Recensione: Klassika
Grazie ad una fitta serie di contatti sparsi qua e là in giro per l’Europa e alle amicizie nate nel periodo della mia permanenza in Polonia, sono finalmente riuscito ad ascoltare un disco che da tempo aveva attirato la mia attenzione e che finalmente sono riuscito a fare mio.
La band in questione è attiva già dal lontano 1991 sebbene il suo primo lavoro risalga all’anno seguente, quando il gruppo rilascia un demo dal titolo “Refuse” caratterizzato da una qualità di registrazione piuttosto scarsa che ne limitò fortemente la diffusione a livello underground. Il successivo demo “A Conspiracy of Silence” fu rilasciato nel 1994 sotto le insegne della Baron Records, ed in questo lavoro è riscontrabile una produzione decisamente migliore della precedente.Nel 1998 la band firma un contratto per la Pagan Records, sotto le cui insegne viene pubblicato il primo full-lenght degli
Esqarial, “Amorphous”, il quale si sviluppa lungo coordinate tipiche del death metal proposto dai ben più conosciuti connazionali Vader e Turbo. I due successivi lavori “Discoveries” (2001) e “Inheritance” (2003), pubblicati entrambi dalla Empire Records, registrano un parziale cambiamento stilistico, orientato verso un sempre veloce e potente death/thrash metal ma con l’inserimento di parti melodiche che rendono la proposta musicale della band polacca particolarmente interessante. E’ da apprezzare senza dubbio lo sforzo compiuto da questi ragazzi, inteso a personalizzare un genere piuttosto statico e privo di innovazioni capaci di destare interesse nell’ascoltatore.
Dopo questa breve introduzione storica passiamo a recensire l’ultimo lavoro della band,
Klassika, uscito lo scorso anno sotto le insegne della Empire Records. Gli
Esqarial si presentano con una novità di rilievo, solo chi conosce la scena metal polacca può rendersi conto della portata della new entry che il gruppo ha l’onore di presentare: ebbene, dietro al microfono troviamo
Grzegorz Kupczyck, leggendario e carismatico frontman di bands del calibro di
Ceti e Turbo.
Come è intuibile dal titolo dell’album, accanto al puro e semplice death metal a cui gli
Esqarial ci hanno abituato, in quest’album troviamo anche parti sinfoniche originariamente composte da Mozart, Vivaldi, Beethoven, Paganini, qui riproposte dai due axeman in modo assolutamente perfetto. Nel risultato finale influisce anche la produzione, decisamente perfetta e precisa, dove ogni strumento trova diritto di cittadinanza e risulta ben identificabile nel muro sonoro eretto dalla band, all’interno del quale non compaiono parti di tastiere.Le 11 tracce contenute all’interno del disco sono l’essenza del metallo, offerta nella sua forma più pura.Velocità, feeling, groove e tutto il resto fanno di
Klassika una delle più brillanti stelle in tutto il firmamento metal europeo. La sezione ritmica indica la strada lungo la quale di scatenano i due chitarrsiti e dove l’ugola di
Kupczyck si eleva e guida in questo viaggio nel mondo di un death metal intriso di pathos. La perizia tecnica di questi musicisti è sopraffina, mai una sbavatura nell’esecuzione, il fingerwork di
Bartek e Marek plasma tutto il lavoro come un pittore che sceglie tutti i migliori colori per creare il proprio capolavoro. Da sottolineare la maturità e il coraggio di questi 5 ragazzi che hanno saputo distaccarsi dal filone brutal death tipico del metal polacco (pensiamo ai
Vader, Vesania e Behemoth) optando per un metal molto più melodico ed accessibile, ma non per questo più commerciale.
Io sono più che certo sicuro che se l’album fosse stato rilasciato in Germania, noi ora parleremmo di un’altra band di culto del panorama metal europeo, invece questi ragazzi provengono da un Paese nel quale è difficile emergere e porsi all’attenzione del pubblico e destare un qualche interesse nelle metal labels più conosciute. Credo che ognuno di voi dovrebbe avere questo cd e supportare gruppi come questo, composto da musicisti che amano dedicare anima e corpo in ciò che fanno e in cui credono, attraverso sacrifici e sforzi inimmaginabili.
Tracklist:
01. Prelude D-Moll
02. Toy Solider
03. Requiem
04. Eye of The Cyclon
05. El Fuego
06. Timequake
07. True Lies
08. Sleeping In The Flame
09. Moonlight Sonata
10. A Pure Formalityr
Band:
Grzegorz Kupczyck – vocals
Marek Paiak – guitars & vocals
Bartek Nowak – guitars
Ludoszaw Przybylski – bass
Bartek Woyniak – drums