Recensione: Jade Hearts
L’anno scorso ha suscitato un certo interesse, tra gli appassionati di AOR, l’album di debutto delle Chasing Violets, un duo costituito da due sorelle francesi le quali si sono incamminate lungo le strade del rock seguendo le orme di Heart, Patty Smyth & Scandal, Pat Benatar, Robin Beck e di tutte le altre regine del rock melodico più classico e glorioso.
Adesso Sarah e Melissa Fontaine hanno confezionato un nuovo lavoro, con l’obiettivo di soddisfare i padiglioni auricolari dei fan delle succitate dive dell’AOR, avvalendosi della collaborazione di alcuni tra i più prestigiosi musicisti della scena: Frédéric Slama, Tommy Denander (Alice Cooper, Paul Stanley), Paul Sabu (Kidd Glove), Göran Edman (Yngwie Malmsteen), Mikael Erlandsson (Last Autumn’s Dream), Bob Harris (Axe), e vari componenti di Alien, Hardline e Lionville.
Proprio Frédéric Slama, mastermind degli AOR (progetto dal monicker inequivocabile) rappresenta il deus ex machina di “Jade Hearts” – questo il titolo del nuovo full-length – dando all’opera delle Chasing Violets la sua impronta di devoto incondizionato dei luminari di questo genere musicale, dai Toto ai Survivor, dai Foreigner ai Journey.
Il risultato è soddisfacente solo a tratti: Slama e le affascinanti sorelline Fontaine, infatti, provano ad aggiustare il tiro del sound delle Chasing Violets verso orizzonti appena un poco più hard, rendendo, a volte, più corrosivo il contributo delle chitarre, ma hanno successo solo in alcuni casi nel rendere davvero trascinanti canzoni che non riescono, nonostante le chitarre che si vorrebbero appunto graffianti, ad avvincere fino in fondo.
Le note positive: tra le tracce più interessanti si staglia Exile In Sadness, un elegante soft-rock dalle atmosfere west coast e dal chorus invitante e leggero, che mette a loro agio le voci delle Fontaine e si presenta non privo di sfumature jazzy ed ornato da un pregiato assolo di chitarra. Silent Victory, ancora, ghermisce l’ascoltatore grazie ad una melodia e ad una cadenza, condotta dal basso, particolarmente accattivanti e viranti al pop.
The Scarlet Nymph, invece, dopo un’apertura pomp si sviluppa lungo tracce arcigne disegnate dall’ascia (come pure Web Of Lies), e si distende tra riff di chitarra più ficcanti, voci femminili appena più grintose, sebbene in un contesto di arie melodiose e tempi medi, per poi chiudersi con un lungo assolo di chitarra finale.
Qualche influenza soul fa capolino timidamente sia nei vocals di A Shot In The Dark che nelle tastiere che mimano i fiati della catchy,melodica e corale Secrets In The Shadows.
I suoni di tastiere e di chitarre e le melodie ammiccanti di Halo Of Light e di The Main Attraction ci riportano, altresì, più che mai verso atmosfere e sensazioni tipicamente riconducibili agli anni Ottanta del ventesimo secolo.
Jade Heart delle francesine Chasing Violets, in definitiva, è un lavoro promettente ma che non riesce ad eguagliare in tutte le occasioni il fascino ora ruvido e sensuale ora patinato delle dee dell’AOR. La costruzione dei brani, spesso, pur tentando di virare verso suoni rock hard, o forse proprio per questo, si dimostra talvolta priva di nerbo sufficiente, come se il motore delle Chasing Violets cercasse di prendere velocità con il freno a mano sempre tirato, e risulta complessivamente un po’ monocorde negli arrangiamenti, sempre dominati dalla sei corde.
Questo non compromette, in ogni caso, i buoni auspici nei confronti di Sarah e Melissa Fontaine, che certamente nei prossimi lavori sapranno far giungere a definitiva maturazione il proprio progetto musicale, essendo in possesso sicuramente d’adeguato talento, di doti vocali e di un gusto sofisticato per la musica fatta di raffinate armonie incastonate nel suono vibrante del rock.
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