Recensione: Kingdom Of Glory – Vol. 1
Kingdom Of Glory è il titolo programmatico di una nuova collana di compilation targata Enclave Records, label portoghese specializzata nel promuovere giovani formazioni emergenti e senza contratto. La serie nasce come gemella della già avviata Metal Ostentation (in uscita tre volte l’anno con un ricco contenuto a base di thrash/death/black e affini – a novembre 2006 il volume 12), pur dedicandosi prettamente a tutti i generi necessariamente esclusi finora: come recita il sito ufficiale, ‘Power, Progressive, Epic, Heavy, Neo-classical, Symphonic, True, and Melodic Metal‘ e chi più ne ha, ne metta. Nessun dubbio sulla bontà degli intenti, confermata dall’eccellente realizzazione con tanto di artwork e booklet professionali, ma in questi casi il rischio è quello di imbattersi, tra una sorpresa e l’altra, in decine di nomi che giustificano da soli l’anonimato cui sono condannati; un prezzo da pagare che non sempre incoraggia l’investimento monetario, risultando in fin dei conti penalizzante nei confronti di chi meriterebbe davvero maggior esposizione.
La partenza è affidata alle melodie di Silent Scream, estratto dal primo demo (2001) degli svedesi Arcania. La band si muove su un territorio già congeniale a molti colleghi scandinavi, ovvero un power metal condito da tastiere e pesanti intrecci neo-classici, sulla scia dei maestri Stratovarius e con puntate più vicine ai Gamma Ray; non mancano buone intuizioni, specie in materia di arrangiamenti, ma per ritagliarsi uno spicchio di fama occorrerà alleggerire certe strutture ed emanciparsi dall’ombra dei mostri sacri. A tutto il 2005 (il sito ufficiale accusa un anno di silenzio negli aggiornamenti), il gruppo è in procinto di registrare nuovo materiale.
Ram è probabilmente (e meritatamente) il monicker più illustre presente in tracklist, peraltro baciato da una discreta fama già all’atto di stampa della compilation. Il genere proposto è un ferreo heavy metal dalle forti tinte priestiane, nonostante la biografia dei Nostri non ami particolarmente paragoni pesanti; Infuriator, dal primo EP Sudden Impact (2003), conferma le doti di una band che ha saputo conquistare il pubblico più esigente con un suono ligio alle tradizioni ma tutto fuorché datato. Il pezzo è presente anche su Forced Entry, debutto uscito nel 2005.
Tra le formazioni più esperte del lotto, i Toxic Virgin (da Krefeld, Germania) propongono un hard rock festoso e talvolta vicino ai ritmi del folk, pur senza l’utilizzo di strumenti dedicati. The Clown è presente su Sulphur (2004), quarto nonché ultimo lavoro della band con il cantante Markus Litsch, recentemente sostituito dalla più provocante Eyreen Sue, con cui è stato registrato il mini Mad Desire (2006). Se il cambio al microfono ha offerto una possibilità in più per farsi riconoscere, resta l’impressione di trovarsi al cospetto dell’ennesimo prodotto che (senza offesa) piace solo ai connazionali.
Dalla Germania arrivano anche gli Edge Of Thorns, dediti dal 1996 a un power metal con periodici spunti sinfonici ma ancora troppo legato ai cliché del genere. Forti di una discreta preparazione tecnica, i Nostri dovranno concentrarsi in futuro sulla composizione: uno sbocco importante è senz’altro rappresentato dall’impiego delle tastiere, vitali ma non ancora sfruttate a pieno potenziale. La canzone presentata è Riders Of The Storm, presente sull’unico album (2003, auto-prodotto) Ravenland.
A chiudere l’iniziale trittico teutonico, ecco Xing (da leggersi Crossing), progetto ormai ventennale nelle mani del chitarrista / cantante Umberto Carretti. Nelle corde del quintetto coabitano più stili, come dimostra l’accoppiata If You Wanna Cry / Warning, che parte con una soffusa ballad per esplodere nei ritmi hard rock più congeniali alla voce di Thomas Keller. L’esperienza costruita negli anni è un’arma indispensabile nel processo di songwriting, che produce brani debitori dei classici ma che si lasciano ascoltare piacevolmente. Nel 2006 l’ultima uscita targata Xing: l’album Independence.
Skybreaker è un quartetto misconosciuto proveniente dalla Svezia e votato a un hard rock dozzinale e scanzonato, sulla scia di certi stilemi ottantiani. La voce di Vince Star, nel perenne (e vano) tentativo di imitare Paul Stanley, è il neo principale di Reach For The Stars, ma la bocciatura complessiva è dovuta alla generale mediocrità della proposta, ancora acerba per emergere da un filone di per sé saturo. Dopo tre demo-tape, la strada è in salita.
Assolutamente fuori dagli schemi (e caso isolato della raccolta) la proposta targata Heartscore, creatura del polistrumentista Dirk Radloff che si muove tra progressive e musica strumentale. Il risultato è molto particolare anche se riservato a una cerchia dedicata di ascoltatori, che saprà apprezzarne le atmosfere e il manifesto piglio settantiano. Per Kingdom Of Glory è stato scelto Aunt Sue’s Stories, da Sculptures (2003).
Lo spettro dei Judas Priest aleggia tra le note di Children Of The Netherworld, biglietto da visita dei Thousand Lakes. Il quintetto proviene dal Lussemburgo (!) e, pur forte di una discreta padronanza dello strumento, rivela pesanti limiti in termini di songwriting e arrangiamenti; a peggiorare le cose ci pensa il vocalist Willems Rony, francamente inascoltabile quando impegnato in acuti e vocalizzi della peggior specie. Con un cambio mirato al microfono e qualche accorgimento nella stesura dei pezzi, si potrà puntare a obiettivi più importanti.
A segnare un altro punto per la scena svedese è Dawn Of Silence, giovane quartetto alle prese con un heavy metal moderno e carico di fraseggi melodici: l’influenza principale è chiaramente la Vergine di Ferro (la sezione centrale è un tributo sincero alle asce dei Maiden), ma Seeker Of Truth, dal demo Fear Of Life (2004) dimostra qualità e ampi margini di miglioramento. La Metal Heaven ci crede e distribuirà nel 2007 il debutto Moment Of Weakness. In bocca al lupo!
Japan most wanted heavy duty R&R! Ecco come si presentano i Shinjuku Cactus, formazione nipponica impegnata in una sorta di rivisitazione collettiva di tutti i cliché figli del rock n roll. Burnin’ Me Away e Drivin’ Soul offrono un miscuglio di sleaze e punk decisamente banale, in cui la grinta non può salvare un songwriting piatto e piuttosto ripetitivo; se in patria vanno per la maggiore (gli crediamo?), dalle nostre parti difficilmente troveranno estimatori.
Saintsbleed, se non la più brillante, è sicuramente la band più originale del lotto intero. Inhabitants From Earth (dall’EP Twisted Truth) flirta con suoni moderni, riff compressi e voci effettate, pur strizzando solamente l’occhiolino a certe produzioni da classifica. Una proposta borderline, inserita un po’ forzatamente nel contesto di Kingdom Of Glory, che tuttavia saprà farsi apprezzare dagli amanti delle sonorità più in voga ultimamente.
Seventh Son riporta nella terra del Sol Levante, con risultati più soddisfacenti. Blind Wind Blows, traccia offerta in esclusiva alla raccolta, serve quattro minuti all’insegna di un heavy metal con vaghe tinte prog, figlie del background e delle esperienze maturate negli anni dai musicisti coinvolti: tra questi si mette in luce l’ottimo chitarrista Yasumoto Otani, già mente dei defunti Guardian’s Nail. Musica non trascendentale, ma piacevole all’ascolto.
Unici ospiti francesi, gli Hellixxir amano descrivere la propria musica come una combinazione folle che va dal glam al thrash metal, coprendo un po’ tutti gli stili che saltano in mente al gruppo. Una bizzarra miscela che tuttavia pare assente nel brano presentato, The Hunter Of Thunders, diviso tra l’iniziale, massiccio riff e un ritornello più evocativo, quasi corale; i quasi cinque minuti si trascinano via senza particolari spunti d’interesse, nonostante i musicisti mostrino una buona coesione. La relativa inconcludenza del songwriting deve aver convinto i transalpini a optare per un taglio nuovo: dal 2004 Hellixxir è una band più vicina ai lidi del death metal.
Pochi chilometri ma il salto (di qualità) è notevole con Unsummon, demo dei belgi 7th Circle. Il quintetto di Antwerp, inserito nell’enorme universo progressive, si dedica a un rock delicato e atmosferico, in cui le strutture acustiche cedono talvolta il passo ad aperture più elettriche; la voce di Winnie Versmissen è particolare e merita un ascolto, in futuro potrebbe fare la differenza.
Con Last Song degli Screamatorium torna a farsi vivo l’heavy metal più tradizionale, anche se dalle tinte dark per via di chitarroni compressi e un cantato che qua e là fa il verso alle linee di Ozzy Osbourne. Il pezzo è compatto anche se troppo monocorde, e non giova l’improvvisa accelerazione (peraltro subito raffreddata) presente in chiusura. L’impressione è quella della classica band-gregario, che ha convinzione da vendere ma nessun effettivo colpo di genio.
A chiudere con brio il primo volume di Kingdom Of Glory è Free, hard radiofonico firmato Ratpack. La formazione tedesca ha un’avviata carriera quale cover-band di mostri sacri (AC/DC, Whitesnake, Led Zeppelin, Rainbow fino a Dio, Ozzy Osbourne e Kingdom Come), ma non disdegna scrivere musica di proprio pugno: il risultato è l’album Out Of Mind, in cui il gruppo riversa tutte le sue influenze vecchie e nuove. Niente di nuovo dunque, ma tanta passione per un genere che non teme mode e pensionamento.
Tirando le somme, la professionalità del prodotto e i nobili intenti ispiratori non possono bilanciare da soli una qualità piuttosto altalenante. Kingdom Of Glory è un’uscita che può stuzzicare gli addetti ai lavori più che l’utenza, sebbene offra alcuni spaccati underground da scoprire. Per chi fosse interessato, la raccolta è acquistabile su Internet (con il secondo volume, appena uscito) al modico prezzo di 5 euro: maggiori informazioni a questo indirizzo.
Federico ‘Immanitas’ Mahmoud
Tracklist (cliccate sui link, ove segnalato, per mp3 e siti ufficiali):
01 Silent Scream (Arcania)
02 Infuriator (Ram)
03 The Clown (Toxic Virgin)
04 Riders Of The Storm (Edge Of Thorns)
05 If You Wanna Cry / The Warning (Xing)
06 Reach For The Stars (Skybreaker)
07 Aunt Sue’s Stories (Heartscore)
08 Children Of The Netherworld (Thousand Lakes)
09 Seeker Of Truth (Dawn Of Silence)
10 Burnin’ Me Away (Shinjuku Cactus)
11 Drivin’ Soul (Shinjuku Cactus)
12 Inhabitants From Earth (Saintsbleed)
13 Blind Wind Blows (Seventh Son)
14 The Hunter Of Thunders (Hellixxir)
15 Unsummon (7th Circle)
16 Last Song (Screamatorium)
17 Free (Ratpack)