Recensione: Kunsten aa gjoere jorden ubeboelig
Per rinfrescare l’aria dopo le torride vacanze di ferragosto non c’è niente di meglio di una ventata di Black Metal scandinavo, precisamente di matrice norvegese: proprio a questo proposito la Dusktone propone al mercato l’ultima fatica della One-man Band Noen Hater Oss, “Kunsten Aa Gjoere Jorden Ubeboelig”.
La band di Raum è attiva dal 2016, e dopo “Everything” e “Siste stopp skjærsilden” è chiamata alla tipica prova di maturità del terzo disco, e proprio con la curiosità che genera una tale prospettiva abbiamo analizzato quest’ultima fatica.
Un preludio apre il disco, introducendo “Oderint dum metuant”, che ad essere onesti non apre benissimo l’ascolto: il brano risulta un po’ anonimo, e soprattutto la prova al microfono sembra in alcuni momenti eccessivamente dispendiosa: si arriva a faticose note stirate che rasentano la stonatura, un concetto di dissonanza forse portato all’estremo. Per fortuna la successiva “De brysomme guder” risulta invece il miglior episodio dell’album: un bel pezzo aggressivo, vario, tirato e con ottimi assoli che fanno battere il piedino e rapiscono l’ascoltatore. Buona anche la successiva “Levkotom”, caratterizzata da un basso particolarmente ispirato che fa davvero la differenza. Il disco poi prosegue in scioltezza, ma senza colpire in maniera particolare, chiudendo con un’Outro strumentale al pari di come è iniziato.
Che dire quindi di questo “Kunsten Aa Gjoere Jorden Ubeboelig”? Probabilmente per un lavoro “della maturità” dovremo aspettare il prossimo disco, ma sicuramente non ci troviamo di fronte ad un lavoro di scarsa qualità: i punti di forza sono presenti e l’ascolto non annoia, manca quell’ultimo passo per raggiungere la meta, ma ciò non toglie che Noen Hater Oss sia un progetto che sarebbe un peccato trascurare.