Recensione: Karma
Dopo i fasti della fine degli anni ottanta, quando la creatura” dell’ex bassista della band di Alice Cooper, Kip Winger, toccò i cuori degli appassionati di hard rock a stelle e strisce con album quali “Winger” e “In The Heart Of The Young” e singoli del calibro di “Miles Away” e “Madelaine”, i Winger avevano conosciuto, come tanti altri gruppi coevi, l’inevitabile declino conseguente all’arrivo sulla scena rock del grunge – capace di spazzare via dalle classifiche e dall’attenzione della critica tanti artisti metal e AOR – ed il conseguente risultato deludente per il terzo album “Pull”.
All’inizio di questo millennio, i Winger hanno poi dato vita all’ immancabile reunion – complice il rinnovato interesse (ancorché per certi versi “di nicchia”) per l’hard rock melodico dovuto anche all’attività di etichette indipendenti come la Frontiers – che ha prodotto nel 2006 l’uscita di “IV” e quindi di un bel CD/DVD live.
Ecco arrivare oggi il quinto studio-album della band, ovvero il secondo della sua “seconda vita”, intitolato “Karma”, con il quale il gruppo statunitense tenta la fusione tra l’approccio più maturo e raffinato delle opere recenti, con il sound duro e melodico da alta classifica degli esordi.
Inequivocabile dichiarazione degli intenti di cui sopra appare proprio l’opener “Deal with the devil”: un rocker trascinante con grandi riff, un efficace chorus melodico, pregevoli solos di chitarra ed un basso potente ed incalzante.
“Stone cold killer” non si discosta troppo da questa formula, ma la attualizza pagando pegno a suoni un po’ più scuri e contemporanei. La successiva “Big world away” ci apre invece scenari raffinatissimi: parte con un’intro di tastiere, si evolve in un hard rock condotto da chitarre elettriche nervose, esplode in un ritornello reso molto evocativo da voci che s’intrecciano e s’intersecano tra loro.
L’incrociarsi dei vocals caratterizzano anche “Come a little closer”, che però è introdotta dalla batteria e prosegue con sonorità che rasentano il post-grunge.
“Pull me under” offre situazioni ancora diverse: qui siamo ancora in campo hard rock, ma il chorus ultra-melodico e l’affastellarsi di chitarre su uno sfondo di tastiere ci porta su territori pomp/AOR, che ritroviamo ancora, e ancor più indirizzati verso atmosfere che rasentano il prog, nella seguente ed altrettanto fascinosa “Supernova”, cantata peraltro benissimo da un Kip Winger da standing ovation.
La qualità non scende, anzi, con “Always within me”, che inizia come una power-ballad e si evolve poi in un mid-tempo di pregevole fattura, e con “Feeding frenzy”, hard rock moderno dal ritornello frizzante e per certi versi sbarazzino.
Il CD si chiude con una doppietta eccellente: “After all this time”, classicissima AOR-ballad davvero soulful (ancora una grande prestazione vocale del band-leader), e “Witness”, epica e melodica, nella quale una chitarra liquida e quasi gilmouriana disegna scenari di matrice progressiva.
Per concludere: “Karma” è un platter che, pur nella coerenza del proprio progetto complessivo, riesce benissimo a non tediare l’ascoltatore – come spesso avviene invece in prodotti similari – con il ripetersi di sonorità analoghe in brani diversi, proponendo canzoni che, malgrado l’immediatezza e la facile fruibilità, nascondono raffinatezze che si palesano e ci sorprendono ad ogni successivo ascolto.
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Tracklist:
01.Deal with the devil
02.Stone cold killer
03.Big world away
04.Come a little closer
05.Pull me under
06.Supernova
07.Always within me
08.Feeding frenzy
09.After all this time
10.Witness
Line Up:
Kip Winger – Voce / Bass
Reb Beach – Chitarra
Rod Morgenstein – Batteria
John Roth – Chitarra