Recensione: Kreuzlaub
I Creature, da non confondere con quelli decisamente retrò di “Way to Paradise”, sono l’ennesima black-band teutonica raccolta dalle mani di Christhunt e immessa sul mercato come pasto per chi è continuamente alla ricerca di stelle che illuminino l’oscuro panorama estremo mitteleuropeo. Chi pensa che il black tedesco sia tutto sommato uguale a sé stesso ultimamente ha di che faticare per sostenere il proprio ideale, e Kreuzlaub è uno di quegli album che si possono considerare araldi di un cambiamento che è continuamente in atto in questi anni. Nonostante loro stessi chiamino la loro musica “pagan black atmosferico”, in realtà qui non ci troviamo di fronte a un surrogato Burzumiano o a una band-sosia dei Darkthrone, ormai munti fino all’osso come una vacca da latte.
I Creature ci concedono, sulla falsariga del loro precedente “Der Ursprung”, un black di buona qualità che fonde, spesso all’interno della stessa traccia, diversi aspetti del genere con risultati che variano tra il sufficiente e l’eccellente.
Il cantato di Alex Barth, rigorosamente in screaming omicida, vomita anatemi pagani per la durata di tutte e nove le tracce, mentre le percussioni martellanti di Georg Lasczok distruggono con mestiere le melodie che le chitarre, suonate in perfetto stile Mayhem, costruiscono di volta in volta, ora mietendo vittime con arpeggi affilati come lame, ora rallentando misteriosamente per caricare l’ennesima esplosione d’odio.
Insomma, fin qui è il classico copione black metal. In realtà però, l’eredità dell’album precedente viene raccolta con sapienza e centellinata anche all’interno di questo secondo album, visibilmente più tirato. Tra le canzoni infatti non si fatica a trovare brevi parti melodiche e atmosferiche che conferiscono a questo Kreuzlaub un’atmosfera visibilmente più nobile e pregiata; non è possibile evitare di citare la conclusiva “Ausklang – hiems Mortis” che presenta agli ascoltatori un sofisticato blend di scream e voce pulita che riporta la mente ai fasti scandinavi del pagan black primigenio, mentre le orecchie rimangono fisse ai virtuosismi di un black di distinta scuola germanica.
Al disco avrebbe sicuramente giovato un’estensione di queste parti più melodiche, se non altro per scuoterlo dal torpore di quello che è un lavoro vario, dinamico, appassionato ma privo di personalità. Ci sono molte band dotate di talento in Germania, e il mercato è più florido che mai. Sarebbe ora che i grandi nomi del passato venissero affiancati da giovani leve con idee proprie – i Drudkh ne sono un esempio – o con un modo proprio di rivoluzionare un genere i cui confini sono stati distrutti in epoca recente da molte delle band che hanno contribuito alla sua creazione.
Insomma Kreuzlaub, per quanto obiettivamente una delle uscite più interessanti di black tedesco del 2006, non brilla per originalità, e volendo nemmeno per esecuzione tecnica, tanto tentacolare quanto, ogni tanto, imprecisa. Tuttavia ci troviamo di fronte a un sano CD di black metal in grado di regalare emozioni proprio in virtù dei suoi singhiozzi melodici, un aspetto che se coltivato potrebbe diventare un’arma vincente per il futuro della giovane band tedesca.
TRACKLIST:
1. Einklang
2. Tag Der Rache
3. Engelmacher
4. Heidenzorn (new Recorded)
5. Morbus Humanitas
6. Kreuzlaub
7. Kelch Der Dunkelheit
8. Oskorei (new Recorded)
9. Ausklang-hiems Mortis