Recensione: Kaosmos [EP]
Personalità. Idee. Freschezza compositiva. Qualità praticamente fondamentali, oggigiorno, per poter avere anche solo una minima speranza di potersi ritagliare uno spazio ben definito all’interno del panorama musicale.
Qualche concerto in vari locali, un po’ di passaparola tra gli amici, tantissima passione e sacrificio per poter poi vedere ricompensati i propri sforzi: la pubblicazione del primo EP. Un piccolo (ma al contempo grande) passo verso quella che potrebbe diventare una bellissima favola.
Eccoli qui, i Kasmos, ritratto perfetto di quanto premesso con le righe precedenti. In attività da qualche anno, hanno oggi raggiunto il primo “checkpoint” della loro carriera: Believe in Your Feelings, Walking in the Rain, Once Were Warriors, My Angel e Rage sono le cinque canzoni che vanno a comporre l’omonimo EP, intitolato appunto Kaosmos.
Bella la copertina, immediata e diretta. Pur non essendo particolarmente originale, crea un piacevolissimo effetto ottico, con nome e logo della band in primo piano supportati da una fiamma che arde alta e fiera. Il calore e la passione dei ragazzi traspare già dalla carta. Non male.
Partiamo quindi con l’ascolto del disco. Il “benvenuto” è affidato a Believe in Your Feelings. Lo dico senza timore: non poteva essere scelta miglior opener di questa!
Un gran riff di chitarra ci assale nei primi secondi, al quale danno supporto subito dopo una batteria ed un basso pieni, corposi e decisi. Il pezzo inizia a prendere forma ed arriva la seconda sorpresa, cioè la linea vocale. Non mi ha ricordato nessun’altra canzone di gruppi ben più famosi e blasonati e questo può voler dire una cosa soltanto: i ragazzi hanno degli ottimi mezzi compositivi. Far si che il proprio esordio musicale non presenti clamorosi richiami o citazioni ai grandi del passato non è affatto semplice e sotto questo punto di vista è un centro perfetto. Il pezzo scorre veloce, quadrato, dinamico, rafforzato anche da alcune parti in Growl durante il ritornello. Bellissima canzone ed un grande impatto: l’antipasto è servito.
E’ il turno di Walking in the Rain. Inizio più cadenzato dove le due chitarre si intrecciano in diverse tonalità, creando un piacevole effetto d’atmosfera. Questione di attimi, perché l’assalto ritmico è dietro l’angolo! Altra buonissima canzone, dove trova spazio un breve intermezzo acustico che fa da ponte e ci porta dritti dritti verso un assolo che definire mozzafiato è dire poco. Magnifico il lavoro solista in questo pezzo, dove ci troveremo tutti ad intonare un “Uoooo oooo o oooo uooo!!!!” in perfetto stile Maiden. Coinvolgente ai massimi!
Passiamo a Once Were Warriors. Il basso disegna una linea melodica talmente fedele al titolo della canzone che, chiudendo gli occhi, sembra quasi di trovarsi davvero in una battaglia tra guerrieri e sabbie del tempo. Bel momento di Heavy Metal dove tutti i pezzi del puzzle sono al loro posto: è una canzone che si ascolta con soddisfazione, complice anche il minutaggio contenuto ed una struttura quadrata, senza rallentamenti di sorta.
Il cantato aggiunge credibilità al pezzo, calandosi perfettamente nella parte del narratore di scontri passati… Molto apprezzabile anche il contrasto tra Clean e Growl, che aggiunge profondità al tutto.
Otto minuti e quarantadue secondi pieni di cuore ed emozione. La mini-suite My Angel, sfiorando i 9 minuti di durata, racconta una storia tristissima, purtroppo realmente accaduta. Non mi sembra giusto parlarne apertamente ai quattro venti, ma dalla descrizione del brano e dal titolo stesso penso sia facilmente intuibile di cosa si parla. In ogni caso, in questo pezzo che fa molto Power-Ballad troviamo tutti gli elementi comuni a canzoni di questo tipo. Chitarre pulite, ritmiche in clean, break centrale con chitarre distorte e assoli melodici e malinconici. Una voce piena di pathos accompagna perfettamente quanto sopra descritto, seguendo fedelmente l’incedere della canzone ed enfatizzando i vari cambiamenti di sonorità. Insomma, i vari stati emotivi di una storia raccolti in una canzone: si passa dalla tristezza alla rabbia, dalla sconfitta alla voglia di “andare avanti”, dall’oblio più oscuro alla luce di una nuova speranza. Non ci si annoia, perché il pezzo è ben variegato e soprattutto riesce a trasmettere all’ascoltatore i vari stati d’animo di cui sopra. Non è da tutti rilasciare un EP di cinque canzoni e avere il coraggio (così come l’abilità) di presentare al pubblico un brano simile: applausi.
Siamo arrivati alla fine, tocca a Rage chiudere il nostro viaggio musicale. In una manciata di minuti i Kaosmos spingono il pedale dell’acceleratore: la batteria si lancia in ottime sessioni di doppia cassa che ci faranno scatenare come si deve. Poco altro da aggiungere, dato che stiamo parlando del pezzo più corto dell’album e probabilmente il più Thrash del lotto.
Già, Thrash. O no? Questione spinosa. La band si definisce Thrash Metal, ed in effetti gli stilemi del genere ci sono tutti (ritmiche triplettate in palm muting, sprazzi di doppia cassa e così via). E’ anche vero, però, che ci sono molti elementi tipici dell’US Heavy e non del Thrash duro & puro. La voce, per esempio, alimenta questo dubbio. E’ evidente come la timbrica sia molto più a suo agio sulle note alte (incredibile, in questo senso, Rage) che non sulle parti basse e roche. Intendiamoci, questo non vuole assolutamente sminuire il grandissimo lavoro dietro al microfono (una prova davvero maiuscola), ma è “benzina sul fuoco” per tutti i patiti delle catalogazioni.
Via, facciamo Heavy / Thrash, così siamo sicuri di non sbagliare.
Qualche aspetto migliorabile ovviamente è presente. In primis, avrei gradito alcune sezioni più “a briglie sciolte”: l’arpeggio che spezza la canzone non è sempre cosa buona. In Rage, per esempio, più che uno stacco in clean avrei preferito un innalzamento dei BPM con relativo assolo.
Ancora, in alcuni punti del disco ci si aspetta quell’accelerazione che in realtà poi non arriva. Si tratta sicuramente di una scelta stilistica, perché i nostri ci dimostrano che quando vogliono “picchiare”, lo sanno fare eccome. In ogni caso, attendo fiducioso il classico pezzo trita-ossa.
Personalmente, giudico questo EP un ottimo prodotto, pieno di grandi aspettative. Le qualità ci sono, le idee anche, il cuore pure: con una miscela del genere, posso solo augurare ai Kaosmos le migliori fortune per il futuro!
…E consiglio a tutti di vederli almeno una volta live: lo spettacolo è assicurato, provare per credere!
Andrea “Blitz” Pinazzi
Discutine sul forum nel topic relativo!
Tracce:
1. Believe In Your Feelings 5:41
2. Walking In The Rain 7:14
3. Once Were Warriors 4:19
4. My Angel 8:42
5. Rage 3:02
Durata 29 min. ca.
Formazione:
Gabriele Vianello – Voce
Dani Base – Chitarra
Andrea Rasi – Chitarra
Michele “Conan” Rao – Basso
Paolo Guarda – Batteria