Recensione: Kill Yourself or Die
Armaggedon Play True Elitist Black Metal
No Recorder, No Mixed, No Masterized
No Band Contact, No Band Information ! Fuck You All !
Limited To 1000 Copies
Come reagire a fronte di una dichiarazione del genere? Grassa risata a causa dell’ennesima pacchiana dichiarazione di attitudine misantropa ed elitaria oppure seria ammirazione per una tale manifestazione di malsana fedeltà al black? Lo dicono i fatti: si deve evitare l’errore di non prendere sul serio questo disco perchè “Kill Yourself or Die” è un lavoro con i fiocchi; non è una pagliacciata ed alle parole corrispondono i fatti dall’inizio alla fine di questi 41 minuti di cattiveria. Il duo francese, che per non smentirsi fornisce soltanto quattro foto in bianco e nero in atteggiamenti inneggianti alla “soluzione finale”, si tuffa nel calderone black thrash moderno proponendo un disco senza innovazioni di rilievo, ma basando gran parte del proprio lavoro sulla sacrosanta e malata dedizione.
Chiaramente, un disco con tali premesse non farà cadere dalla sedia l’ascoltatore per lo stupore e la sorpresa, ma riuscirà a tenerlo ben saldo ad essa per la tensione negativa che sa trasmettere in ogni secondo; tutto è studiato per fare male, per ferire il corpo e per soffocare la mente nel pessimismo. Dire che gli Armaggedon suonino “raw black metal” è quasi riduttivo e non rende a pieno l’atmosfera malsana e malata che traspira dalla produzione tagliente come un coltello arrugginito che trasforma le chitarre in armi graffianti e lesive, che permette alle partiture, prettamente veloci, di esprimere tutta la loro maledetta e cupa cattiveria.
In un disco sporco e violento ma intelligentemente prodotto, composizioni come la ruvida “Throne Of The Black Goat”, con il suo riff d’attacco thrash/black, oppure la veloce “Satanik Chainsaw Sodomized”, rendono al meglio potendosi esprimere in tutta la loro scarna ed efficace ferocia, prive di qualsiasi ricercatezza stilistica quali tastiere o voci femminili di sorta. Impressionante lo scream: uno strillo al vetriolo talmente graffiante da farmi pensare che soltanto ingerendo trielina si possa arrivare a tale ruvidezza; uno scream malato che non difetta di espressività nei momenti più straziati e cupi come il mid/tempo centrale di “Black Mass Prayer 666” o nel caso della title track che, durante il recitato iniziale in pieno delirio da possessione demoniaca, porta un messaggio tanto angosciante e folle da far accapponare la pelle che in un altro contesto avrebbe fatto soltanto sorridere, mentre qui acquisisce tutta un’altra forza. Trattandosi di un progetto black oltranzista a tutti gli effetti, oltre ad inneggiare all’autolesionismo più estremo, non manca di riferimenti (forse ammirazione?) per un ben noto periodo storico spesso collegato a questo genere musicale.
Non penso che ciò sarà di ostacolo ai possibili acquirenti che non si scandalizzeranno per il finale da comizio pseudo nazista di “Les Legions de Satan”; essenzialmente enfatico ed evocativo. Consueta nota a margine per la cover di turno: stavolta tocca alla mitica “Funeral Fog” dei Mayhem un po’ straziata, per via delle vocals disperate, ma per una riedizione così semplicistica non si poteva pretendere molto. Un disco come questo è una perla nera, un episodio imprescindibile per il fan più estremista.
Tracklist:
01. Chambre à Gaz (le Mensonge de David)
02. Throne of the Black Goat
03. Satanik Chainsaw Sodomized
04. This is Hell
05. The curse of everlasting Darkness
06. Les Legions de Satan
07. Black Mass Prayer 666
08. Kill yourself or Die
09. Funeral Fog
10. Despaire & Suizid