Recensione: Krepuskule
I francesi Krepuskule, band nata nel 2002 dalle ceneri dei Murmur e composta da Richard (chitarra), Renaud (basso), Diane (voce) e Ana (violino), ci propongono questo loro primo demo dal titolo omonimo.
Si tratta di tre brani di gothic metal con alcune influenze black dal punto di vista esclusivamente di sonorità.
Potente e deciso l’inizio di “The price of man”, energia che però purtroppo va via via scemando con il proseguire della canzone; riff di chitarra al fulmicotone affiancano una voce femminile che stenta a decollare e a decidere. Diane convince infatti nelle parti maggiormente energiche, mentre non riesce ad essere molto intonata in quelle melodiche con il risultato di essere noiosa con il passare del tempo.
Decisamente migliore invece “Betrayal” in cui le pecche descritte poco sopra vengono pressoché eliminate grazie anche ad alcuni cori ben strutturati. Rimane però il problema della vitalità che non riesce proprio ad esserci; d’accordo che spesso il gothic deve trasmettere malinconia e tristezza, ma in questo caso più che di tristezza parlerei di angosciante noia. Di certo l’utilizzo di una drum-machine con suoni spesso irreali non aiuta a migliorare il tutto.
Il demo si conclude con “Last tear”, sicuramente il migliore e più completo tra i tre brani; la presenza preponderante del violino che ci accompagna per tutti i sei minuti del brano aggiunge un tocco di classe al sound che, in questo caso riesce a convincere sia per quanto riguarda l’esecuzione, sia per quel che concerne l’energia sprigionata. Il brano in questione fa spesso il verso ai The Gathering, pur mantenendo una discreta dose di personalità.
Questo “Krepuskule” è quindi un demo che passerà inosservato alle orecchie della maggior parte delle persone dal momento che al suo interno si trovano troppi momenti banali e ovvi senza mai arrivare a quel qualcosa che rende un lavoro davvero interessante. Sono presenti all’interno di tutto il cd evidenti sbavature da correggere al più presto soprattutto dal punto di vista dell’originalità. In un periodo in cui quasi tutto sembra suonare come già sentito, non abbiamo molto bisogno di un ennesimo cd che copia i suoi suoni qua e là dall’ambiente musicale già esistente.
TRACKLIST:
1. The price of man
2. Betrayal
3. Last tear