Recensione: Killed by Fate
Mi sono accostato a Julia And The Roofers nel 2021 per recensire il loro LP di debutto “The Will of Evil”. Sebbene la presenza di due componenti di una band di culto come i Necrodeath, Peso alla batteria e Pier Gonella in veste di produttore e ospite sul brano “Sound of Evil”, rappresentasse di per sé una premessa interessante, è stata invero l’abilità canora e compositiva di Giulia Moladori – anima al tempo stesso gentile e tenebrosa del combo – a colpirmi. Quanto alla proposta, questo primo disco era un condensato di Hard Rock oscuro, capace di flirtare tanto con il Blues quanto con l’Heavy Metal più tradizionale e il Doom, senza disdegnare reminiscenze della corrente del Grunge maggiormente debitrice ai Black Sabbath (Soundgarden su tutti), a dimostrazione di come la musica sincera e disinteressata ai trend non conosca confini.
Dopo circa un anno e mezzo dalla precedente fatica in studio, Julia And The Roofers tornano con l’EP “Killed by Fate”. Il titolo, che sembra voler veicolare il concetto di ineluttabilità del fato, non potrebbe rivelarsi più adatto per una release che, pur senza segnare uno stacco stilistico rispetto al suo predecessore, abbraccia in modo molto più evidente le sonorità Doom, genere il cui nome è per l’appunto reso in italiano dalle sfumature semantiche più oscure di sostantivi come “sorte” e “destino”.
La versatile voce di Giulia si conferma il fulcro attorno al quale si strutturano i cinque brani di questo mini-album che, a parere di chi scrive, si profila come un passo avanti rispetto a “The Will of Evil”, grazie a maggiori organicità e coerenza. La soffice apertura di “Rotten” lascia presto spazio a una grintosa sezione Heavy Rock che rallenta in un Doom dalle linee vocali cariche di espressività. “Love Will Shed a Tear” prosegue all’insegna di riff plumbei e dilatati, rafforzando l’impressione che – per l’occasione – il terzetto abbia voluto dare maggior risalto alla componente Doom del proprio sound.
“Be Careful (What You Wish For)” inizia con un cantato melodico sostenuto da arpeggi di chitarra e tappeti di tastiere. Se questo frangente mette in luce il lato più emotivo dei liguri, il prosieguo assume la forma di una cavalcata Metal con tanto di urla e chitarra taglienti. Il Doom torna a prendere il sopravvento in “Death Tricking Life”, mentre, dopo un’apertura dalle arie intimiste dal sapore Dream Pop, all’intenso Hard Rock di “Anesthesia” spetta il compito di chiudere le danze.
Ben congeniata e realizzata, con una produzione sobria e di buon livello, “Killed by Fate” è una prova che conferma il valore di Julia And The Roofers: ora la curiosità di risentirli sul pieno minutaggio e davvero molta …