Recensione: Karma’s a Bitch

Di Stefano Ricetti - 28 Ottobre 2014 - 9:05
Karma’s a Bitch
Band: Hellion
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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72

Ann Boleyn, al secolo Anne Hull, leader degli yankee Hellion, negli anni Ottanta, durante il periodo di maggior splendore della band, in parecchie foto pareva veramente la versione al femminile di David DeFeis, fuoriclasse dietro al microfono dei Virgin Steele. L’incredibile somiglianza nell’aspetto portava con sé anche una comunanza in fatto di bicipiti al posto dei polmoni, caratteristica che fece assurgere la Nostra all’élite delle frontwoman dell’Acciaio di quel periodo.

Di acqua sotto i ponti dai tempi di “Hellion”, Screams in the Night e Postcard from the Asylum ne è passata parecchia, a parte lo scialbo ritorno del 2003 con l’album Will Not go Quietly, dalla copertina tutt’altro che memorabile. Un episodio che non è comunque riuscito ad offuscare del tutto i gran bei ricordi degli appassionati legati alle gesta dell’affascinante Anna Bolena di qualche anno prima.

Oggi, Anno Domini 2014, l’Ep di cinque pezzi Karma’s a Bitch segna il ritorno sulle scene degli Hellion, con una formazione totalmente rinnovata e destinata a ripercorrere le gesta dell’aureo passato, in termini di potenza e convinzione espressa. Accanto ad Ann vi sono infatti musicisti dal passato pesante: Bjorn Englen (Yngwie Malmsteen) al basso, Simon Wright (A II Z, Ac/Dc, Dio,UFO) alla batteria, Scott Warren (Dio, Heaven & Hell) alle tastiere per finire con Maxxxwell Carlisle all’ascia.

La festa a base di fottuto heavy metal ha inizio – e che inizio! –  con Betrayer, mazzata in your face che ricorda molto Peace of Mind dei Death SS nelle trame chitarristiche. Ann Boleyn c’è ancora e sa cantare alla grande, il resto della band è solidissimo e quadrato. Gli Hellion ripropongono la ricetta dei bei tempi senza inutili variazioni fuori contesto e i risultati ci sono. La title track vede anche il contributo di Scott Warren, ma è con la successiva, iperclassica Hell has no Fury che i californiani tornano a cavalcare lungo le strade del Metallo: capelli al vento e borchie al cielo. Watch the City Burn è ancora all’insegna della tradizione purissima ma i fuochi d’artificio vengono tutti riservati per ‘Til the End, forte di un’ascia quadrata che più quadrata non si può.

La produzione affidata a un guru come Ken Scott – famoso per aver lavorato con The Beatles e David Bowie, più decine di altri colossi- porta i benefici sperati all’economia generale di Karma’s a Bitch. Non resta che attendere gli Hellion alla prova su full length, le premesse per far bene paiono esserci tutte.    

Whellcome back, Ann!        

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Anteprima

Clash of the Titans: Ann Boleyn e Doro Pesch

 

 

 

 

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