Recensione: Jelonek

Di Sergio Nardelli - 7 Dicembre 2010 - 0:00
Jelonek
Band: Jelonek
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
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68

Seppure uscito tre anni fa, dalla Polonia ci giunge questa bizzarra, quanto avvincente proposta sonora, che sicuramente non vi lascerà indifferenti, visto che l’assoluto protagonista di questo disco è un violino che ha deciso di suonar pesante e correre alla velocità della luce, per mano del suo musicista JELONEK. Michal Jelonek è un talentuoso violinista polacco, famoso in patria per aver collaborato con svariati artisti ed ora ha deciso di stupire con l’omonimo album d’esordio, interamente strumentale.

Sentire ciò che Jelonek riesce a tirar fuori dal suo strumento, lascia veramente affascinati e così, munito di archetto e circondato da validi musicisti, inizia a rockare duro, ma non solo, lanciandosi in avvincenti virtuosisimi, che infiammano le varie songs, che via via assumono connotati diversi a seconda degli estri dell’artista polacco. Si può viaggiare con la velocità controllata dell’imperiosa “BaRock”, splendida opener dall’atmosfera barocca, oppure sprofondare nelle conturbanti sonorità neoclassiche di “Vendome 1212” e poi ancora essere travolti da una scheggia impazzita come “Mosquito Flight”, camaleontica nella struttura e con un azzardato accenno di tango al suo interno.

Si può poi scegliere di abbandonarsi a sonorità più malinconiche e romantiche, godendo di infinite sensazioni procurate dalla classe e dall’eleganza sonora che uno strumento come il violino può dare. Per tutto questo si può contare sulla passionale “Akka”, suggestiva nei suoi intrecci melodici che sfociano poi in inebrianti sapori arabeggianti, oppure sulla profonda “Steppe” che a parte qualche accento ambient che ne smorza un po’ il tono, riesce a infondere malinconia, per non parlare di quella cupa della breve “Miserere Mei Deu ” o di quella velata di tristezza che esala la funerea “A Funeral Of A Provincial Vampire”, con un finale lievitante dove il violino si avvinghia alla chitarra di Leszek “Jebik” Kowalik. Chitarra che fa sentire la sua presenza nei riffoni della vibrante “B.East”, buon esempio di giusto connubio fra musica classica ed hard rock. Anche nella sperimentale “Lorr” le chitarre ruggiscono, in un continuo duello con il violino fra modernismi, impennate e bruschi stop.

La riflessiva “Beech Forest” regala un breve momento sognante e distensivo, mentre la multiforme “War In The Kids Room” mostra il lato più progressivo di Jelonek e stuzzica la fantasia con un piacevole gioco fra chiaro e scuro. Intrigante la danza irrequieta in “Machinehat” mentre la frizzante “Elephant’s Ballet” si lascia andare a bizzarrie e slanci frenetici che si placano con l’arrivo della soave “Pizzicato-Asceticism”, rilassato finale sinfonico dove ogni suono si fa soffuso in un interminabile stimolo dei sensi.

Jelonek” è un disco originale, per certi versi strano ma accattivante, in grado di sorprendere e catturare, ideale per chi sa a dividere il cuore fra rock duro e musica classica.

Sergio Nardelli

 

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Tracklist:
01. BaRock
02. B.East
03. Vendome 1212
04. Akka
05. Steppe
06. A Funeral Of A Provincial Vampire
07. Lorr
08. Beech Forest
09. War in the Kid’s Room
10.Miserere Mei Deu
11.Mosquito Flight
12.Machinehat
13.Elephant’s Ballet
14.Pizzicato- Asceticism

Line-up:
Michal “Jelonek” Jelonek – Violin,
Grzegorz “Brooz”Slawinski – Drums
Karol Ludew – Drums
Artur “Lipa” lipinski – Drums
Mariusz “Maniek” Andraszek – Bass
Robert “Rebe Fifi” Fijalkowski – Guitar
Pawel “Drak” Grzegorczyk – Guitar
Andrzej “Aka” Karp – Bass
Justyna Osiecka – Cello
Dawid Somlo – Percussion

 

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