Recensione: Korven Kuningas

Di Alessandro Zaccarini - 22 Marzo 2008 - 0:00
Korven Kuningas
Band: Korpiklaani
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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71

Ahimè, prima o poi doveva succedere.

Prima o poi qualcosa sarebbe andato storto ed ecco allora che i Korpiklaani avrebbero perso quella inspiegabile naturalezza e freschezza sonora, rallentando e adagiandosi per riprendere fiato pensando al tratto già percorso: ma non si corre riprendendo fiato, o si corre o ci si riposa. Questa non è una gara podistica, è musica: non “vince” chi pubblica più dischi, ma chi li pubblica più belli.

Quello che mi lascia abbastanza perplesso è che qui non ci troviamo a compiangere band ormai finite paragonando i lavori di oggi ai classici degli anni ’70 o ’80. Formazioni stanche, appassite, che magari stanno anche cominciando il conto alla rovescia prima di dire basta. Qui stiamo parlando di una formazione relativamente giovane, che solo un ciclo di stagioni fa aveva regalato un disco sopraffino e che oggi cede al peccato della fretta, una compagnia da evitare quando si tratta di comporre musica.

Tapporauta è come da tradizione una opener veloce e orrecchiabile, un bel pezzo tirato e melodico pronto per danze e banchetti in sede live. Benone, peccato che questo non sia un debut album, e che la band abbia nel suo recente passato brani come Happy Little Boozer, Let’s Drink, Journey Man e compagnia. Si prosegue con l’ascolto ed ecco sbucare e passare uno dopo l’altro i mid tempo e le andature più basse, tutte abbastanza simili e tutte lontnane dalle intuizioni melodiche di Veriset Aparat o Palovana (per rimanere nel recentissimo passato). Shall we Take a Turn cambia qualcosa negli arrangiamenti e nelle armonie classiche dei Korpiklaani, una buona strumentale un po’ Otyg, un po’ Turisas e un po’ slava, per uno degli episodi migliori del disco e una danza assicurata. Alla lenta melanconia di Gods of Fire segue la veloce Kantasio: l’attesa per ritrovare le cavalcate rapide è durata ben otto brani, e ancora una volta il paragone con le frecciate degli ultimi tre album dei nostri, non sussiste. Fortunatamente farà meglio Runamoine più tardi, con la sua struttura abbastanza thrash e il colpo in levare a trascinare piedi e testa. Ultimo guizzo in chiusura, con la title track. Finale ben fatto, non troppo veloce ma con quel carisma necessario a catturare l’ascoltatore.

‘Korven Kuningas’ è un disco decisamente più lento dei precedenti, che corre pericolosamente su andature molto simili, avvicinando inevitabilmente le ritmiche non solo tra i brani del disco, ma anche tra i richiami molto forti a tutto quanto la band ha già fatto ed esplorato – se mi è concesso dirlo – in maniera migliore di quanto faccia oggi. Mi è piaciuta tantissimo l’idea che ha guidato l’ultimo Finntroll: un disco nuovamente forgiato nei menadri oscuri di una foresta, per scrollarsi di dosso i fan di Trollhammaren e tornare a essere l’oscuro grido di battaglia dei troll finnici. Mi aspettavo un colpo di classe anche dai Korpiklaani, una band che nell’ultima manciata d’anni aveva dato prova di saper creare cose di assoluto rispetto.

Un gruppo che è stato una vera e propria irruzione inaspettata in un mondo per lo più statico come il metal, dove innovare il più delle volte sembra vole dire semplicemente allontanarsi verso altro. Il clan di Jarvela uscì in tempi non sospetti dal proprio cottage e come una brezza fredda e pungente mostrò questo mondo semplice e genuino, guadagnandosi brindisi e simpatie. Non posso quindi “tollerare” che la band si sia piegata alla logica di fare un disco all’anno. Dopo il bellissimo Tervaskanto e l’accoppiata ‘Voice of Wilderness’/’Tales Along This Road’ – tre dischi che hanno trasformato questa band in una realtà più gradevoli, ispirate e divertenti del panorama metal – non posso concepire che io e voi dobbiamo sentirci un disco piacevole ma prevedibile, che ricalca in maniera quasi sconcertante i sentieri appena battuti.

Una volta fatto il grande salto non si torna più indietro, i traguardi crescono e l’orecchio si fa più pretenzioso. Il disco non è affatto brutto, ma dai Korpiklaani mi aspettavo di più.

Tracklist europea:
01. Tapporauta
02. Metsämies
03. Keep On Galloping
04. Northern Fall
05. Shall We Take A Turn
06. Paljon On Koskessa Kiviä
07. Ali Jäisten Vetten
08. Gods On Fire
09. Kantaiso
10. Kipumylly
11. Suden Joiku
12. Runamoine
13. Syntykoski Syömmehessäin
14. Korven Kuningas

Trackslist con bonus tracks:
01. Tapporauta
02. Metsämies
03. Keep On Galloping
04. Northern Fall
05. Shall We Take A Turn
06. Paljon On Koskessa Kiviä
07. Ali Jäisten Vetten
08. Gods On Fire
09. Kipakka [Japan]
10. Kantaiso
11. Kipumylly
12. Suden Joiku
13. Runamoine
14. Syntykoski Syömmehessäin
15. Korven Kuningas
16. Nuolet Nomalan [digipack]

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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