Recensione: Kill Or Be Killed
I Biohazard sono sempre stati una sorta di ponte di collegamento tra la scena hardcore e il metal, pur essendo più propriamente appartenenti alla prima; ciò non toglie che le loro scelte stilistiche più di una volta abbiano sforato nei confini del thrash/crossover di vecchio stampo. Nutro rispetto per una band in fin dei conti di una certa importanza, ma allo stesso tempo sono convinto che da un po’ di tempo a questa parte i loro lavori vivano solo ed unicamente del nome stampato in copertina, della loro consolidata fama.
Ascoltate “World On Fire” e avrete sostanzialmente esaurito le idee di questo ennesimo lavoro; se vogliamo trovare cambiamenti in positivo, possiamo certo parlare di un generale incattivimento, soprattutto a livello vocale. Ma per il resto non è possibile chiudere gli occhi davanti alla monotonia delle 11 tracce: così povere di mordente che solo in rari casi sapranno coinvolgervi. Qualche cenno di ripresa lo abbiamo nel ritornello di “Never Forgive Never Forget”, la quale rimanda un po’ allo spirito dei grandi SOD; ma questi, ripeto, sono cenni e basta, a malapena riconoscibili in 36 minuti di noia.
Non lasciatevi ingannare dalla produzione ovviamente potente e dall’esecuzione tagliente; il primo impatto che l’album lascia potrebbe essere ingannevole. Se all’inizio infatti sembra ci siano i presupposti per parlare dell’ennesimo buon album di classico hc, non passa molto che ci si rende conto di come la realtà sia diversa. La realtà è che ogni brano è uno sviluppo insufficiente di un’idea troppo banale per essere tradotta in quelli che sono 3-4 minuti di musica. Per fare un altro esempio, anche la title-track trova il suo “momento di gloria”, ma non ha senso rivalutare un cd in base a pochi sprazzi di vitalità.
Forse solo i più affezionati alla band sapranno trovare in Kill Or Be Killed qualcosa in più; io ho scorto per lo più molti ritmi cadenzati troppo noiosi per essere sopportati, e qualche parte veloce insipida e stancante. Ho scorto un riffing semplice, scarno e spesso campato per aria al punto da lasciare infastiditi. Dunque, ascolto obbligatorio e ripetuto prima dell’acquisto.
Matteo Bovio