Recensione: Jeanne D’arc

Di Gaetano Loffredo - 20 Ottobre 2005 - 0:00
Jeanne D’arc
Band: Thy Majestie
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

I contadini Jaques ed Isabelle, genitori di Giovanna D’arco, si inquietarono quando seppero delle voci insistenti che l’amata figlia tredicenne asseriva udire. Erano voci di Santi: Michele Arcangelo, Caterina di Alessandria, Margherita di Antiochia e le loro pie esortazioni che mutarono quattro anni dopo trasformandosi in trionfali incitamenti… “Salva la Francia Giovanna, salvala!”.
Una stolta analfabeta… chi poteva crederle?
Fuggita dal padre che la definì “completamente pazza”, l’eroina francese predisse una epocale sconfitta dei connazionali, presagio che l’accompagnò nel 1429 al cospetto di Carlo VII  già debole e incerto in campo militare.
Le fu concesso di stare al comando delle milizie che difesero Orleans stretta d’assedio dalle truppe di Enrico VI, liberò la città ed ottenne importanti vittorie a Jargeau e a Patay; la fede e l’entusiasmo la scortarono sino alla valle della Loira dove costrinse gli inglesi, nemici storici, a lasciare Troyes, Chalon e Reims, città della consacrazione di Carlo VII.
Il suo nome echeggiava in modo assillante tra il popolo, cosicché il re e la corte, già da tempo diffidenti e titubanti, decisero di lasciarla in semi-solitudine nella battaglia di Parigi ove rimase gravemente ferita.

E’ sempre un piacere rivivere l’epopea della valorosa Jeanne D’arc, ora con i libri di storia, ora con i romanzi storici, ora con proiezioni visive ed ora sotto forma musicale grazie agli italianissimi Thy Majestie, giunti al terzo full length e protagonisti nel settore in passato grazie agli squisiti “The Lasting Power” ed “Hastings 1066”, dischi che hanno decretato la band come prima inseguitrice dei Rhapsody nella classifica dei gruppi devoti ad un power metal di stampo medievale.
Sostituire l’eccellente Gabriele Grilli alla voce, che ha lasciato la band proprio alla vigilia delle registrazioni del disco a causa di insanabili divergenze caratteriali (meglio specificate nell’intervista), non è stato così semplice, vuoi perché non è semplice trovare una voce così personale vuoi perché il “Regno di Sicilia” non consegna vocalist esperti sotto l’arcobaleno e nemmeno tramite cicogna.
In soccorso alla band giunge Giulio di Gregorio (proveniente dalla prog-power metal band Palermitana Irencros) che si rivelerà l’unico sostituto del primo e storico cantante Dario Grillo, ora sotto contratto con Frontiers.

Il sound pomposo che contraddistingue i lavori dei Thy Majestie non cessa di esistere con Giovanna D’Arco e la cinematografica introduzione (a dir poco stellare), Revelations, garantisce quell’impatto emotivo fondamentale per assaporarci come si deve il racconto della personalità dell’Ancella del Signore svelata per mezzo della gloriosa Maiden of Steel, up tempo apri-pista che ci manifesta dal principio, le peculiarità e i difetti del nuovo frontman siciliano. Grandioso sulle frequenze medio/alte, un po’ meno su tonalità medio/basse ma autore, tutto sommato di una prova discreta che non lascia adito a troppi dubbi sul suo conto.

The Chosen è la traccia killer del disco;  magistrale il taglio epico delle chitarre della coppia Malta/Santini, solenni le tastiere di Giuseppe Bondì (davvero bravo) e micidiale il chorus avveniristico in un mix che riporta alla mente, fungendo da colonna sonora, i momenti intensi di una battaglia medievale.
Le differenze dal precedente Hastings 1066 non sono velate e, nonostante l’apporto di elementi prog sia diminuito, questi rendono meno diretti e più macchinosi alcuni episodi (cito la finale The Trial su tutte) e snelliscono oltremodo i restanti capitoli mettendo in risalto la disuguaglianza appena riscontrata.
Il numero degli assoli è cresciuto esponenzialmente e non sono più isolati gli splendidi stacchetti celtico/medievali (esclusi March of the Brave ed Inquisition) ora incorporati all’inizio di alcune canzoni affinché si potesse rendere più compatto l’ensemble sonoro.

Altra pecca nel songwriting è l’elemento ritornello, fino ad oggi grande pregio dei Thy Majestie: pochi di questi, infatti, riescono a catturare interamente l’attenzione e, brani come The Rise of a King e Siege of Paris difettano, anche se leggermente, da questo punto di vista.
Le ultime impressioni sono d’obbligo per la lunga cavalcata di …For Orleans e per la veloce ed allo stesso tempo anthemica Up to the Battle che riportano il disco sugli egregi livelli del suo predecessore che aveva fin qui ceduto qualche punto in quanto a  teatralità.

Nella primavera del 1430, la marcia su Compiègne fu fatale per Giovanna che cadde nelle mani di Giovanni di Lussemburgo e “ceduta” agli inglesi come bottino di guerra. L’ingrato Re Carlo non tentò nemmeno di liberarla e fu di lì a poco sottoposta ad un processo davanti ad un tribunale di ecclesiastici presieduto da Pierre Cauchon, vescovo di Beauvais, e da quaranta tra inglesi e francesi anglofili. Nel 1431 fu condannata come eretica ed arsa viva nella piazza del mercato di Rouen.
24 anni dopo, Papa Callisto III, ordinò la revisione totale del processo con piena riabilitazione ed assoluzione. Beatificata da Papa Pio X nel 1909, Giovanna fu canonizzata da Benedetto XV nel 1920.

Fatevi trasportare dalla nuova fatica degli italiani, leggendo in contemporanea i testi in “dotazione” o aiutandovi con un bel libro che ripercorre le dodici tappe qui riproposte.
Non possiamo ancora parlare di definitivo salto di qualità, Giovanna D’arco non è superiore al precedente Hastings 1066 ma, diamo tempo ai Thy Majestie di trovare quella tranquillità interna venuta un po’ a mancare con i recenti problemi di formazione e non esitate ad acquistare questo album power metal (di gran lunga sopra la media attuale), in attesa del concept capolavoro al quale si stanno avvicinando un passo per volta.
 

Gaetano “Knightrider” Loffredo

Tracklist:
01.Revelations
02.Maiden of Steel
03.The Chosen
04.Ride to Chinon
05….For Orleans
06.Up to Battle
07.March of the Brave
08.The rise of a King
09.Siege of Paris
10.Time to Die
11.Inquisition
12.The Trial

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