens: senza dubbio, un’occasione doppiamente ghiotta per i fan italiani del quintetto, assente dai palcoscenici della penisola ormai da troppi anni.
Registrato il 1° Ottobre 2011 a Pratteln – Svizzera – nel contesto proprio del Pandemonium Tour, “It Comes Alive” è un documento decisamente adeguato per celebrare la consistenza di un ensemble di grande spessore, oltre che un omaggio davvero dovuto per i trent’anni di onorata presenza sulle scene europee.
Setlist soddisfacente e corposa nei numeri e, nemmeno a dirlo, prestazione senza sbavature da parte del gruppo, immortalato in una serata di ottima forma e vigoria scenica. Il solito pignolo, incapricciato con i propri gusti personali, avrebbe forse da ridire solo sull’assenza delle magnifiche “Wouldn’t Miss You”, “Invisible Chains” ed in generale, di qualche pezzo in più risalente al “medio” periodo, quello segnato dall’uscita di ottimi album come “Spooked”, “Scream” e “Carpe Diem”, ma tant’è, la durata sostenuta dell’esibizione, non lascia comunque spazio a particolari motivi di rammarico.
Chi c’era, assicura che i Pretty Maids, pur con qualche anno in più sulle spalle, sono ancora una vera forza della natura sulle assi del palco: solidi, compatti e guidati da un frontman di grande carisma. Tutte sensazioni che in qualche modo traspaiono anche dall’ascolto e dalla visione di questo ottimo live, registrato in modo impeccabile e confezionato altrettanto bene.
Il percorso musicale descritto in tre decadi è oltretutto, molto ben rappresentato, seppure – come detto – modellato con un maggiore occhio di riguardo verso le primissime uscite targate anni ottanta.
Al di la degli immancabili estratti dall’ultimo album, cui il tour è necessariamente connesso, fa quindi davvero piacere ascoltare con tutta la carica dell’esecuzione dal vivo, alcuni grandiosi classici come “Yellow Rain”, “Rock The House”, “Savage Heart” (con enorme coro del pubblico), “Rodeo” (grandi assolo) e qualche ricordo dei tempi remoti, risalente alle epoche del debutto “Red, Hot And Heavy”, compresa la fenomenale title track, perfetta chiusura del concerto eseguita con improvvise divagazioni purpleiane sul tema di “Smoke on The Water”.
Senza poi sfuggire, come da copione, alla leggendaria “Future World”, traccia straordinaria per impatto adrenalinico e forza d’urto che può forse assurgere al ruolo di “inno nazionale” della band nordica.
La sensazione è sempre quella di un evento festoso, orchestrato con sapienza da ottimi musicisti e da un singer dotato della giusta esperienza necessaria a sopperire all’affaticamento generato dai momenti più impegnativi, mantenendo contemporaneamente in pugno l’audience come il più navigato dei condottieri.
Un live album insomma, che garantisce ciò che promette, celebrando degnamente il trentennale di una band stupenda, spesso ingiustamente sottovalutata. Energia, grandi canzoni e soprattutto, massima godibilità d’ascolto, grazie ad un suono ben curato in fase di post produzione, nitido, intenso e potente.
Ronnie e compagni, mancano da troppi anni da queste parti.
Ad oggi, questa carenza per i fan italiani dei Maids viene un po’ lenita dalla pubblicazione di un’opera di buona qualità, all’interno della quale risulta difficile scorgere particolari difetti.
Nella speranza che, la collaborazione con una label tricolore, conduca, prima o poi, anche a qualche show appena più sotto del confine svizzero…
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Tracklist:
Disco 1
01. Pandemonium
02. I.N.V.U
03. Hell on High Heels
04. Wake up to the Real World
05. Destination Paradise
06. Another Shot of Your Love
07. Scream
08. Walk Away
09. It Comes at Night
10. Queen of Dreams
11. Savage Heart
12. Clay
Disco 2
01. Yellow Rain
02. Rock the House
03. Back to Back
04. Rodeo
05. Lovegames
06. Future World
07. Little Drops of Heaven
08. Please Don’t Leave Me
09. Red Hot and Heavy
DVD:
– Live In Pratteln – Maids In Switzerland
– Rockumentary (Interviste e filmati dal Backstage)
Line Up:
Ronnie Atkins – Voce
Ken Hammer – Chitarre
Rene Shades – Basso
Allan Tchicaja – Batteria
Morten Sandager – Tastiere