Recensione: Kings of Sleaze
Amanti dell’heavy rock marcio e oltremodo grezzo, accogliete calorosamente, da Asheville, North Carolina, i Crank County Daredevils: ragazzacci tutti Motley Crue, Motorhead e Backyard Babies, alle prese con il loro debutto discografico.
Ugola fradicia di whisky, attitudine sfrontata, tempi praticamente privi di qualsiasi variazione ritmica e ritornelli sgraziati: benvenuti a bordo di Kings of Sleaze, un tripudio di tutto ciò che nel rock può essere burbero e rozzo. Non esiste praticamente melodia nei riff, e ben poca se ne scorge negli assoli, i quali sono, neanche a dirlo, sgarbati e agli antipodi del pulito.
Il disco avanza tra pezzi più lenti come la title track Kings of Sleaze o Ride the Dog e brani più veloci come la bella Kick It On Down, pezzo a cavallo tra i Nashville Pussy e una versione veloce e indurita di hard rock settantiano. In Hammerdown, altro pezzo in pieno stile Crank County Daredevils, troviamo l’apice della grettezza sonora e un ottimo manifesto per lasciare un’idea della produzione di questo lavoro. Produzione che altro non fa che mettere ancora più in risalto la zoticità dell’heavy rock di questi animali dell’east-coast, cedendo spesso e volentieri alle linee vocali e alle note alte più alte delle chitarre in un gracchiare degno della strumentazione del peggior locale degli States. In Shut Yer Lip e nella bella High, due delle cose migliori dell’intero lavoro, la band strizza l’occhio alle sonorità rock’n’roll, mettendo in piedi due pezzi dalla grande carica e dalle sonorità retrò, facendo di questi due brani l’unico piccolo baluardo di orecchiabilità di tutto il lavoro. Come da tradizione nel genere, l’ultimo pezzo è quello più lungo e quello che potrebbe mostrare una struttura lievemente più ragionata dell’immediatezza su cui si è mosso finora il lavoro. E infatti così è per Back in the Nasty, anche se la band non intende affatto rinunciare al trademark rude e selvatico che ha ostentato finora.
In conclusione c’è ben poco da aggiungere e non resta che ripetere quanto questo album faccia del grezzume più incondizionato il fulcro della propria esistenza. Per i fan del genere questo sarà uno dei dischi da tenere in grande considerazione, per gli altri soltanto qualcosa di molto vicino al rumore.
Sleaze all’ennesima potenza, nessuna mediazione: prendere o lasciare.
Tracklist:
1. Kings of Sleaze
2. Kick It On Down
3. Ride the Dog
4. Hammerdown
5. Line’em Up
6. Shut Yer Lip
7. Bitch Be Cool
8. High
9. Back In the Nasty
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini