Recensione: It Will Not Come Back

Di Fabio Vellata - 24 Luglio 2011 - 0:00
It Will Not Come Back
Band: Kruk
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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76

Probabilmente in pochi, esattamente come il sottoscritto, avranno già sentito parlare dei polacchi Kruk, gruppo in circolazione da alcuni anni e giunto, non molte settimane fa, alla pubblicazione della seconda uscita discografica in un percorso musicale inaugurato nel 2001.
Un peccato davvero.
Il quintetto originario di Dabrowa Gornicza, cittadina dell’Alta Slesia, infatti, mostra una volta in più, come estro, classe e talento, possano essere patrimonio distribuito anche in zone geografiche apparentemente poco frequentate o del tutto escluse dalle consuete “rotte” musicali cui la tradizione ha abituato da sempre.

Estremamente vicini ai suoni di capisaldi della classicità Hard Rock quali Deep Purple, Rainbow, Dio ed Uriah Heep, i Kruk avranno forse un moniker che potrà suscitare qualche debole sorriso (in realtà la traduzione italiana di Kruk è “Corvo”, a quanto pare, una sorta di animale simbolo per la band), ma possiedono caratteristiche stilistiche che, una volta partita la riproduzione del cd, lasciano intendere uno spessore artistico di tutto rispetto ed allontanano qualsiasi atteggiamento ilare o scherzoso.
Brani fluidi e ben strutturati, avvolti in una drammaticità vagamente crepuscolare, esprimono un approccio che si pone in equilibrio tra momenti di buon vigore e dinamismo, filtrati con passaggi più meditati ed intrisi di passione “profondo porpora”, in un complesso che, pur senza ambire alle vette più alte raggiunte dai maestri summenzionati, convince sin dal primo impatto per la raffinatezza degli arrangiamenti ed il puro piacere d’ascolto.

Viaggiano bene e con sicurezza pressoché in ognuna delle occasioni presentate dalla scaletta i cinque polacchi, ben guidati dal dotato singer Tomasz Wisniewski, uno dei tanti epigoni del mai dimenticato Ronnie James Dio, e dal gustoso ed importante commento di hammond e tastiere, impostato dall’altrettanto abile Krzystof Walczyk. Non difetta ad ogni modo, uno spessore tecnico d’importante valore diffuso un po’ ovunque, utile nel mantenere il disco costantemente su livelli di pregevolezza strumentale d’assoluto prim’ordine.
I punti di forza del songwriting in forza al quintetto, emergono da episodi di notevole spessore ed intensità come “In A Reverie” (brano caratterizzato dalla partecipazione di Doogie White, altro frontman che sulle corde vocali affini a quelle di mr. Padavona ha costruito una nobilissima carriera), “Forever”, “Cold Wall” ed “It Will Not Come Back” (lunghissima title track dal formidabile finale psichedilco – chitarristico), canzoni in cui ben si evidenzia la ricercata amalgama tra uno stile volutamente hard rock dalla fulgida radice settantiana, ed atmosfere cariche di un enfasi passionale dal rilevante coinvolgimento emotivo.

Musicalmente piacevole, prodotto in modo sostanzialmente dignitoso (a voler essere pignoli, forse con un’accentuazione dei bassi, un pelo eccessiva) e molto curato a livello grafico, il secondo capitolo di questo notevole gruppo polacco offre poi, a margine, un altro paio di motivi di sicuro interesse.
Molto riuscita è, infatti, la cover di “The Best”, vecchio tormentone della grande Tina Turner, pezzo destinato a divenire dopo la cura profferta da Wisniewski e compagni, un sorprendente e brillante frammento di ottimo AOR “mitteleuropeo”. Ed altrettanto pregevole è infine il DVD allegato all’album: oltre cento minuti tra esibizione live in cui apprezzare il gruppo alle prese con brani propri ed alcuni omaggi ai numi tutelari Deep Purple (“Child in Time” e “Knocking At Your Back Door”) ed un breve documentario di presentazione.

Non solo ottime band prog e qualche valido esponente estremo dalle terre polacche. Ora anche qualcosa di più classico e tradizionale cerca di farsi largo nel sempre affollato panorama rock europeo, proponendosi con adeguate dosi di talento per ottenere consensi tra le fasce di ascoltatori più affascinate dai suoni seventies e dalle ambientazioni care ai sommi precursori dell’epoca.
Gli stessi Deep Purple si sono già accorti degli ottimi Kruk e della validità della loro musica, eleggendoli quale act di supporto nell’imminente data dal vivo proprio da quelle parti.

Un riconoscimento frutto sicuramente non del caso.

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Tracklist:

01. Intro
02. Now When You Cry
03. In Reverie
04. Imagination
05. Embrace Your Silence
06. Forever
07. Here On Earth
08. Cold Wall
09. Every Night
10. It Will Not Come Back
11. Simply The Best

Extra:

DVD contenente materiale live e documentaristico.

Line Up:

Tomasz Wisniewski – Voce
Piotr Brzychcy – Chitarre
Krzystof Nowak – Basso
Dariusz Nawara – Batteria
Krzystof Walczyk – Hammond / Tastiere / Synth

Doogie White – Voce su “In Reverie”

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