Recensione: King Of The Kill
Evito tanti giri di parole per dire che “King of the kill” dei tre dischi della ristampa SPV/Steamhammer, e forse di tutta la discografia degli Annihilator, è decisamente il meno convincente.
Credo proprio che la ristampa di quest’album targato Jeff Waters potesse essere evitata tranquillamente, in quanto non penso che con tre bonus-track, una delle quali costituita da dei commenti di Jeff all’album, questo possa interessare a molti.
“King of the kill” è caratterizzato da veramente troppe canzoni eccessivamente melodiche e spompate, e ad esclusione delle prime tre più graffianti e thrashy, le altre si orientano tutte in una stessa direzione stilistica piuttosto inquietante, per la sua consistenza quasi nulla.
Anche qui come nel successivo album “Refresh the demon” la line-up è formata da Jeff accompagnato dal fido Randy Black alla batteria.
Già a partire dall’opener “The box”, il disco non riesce a caricare come dovrebbe l’ascoltatore, anche se questo di “The box”, alla fine è uno dei capitoli più accettabili del disco.
Invece la title-track convince, con la sua tipica caratteristica di avere numerosi stop and go, come vuole la tradizione del gruppo guidato da Jeff e la sua chitarra.
Bella compatta e grintosa, si discosta molto dal filo conduttore che caratterizza tutte le altre tracce del disco.
“Annihilator” invece, canzone auto-intitolata, non riesce a convincere come dovrebbe.
Risulta molto carente di potenza, cosa che non si aspetterebbe da una canzone che dovrebbe risultare quasi trionfale per il nome che porta.
E da qui in poi con la seguente “Bad Child” le canzoni iniziano a perdere di potenza, anche se c’è da dire che la produzione non aiuta affatto a sopperire a questa mancanza.
Jeff qui non appare molto a sua agio dietro il microfono come poteva essere per i due lavori successivi.
La traccia numero 5 dal titolo “21”, mette in fila due riff di chitarra distorti,senza riuscire però comunque a destare nel giusto modo l’ascoltatore.
Un po’ meglio con “Second To None” che apre con delle melodie di chitarra acustica, per poi incidere con le chitarre elettriche in modo più profondo. Decisamente più vicina alle cose tipiche degli Annihilator, con assoli insidiosi e perfetti.
Segue la stessa scia la canzone “Hell Is A War”.
Veramente poco da dire sulle canzoni successive, troppo melodiche, troppo lente, e con troppe chitarre acustiche; per esempio
si possono prendere in considerazione “In The Blood” o la successiva “Catch The Wind”, strumentale che poi non è che stia benissimo nel contesto.
Anche qui delle bonus-track a farcire il finale del disco: due canzoni, “Only Be Lonely” e “Slates”, e come al solito i commenti del buon Jeff.
Degli altri due album della ristampa “Refresh the Demon” e “Remains” vi avevo già parlato, specificando come potessero interessare quasi esclusivamente ad una ristretta cerchia di fan inossidabili degli Annihilator, “King Of The Kill” lo sconsiglio a chiunque.
Credo che ormai tutti siano consci del fatto che gli Annihilator con l’ultimo album “Waking the Fury” ed il precedente “Carnival Diablos”, siano tornati alla ribalta dimostrando di poter dire ancora molto, ma queste ristampe della SPV/Steamhammer non vi fanno venire in mente quel famoso detto battere il ferro finchè è caldo….??
Francesco “madcap” Vitale
TRACK-LIST
1. The Box
2. King of The Kill
3. Annihilator
4. Bad Child
5. 21
6. Second to None
7. Hell Is A War
8. Speed
9. In The Blood
10.Catch The Wind
11.Fiasco (“The Slate”)
12.Fiasco
13.Bliss
Bonus-track
14.Only Be Lonely
15.Comments From Jeff Waters
16.Slates