Recensione: Kerosene

Di Gaetano Loffredo - 12 Marzo 2008 - 0:00
Kerosene
Band: Kerosene
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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71

Non male i nostri Kerosene, gruppo umbro che si stacca dall’heavy metal anni ottanta (erano i Lizard per chi non lo sapesse) per occuparsi, dal duemilasei in avanti, di hard rock d’avanguardia fortemente influenzato dal movimento americano.
La marcia in più nell’estate duemilasette, quando la formazione si completa con l’arrivo di Elvys Damiano, già all’opera con Subliminal Crusher e S.R.L.: c’è tutto per dedicarsi serenamente all’esordio omonimo registrato nei LightLess Studios di Terni.

E più che mai Kerosene si nutre dei modernismi statunitensi, sconfinando nei territori post-grunge e allineando il sound a quello dei gruppi-guida come nel caso dei famosi Alter Bridge. Ma non è l’unico richiamo di prestigio.
Il Southern Rock degli italiani mostra i muscoli già dalla prima The Shelter: chitarre “rozze”, ritmica prepotente, strofe, ritornelli avvolgenti e in generale un songwriting più che accettabile.
Il tutto forse un po’ didascalico ma di sicuro impatto, come accade nella successiva Frustrations, il pezzo più immediato della raccolta e un involontario omaggio ai Black Stone Cherry, al quale non manca nulla per potersi presentare come singolo apripista (e infatti è un brano inserito nella compilation Heavy Rendez Vous, licenziata in questi giorni dalla stessa LM Records).

Il disco si compone di sette brani più due tracce bonus, se così vogliamo chiamarle, una registrazione dal vivo di Time To Say No More, altra pietanza prelibata di Kerosene, e la versione acustica della canzone migliore, Hand Open Wide.

Il “tallone d’Achille” è identificabile proprio nella durata, una mezz’oretta scarsa escludendo le due varianti “fuori-concorso”.

Il disco viaggia senza intoppi e con poche incertezze, anche se sono riscontrabili diversi difetti nella sua produzione è un po’ troppe derivazioni compositive, ma si tratta pur sempre di un debutto promettente, che aggiunge un po’ di “pepe” al panorama tricolore.
Vi esorto a visitare la pagina MySpace della band (linkata più in basso), certo che la proposta accattivante di Elvys Damiano e compagni possa in qualche modo essere apprezzata dal pubblico connesso al genere affrontato.

Seguiremo passo dopo passo i nostri Kerosene.


Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
1.The Shelter
2.Frustrations
3.Time To Say No More
4.Hand Open Wide
5.Lies And Greed
6.Mother Earth
7.Scars
8.Hand Open Wide (acoustic)
9.Time To Say No More (live)

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71