Recensione: King Of Dogs
I beneventani Lost Moon rappresentano una delle più interessanti realtà “hard’n’heavy’n’stoner” del sud Italia. Attivi da oltre dieci anni, i Nostri nel 2002 rilasciano il disco omonimo, suonano dal vivo ovunque e riescono a emergere dalla realtà underground, tanto che questo loro secondo lavoro, intitolato King Of Dogs, esce per la U.K. Division Records. Fa senza dubbio piacere che talvolta il duro lavoro svolto e le tonnellate di passione portino a qualcosa di soddisfacente, aiutati anche da un management non ottuso.
All’interno delle nove tracce contenute nel disco si possono assaporare antiche sonorità legate agli anni Settanta (Black Sabbath, Led Zeppelin, Black Sabbath e Uriah Heep) miste a lampi psichedelici, passando per territori già conquistati da gruppi come Soundgarden, Monster Magnet e Soulfly, senza farsi mancare addirittura qualche “fuitina” in ambienti tribali. Ad aleggiare sul lupo in copertina, poi, come ciliegina sulla torta, l’anima di Jimi Hendrix e il misticismo spaziale degli Hawkwind.
King of Dogs è una creatura da gustare a tutto tondo, va comunque sottolineato il gran lavoro della chitarra in Flying With the Wind, il trip lungo otto minuti di Going to Neptune, la tracimazione in altri generi – meno ortodossi – di Return To (Cradle Of Madness), gli echi “Ozzyani” di Floating High, il retrogusto Seventies di Until The Stars Are Falling Down… e l’urgenza dell’HM contaminato della title track.
King of Dogs è un album estremamente variopinto, ben prodotto, che necessita di parecchi ascolti e di una buona apertura mentale per riuscire a fare breccia nel cuore degli amanti dell’Hard ortodosso. Nient’altro da aggiungere.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Line-up:
Stefano Paolucci – Guitars and Vocals
Pierluigi Paolucci – Drums
Adolfo Calandro – Bass
Francesco Panarese – Percussions
Tracklist:
01. Storm
02. Flying With The Wind
03. Going To Neptune
04. Return To (Cradle Of Madness)
05. Floating High
06. Until The Stars Are Falling Down
07. Nature In Black
08. King Of Dogs
09. L.H. 2000