Recensione: IV Children Of Tomorrow

Di Fabio Vellata - 4 Settembre 2007 - 0:00
IV Children Of Tomorrow
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Anno: 2007
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Il Consortium Project, giunto con questo all’episodio numero quattro della propria esistenza, è una delle numerose creature musicali messe in pista dall’olandese Ian Parry, singer che molti ricorderanno per la lunga militanza nei seminali Elegy (rimpiazzo, mai molto ben visto, dell’insostituibile Eduard Hovinga) e per le numerose “comparsate” nei vari progetti di Mr. Arjen “Ayreon” Lucassen.

Nato nel 1999, anno della pubblicazione del debut ”Criminal & Kings”, Consortium Project costituisce, sin dagli esordi, una proposta riservata agli amanti dell’universo progressivo, ambito in cui Parry da sempre è a proprio agio, e si candida, come di consueto, al ruolo d’outsider nelle scelte degli appassionati di settore.
Non mancano certo qualità e competenza, aspetti al solito espressi ad alti livelli, così come curato in ogni sua parte appare essere il lato prettamente tecnico del prodotto.

Ciò che, come già talvolta accaduto nei precedenti episodi, latita parecchio, risiede invece nel lato puramente “passionale” della questione, a causa di una scarsissima capacità di coinvolgimento e di una originalità che potremmo definire, “a due facce”.
A tratti, pressoché inesistente, al punto tale da lasciar spazio ad ingombranti impressioni di deja-vu e ad una sgradevole sensazione di noia; forzata ed innaturale in altri frangenti, dove trovate dal sapore modernista, cozzano in modo sgraziato con il profilo e la melodia dei brani.

Inutili a tal proposito, i tanti riferimenti che Parry sembra aver portato all’interno delle canzoni, andando a comporre un ipotetico collage di influenze e richiami stilistici.
L’evidente occhieggiare degli Ayreon dell’amico Lucassen, ideale cui il nuovo Consortium Project tenta disperatamente di accostarsi, è una costante ripetuta senza soluzione di continuità, così come le aperture strumentali prettamente neoclassiche, frammiste ad improvvisi chitarroni stoppati simil-“fearfactoriani” e a sussulti elettronici dalla dubbia efficacia.
In tal modo il risultato, arricchito da molteplici influenze, ma mai baciato dalla grazia della scorrevolezza e della fuidità, raramente riesce a discostarsi da uno sterile appiattimento emotivo, compostamente encomiabile a livello formale, ma troppo spesso ottenebrato da un alone di minacciosa pesantezza (la doppietta iniziale “A Sign Of Time”, “Nowhere Fast” è alquanto indicativa) che, pur se adeguato alle tematiche dell’album – un mondo distrutto dall’inquinamento ed abbruttito dall’incoscienza umana – risulta, in ultima analisi, foriero di eccessivo tedio e di sbadigli in rapida sequenza.
Non bastano poi, un paio di pezzi riusciti a risollevare le sorti di un platter irrimediabilmente compromesso: “Let The Wind Carry You Home” e “Shadows” sembrerebbero, infatti, essere tracce di ben maggiore levatura, molto meglio assortite ed in possesso di una dose di verve e brio superiori, finalmente realizzate in modo da permettere al bravo singer olandese un pieno riscatto.
Ma è davvero troppo poco per condurre l’intero lavoro verso il successo, alimentando anzi, qualche rammarico addizionale per un livello qualitativo, decisamente importante, solo sfiorato e mai concretamente raggiunto.

Ancora una volta dunque, il Consortium Project si conferma essere un nome di secondo piano, nato con l’intenzione di raccogliere l’eredità degli osannati Elegy ma mai in grado di ottenere l’adeguato spazio nella affollata scena power / prog degli ultimi anni.
”Children Of Tomorrow” sembra inoltre rappresentare il punto più debole della catena inanellata dal 1999 ad oggi, offrendo ulteriori dubbi e perplessità sull’effettiva consistenza di un progetto da sempre incerto ed altalenante.
Il piccolo singer fiammingo, meglio farebbe forse a concentrarsi sulla carriera solista, ben avviata e sicuramente più prodiga di buoni frutti, così come ampiamente dimostrato nel bel disco d’esordio uscito nel corso del 2006.

In una sola parola: delusione.

Tracklist:

01. A Sign Of The Times
02. Nowhere Fast
03. Neverland
04. Shadows
05. Exodus
06. Made In Heaven
07. Let The Wind Carry You Home
08. Enigma
09. Mastermind
10. Path Of Destruction
11. Children Of Tomorrow
 

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