Recensione: Kingdom Of Evil

Di Fabio Vellata - 7 Marzo 2010 - 0:00
Kingdom Of Evil
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Anno: 2010
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63

Un disco che sciorina individualità di primo piano ma non riesce a sfondare del tutto questo “Kingdom of Evil” degli Angels of Babylon, nuovo side project che ingloba alcuni eminenti personaggi della scena metal internazionale in un contesto heavy-rock-progressive, dai contorni spesso cupi, caliginosi e carichi di oscuri presagi.

L’ottimo singer David Fefolt (ex Valhalla, Masi e Hawk), il virtuoso delle sei corde Ethan Brosh (non molto noto ma dal talento spiccato, come già descritto in occasione del recente primo album solista) e due nomi di peso quali Rhino, ex drummer dei Manowar e Dave Ellefson, bassista noto per la lunga militanza nei Megadeth, sono senza dubbio, una line up di spessore e buon livello, di certo al riparo da qualsiasi teorica e possibile critica relativa al versante tecnico-strumentale di una proposta, che risulta così consegnata nelle mani di un nucleo di musicisti decisamente navigato e di elevatissima esperienza.
Come ovvio tuttavia, l’avere conoscenza approfondita del proprio strumento, non implica direttamente anche un’immediata brillantezza in sede di songwriting, elemento invece che in “Kingdom of Evil” pare talvolta lasciar un po’ a desiderare, zavorrato da uno scarso dinamismo e da una staticità di fondo, tali da rendere in più casi l’ascolto appesantito e poco “fluido”.

Appellarsi a stilemi che spesso occhieggiano a Veni Domine, Memento Mori e Tad Morose, con in aggiunta qualche trovata alla Evergrey, può essere un’arma a doppio taglio o quanto meno, da maneggiare con estrema cura. Se da un lato, in effetti, il fascino d’ambientazioni plumbee e dilatate, cosparse di drammatica epicità, può recare numerosissimi punti a proprio vantaggio, l’assenza di una destrezza nelle composizioni che riesca a mantenere vivo l’interesse per l’intera durata dell’album è, al contrario, un possibile fattore di notevole rischio, potenzialmente capace di fiaccare gran parte del buon lavoro messo in cantiere e di porre in secondo piano i risvolti comunque positivi di cui le varie tracce sono arricchite.

A “Kingdom of Evil” purtroppo, manca proprio questo. Uno stile di stesura dei brani che non risulti dispersivo e troppo tedioso, in cui le melodie arrivino a destinazione in modo diretto e le singole canzoni riescano a conservare, dal principio al termine, un aspetto performante e non sfilacciato.
Per meglio chiarire, è sufficiente tirare in ballo un paio di pezzi su tutti, esempi simbolici perfetti per dare la dimensione specifica di quanto appena detto. “Apocalypse 2012” e “Night Magic” riassumono con dovizia di particolari la natura complessiva del debut targato Angels of Babylon: suoni non molto brillanti, incedere fosco, cadenzato e sin troppo uggioso, grandi prove strumentali ma, soprattutto, ritornelli ripetuti allo sfinimento, tanto pedanti da sconfinare nella pura e semplice noia.
A dare l’idea dell’incertezza in cui si dibatte la band, arrivano poi, anche alcuni spunti positivi: qualche soluzione valida riesce invero a farsi coraggiosamente strada, consegnando alla memoria alcuni momenti riusciti e di buon auspicio per un futuro ancora tutto da definire. “Tear Out Of My Heart”, “Oh How The Might Fallen” e la potente “Second Coming”, mettono in chiaro la plausibile bontà di una proposta che, ammantata di maggior voglia di osare, una costruzione superiore dei cori e di atmosfere più scorrevoli (un po’ alla Evergrey), lascia libero spazio ad un impianto di strumenti e voci di ottima efficacia ed a quelli che, a conti fatti, si manifesteranno come gli episodi più azzeccati dell’intero disco.

Un ristretto numero di momenti interessanti, le buone prove dei singoli (plauso d’obbligo per l’eccellente forma di Fefolt e per il gusto virtuosistico del bravissimo Brosh) ed un’aura vagamente misteriosa che potrebbe contagiare i più addentro a tali tipi di sonorità, sono in definitiva le migliori credenziali del debutto degli Angels of Babylon, disco altalenante che si divincola tra alti e bassi continui, talvolta annoiando, talvolta offrendo musica di buon valore.

In ogni caso, nulla per cui andare oltre un composto e blando cenno di moderata approvazione.

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Tracklist:

01.    Conspiracy Theory
02.    Apocalypse 2012
03.    Night Magic
04.    Tear Out My Heart
05.    Oh How The Mighty Have Fallen
06.    Tarot
07.    Kingdom Of Evil
08.    The Remnant
09.    Angels Of Babylon
10.    Second Coming

Line Up:

David Fefolt – Voce
Ethan Brosh – Chitarra
David Ellefson – Basso
Rhino – Batteria
 

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