Recensione: Jailbreak
Non avrei mai pensato di poter vedere e sentire la musica dei Thin Lizzy, suonata da chi realmente ha condiviso dischi e tour con Phil Lynott, fondatore del gruppo ed uno dei più grandi Rocker che abbiano calcato le scene mondiali. Invece quella sera del 15 novembre del 2000 al Tunnel, un locale Milanese, il sogno si è reso concreto. La reunion voluta da Scott Gorham e John Sykes, accompagnati dal tastierista Darren Warthon, (che fece parte della band nell’ultimo periodo, dopo formerà i Dare), con il bassista Marco Mendoza e il batterista Tommy Aldrige a completare la line-up che girò il mondo fu una reunion chiacchierata e osteggiata che divise critica e fan, ma ebbe il gran pregio di riportare in voga la musica di un grande artista come Phil Lynott, ed il disco dal vivo che ne seguì (One Night Only), per me fu uno dei tributi più belli e sentiti (ognuno ha le sue opinioni a riguardo) fatti alla musica del gran bassista mulatto ma Irlandese di nascita (il padre era Brasiliano). Non ne faccio una questione di principio, ricordo con particolare affetto quella serata che fu il concerto più bello e intenso che ho visto.Nell’indecisione sul disco da inserire ho preferito per Jailbreak del 1976, sesto album in studio per i Thin Lizzy poiché fu quello che donò al gruppo la consacrazione definitiva su scala internazionale, confermando le certezze che già si ebbero con l’ottimo Fighting pubblicato l’anno precedente. Al successo del disco contribuì una scaletta D.O.C con rock’n’roll song veramente “toste” che diventarono quasi tutte dei classici, ed il singolo The Boys Are Back In Town, trascinò i Thin Lizzy nelle charts Inglesi (il disco entrò nei top ten) e Americane toccando la diciottesima posizione. La formazione era di tutto rispetto e oltre a Lynott al basso ed alla voce la line-up includeva: Scott Gorham alla chitarra (suonò su quasi tutti i dischi dei Lizzy), alla seconda chitarra c’era Brian Robertson (che nel 1983 sostituì Eddie Fast Clark nei Motorhead per un solo disco.), mentre alla batteria sedeva Brian Downey altro membro storico del gruppo. La formula delle due chitarre che si scambiavano ritmiche e soli, fu un’arma vincente che molti gruppi venuti dopo svilupparono e fecero propria, costruendo un proprio trade-mark compositivo.
Jailbreak la title track, apre il disco con un riff tipicamente hard-rock e la voce di Lynott canta ‘Tonight is gonna be a Jailbreak”su un tappeto ritmico molto duro con i due axe-man a macinare riff travolgenti. I Thin Lizzy iniziano subito alla grande con un brano molto coinvolgente. Al Tunnel di Milano quando ho sentito le tipiche sirene che introducono il brano dal vivo, ho provato un brivido correre lungo la schiena. Il secondo pezzo è la trascinante Angel From The Coast, altro brano molto rockegiante dall’andatura molto sostenuta ed un buon lavoro di Downey alla batteria. Running Back è molto più melodica con un andamento quasi danzereccio, brano melodico ma sempre rock’n’roll. Altro pezzo che diventerà un classico è Romeo And The Lonely Girl, in cui la voce di Lynott mette i brividi per l’espressività con cui canta. Giri di basso e riff di chitarra introducono Warriors che poi si sviluppa intorno alle linee melodiche delle due chitarre che ancora una volta sprizzano elettricità pura dagli amplificatori: pezzo molto hard-rock. Ascoltatevi i soli, dopo venticinque anni riescono a stupire ancora per la bellezza e pulizia di suono. Dopo è la volta del mega classico dei Thin Lizzy, ovverosia The Boys Are Back In Town che diventò la canzone simbolo del gruppo, le due chitarre stupiscono quando intessano la mitica linea melodica. Lynott ebbe la folgorazione al momento giusto nello scrivere questo pezzo: brano leggendario. I ritmi rallentano con la melodica Fight Or Fall dall’andamento molto tranquillo e rilassato. Un accordo di chitarra ed un suono d’armonica in sottofondo, introducono la bellissima Cowboy Song, a cui fa seguito un giro di chitarra che indurisce il pezzo trasformandolo in un’altra rock’n’roll song di grande impatto e le twin guitars cesellano melodie e riff molto coinvolgenti. In chiusura troviamo Emerald un’altra song mitica, dove le chitarre giocano un grande ruolo tracciando melodie che richiamano le origini Irlandesi del gruppo; lo stacco melodico centrale delle due chitarre è da paura. Pezzo stratosferico messo in chiusura di un’album bellissimo che consacrò i Thin Lizzy al successo. Nello stesso anno il gruppo pubblicò il nuovo Johnny The Fox e tre anni dopo arrivò nei negozi il capolavoro assoluto dei Thin Lizzy: Black Rose che consegnò il gruppo alla storia, con la title track divenuta mitica per il suo intrecciare rock duro e tradizione folk Irlandese. Tra l’altro il sodalizio burrascoso con Gary Moore si concretizzerà con quest’ unico album. Nel 1983 ormai quasi alla fine della carriera uscì un altro disco leggendario dal titolo di Thunder and Lighting che fu il disco più duro e Heavy del gruppo, con alla chitarra l’ex Tygers Of Pan Tang John Sykes, che consegnò il disco tra gli album più belli della storia dell’heavy Britannico, ed Europeo in generale. Phil Lynott, ormai consumato dalla droga, si spense il 4 Gennaio del 1986 (era nato il 20 Agosto del 1951) e con lui scomparve uno dei più grandi artisti che il rock possa vantare, ma la sua musica continua a mantenerne vivo il ricordo. Per una sera al Tunnel di Milano quel ricordo è riaffiorato e non mi lascerà più.
One Night Only mai titolo fu più appropriato.
Grazie Phil.
Track List
1. Jailbreak
2. Angel From The Coast
3. Running Back
4. Romeo And The Lonely Girls
5. Warriors
6. The Boys Are Back In Town
7. Fight Or Fall
8. Cowboy Song
9. Emerald
Line-Up
Phil Lynott- Bass and Vocals
Scott Gorham- Guitar
Brian Robertson- Guitar
Brian Downey- Drums