Recensione: Killing Ground

Di Enzo - 5 Ottobre 2001 - 0:00
Killing Ground
Band: Saxon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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90

Autentico capolavoro è la prima frase che mi viene in mente se penso a questo “Killing Ground”, disco che segna il ritorno sulle scene degli inossidabili Saxon. Il platter in questione segna anche un certo ritorno a certe sonorità più dinamiche e fresche rispetto a quelle presenti nel monolitico (eppur ottimo) Metalhead. Una sorta di “come back” a certe sonorità ultimamente un pò trascurate. “Killing Groung” contiene al suo interno molte canzoni di assoluta bellezza, i Saxon riescono nell’arduo compito di inanellare 10 brani, dieci brani di indiscusso ed assoluto valore, 10 brani uno più bello dell’altro. Parliamoci chiaro, considero questo disco uno dei più bei lavori dell’intera discografia dei guerrieri inglesi.

La title track Killing Groung è un pezzo stupendo con riff che ricordano il periodo di “Crusader”, una canzone aggressiva dal refrain travolgente ed epico, un brano distruttivo, schiacciasassi, una cavalcata metallica che annienta i nostri esterefatti ed ardenti spiriti senza pietà alcuna. Degnissima di nota anche la cover Court Of The Crimson King dei “King Crimson”, resa in maniera più atmosferica ed energica, acquista un sapore nuovo, più pesante e maestoso. Dall’Heavy Metal della title track e dai sapori mitologici della cover dei “King Crimson” si giunge agli scoppiettanti ed energici riff che accompagnano in tutta la sua hard rocckeggiante carica la successiva Coming Home, allegra e graffiante nel suo magico incedere. Impossibile non citare la stupenda e ragionata Till Hell Freezes Over, caratterizzata da riff glaciali in grado di congelare sotto una cascata di metallo puro i nostri cuori. Epica nel suo incedere la fast song Dragon’s Lair che si attesta forse ad essere uno dei brani più energici e belli del lavoro, potente, riff trascinanti, batteria sanguigna, voce impeccabile. Ma giungiamo al vero capolavoro del disco, sicuramente tra le song più belle scritte dai Saxon “post-eighty”, nonchè, per il sottoscritto, una delle migliori della loro ricca discografia, parliamo di Deeds Of Glory, il momento più alto dell’album, una fast song che si snoda su magici e sognanti riff tessuti come un magico ricamo dal duo di axeman Quinn/Scarratt. Il pezzo raggiunge il proprio culmine ed apice di assoluto splendore nel sognante ed ultra epico (si, avete capito bene, epico) refrain accompagnato dalla prova (a dir poco magistrale) di Byford alla voce, grande anche il lavoro al basso di Carter e sempre immensa la bellica batteria di Randow (ex Sinner…li ricordate?). Spendo una parola per i testi, che accompagnano nella loro magia l’epicità della song in maniera sublime e perfetta. Un altro brano da citare è Rock is Our Life, un classico inno HM con le classiche sonorità eighty. Ascoltandone i testi vediamo che i Saxon hanno adottato la filosofia dei Manowar di Kings Of Metal, troviamo così tutti riferimenti ai loro passati discografici, davvero evocativo. Tutti gli altri brani sono ottimi esempi di Heavy Metal by Saxon, e penso che già questo possa ampiamente bastare.

Ragazzi non c’è nulla da fare, fin quando band come queste esisteranno la fiamma dell’heavy metal avrà sempre legno su cui bruciare.
I Saxon sono uomini che non hanno perso un filo di grinta con gli anni riuescendo ancora oggi a donarci una serie di canzoni uniche, gemme di puro Heavy Metal incastonate in un aureo platter senza tempo.

Vincenzo Ferrara

Track List:
01 Prelude to War (intro)
02 Killing Ground
03 Court of the Crimson King
04 Coming Home
05 Till Hell Freezes Over
06 Dragon’s Lair
07 You Don’t Know What You’ve Got
08 Deeds of Glory
09 Running for the Border
10 Shadows on the Wall
11 Rock Is Our Life

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