Recensione: IV – The Eerie Cold

Di Giorgio Vicentini - 26 Aprile 2005 - 0:00
IV – The Eerie Cold
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Anno: 2005
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94

Nella vita si può fare e dire quello che si vuole, si può sputare sul music business sostenendo che ci ha fo**u*i e decidere di mandare all’aria un gruppo epocale; si può anche, dopo uno sdoppiamento di personalità discutibile, firmare per una casa discografica molto importante come la Osmose Prod. e ridare vita con nuovi membri al progetto lasciato morire poco prima. Sono questioni che mi interessano? Prima di ascoltare The Eerie Cold mi infastidivano e mi irritavano pregiudicando le mie valutazioni, ora ho in mano il disco e tutto diventa relativo come non me lo sarei mai aspettato.

Sgombererei subito il campo da ogni tipo di dubbio chiarendo che possono restare soltanto i fan dell’ultimo “Angst…”, gli altri è meglio non leggano quello che sto per dire: musica oscura, cupa e mesta ma non è depressive in senso stretto. Se speravate negli Shining del passato lasciate stare, dovreste aver capito che hanno terminato il loro viaggio nel 2002; se desideravate udire certi canoni strettamente black rivolgetevi altrove, tanto più che il suonare depressivo è la moda del momento.

Tutto comincia da ciò che è stato il predecessore, dalle cose più banali come la sviluppo su sei brani con strumentale alla traccia quinta, alla ben più importante essenza di “Angst…” che lo differenziava dagli esordi, afferrandone l’aria malsana e ripulendola dalla fredda durezza dei suoni taglienti e black oriented. Un lavoro di depurazione e affinamento sonoro che eleva ad un livello superiore il disco, con una produzione qualitativamente “enorme”: suoni chiari, potenti, caldi all’occorrenza, freddi quando necessario e calibrati perfettamente, segno che tredici mesi di gestazione sono stati un cammino periglioso ma proficuo. Proprio questa sonorità riesce a far emergere tutta la creatività e le doti di esecutori precisi ed intensi dei membri, evidenziando il basso grasso ed espressivo, indispensabile per lo svilupparsi delle melodie e delle strutture, il drumming brillante e precisissimo di Hellhammer (al quale viene anche dato spazio per un soliloquio musicale), le chitarre acustiche morbide e le sorelle elettriche potenti che spesso si abbandonano ad assoli melodici quasi “blues oriented” (Eradication Of The Condition); ognuno attore sentito e personale di un teatro drammatico. Ciliegina sulla torta la prova vocale di un Kvarforth sofferente, maniacale, deviato, energico nel richiamare l’adrenalina innescando i vari riff più cattivi e duri, chiudendo il disco con un rantolo da soffocamento, degna conclusione letale d’un viaggio nella propria mesta follia.

Qual è la risposta migliore ad un mare di illazioni se non un lavoro di rilievo?
Ho aperto dicendo che non mi sarei aspettato tanto trasporto personale, visti i presupposti da farsa che aveva assunto il nome Shining, ma sento ancora adesso la tensione aumentare man mano che li ascolto e colgo le sfumature, abbracciando con piacere il nuovo spirito più raffinato e meno underground, immedesimandomi nel loro drammatico tormento.
A mio avviso, The Eerie Cold mostra una band in fase di mutamento, alla ricerca della via per slegarsi dall’etichetta black metal che va stretta a chi è precursore o ambizioso; ho anche la sensazione che il lavoro attuale sembri già parte del passato, un po’ a causa della lunga lavorazione che Kvarforth teatralmente dice averlo quasi ucciso, ma che ha sfinito anche i suoi fan.
Se a questo si aggiungono le dichiarazioni del leader che parla già di nuovi pezzi e disco ai blocchi di partenza, con una formazione teoricamente atipica (leggasi Ludvig Hvit degli Spiritual Beggars) pronta per un tour, sento chiudersi il cerchio attorno al vecchio corso e resto in attesa di nuovi sviluppi.
Per fortuna rimane la magia perversa, una devianza naturale che potrebbe esprimersi compiutamente nella disperata cantilena scritta dall’ospite Nattefrost e che recita: “Sell your soul to evil, sell your soul to death…”; un angolo di dilaniante desolazione ben oltre il senso stretto delle parole, un preziosismo a mio avviso memorabile che marchia indelebilmente questa release.

Chiacchiere a parte, io per ora mi lascio alle certezze, alla sconfortante sensazione negativa che aleggia su The Eerie Cold. Non mi stupisco nemmeno se, guardando nel buio, vedo balenare davanti ai miei occhi quella bambina in copertina, deformata e sfumata dal nuovo incubo partorito dalla mente di Kvarforth.

Tracklist:
01. I Och Med Insikt Skall Du Förgå
02. Vemodets Arkitektur
03. Någonting Är Jävligt Fel
04. Eradication Of The Condition
05. The Eerie Cold (Samvetskvalens Ridå Öppnades)
06. Claws Of Perdition

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