Recensione: Kuu Erkylän Yllä

Di Costanza Marsella - 20 Ottobre 2021 - 15:19
Kuu Erkylän Yllä
Band: Havukruunu
Genere: Black 
Anno: 2021
Nazione:
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75

Kuu Erkylän Yllä rappresenta la release più recente dei finlandesi Havukruunu che, dal 2013 in poi, hanno dato luogo ad una carriera estremamente prolifica, punteggiata da release quasi annuali tra Demo, EP, singoli e full-length. Ci troviamo dunque dinanzi una produttività davvero sorprendente, che ci ha sinora offerto materiale dall’indubbia qualità e dall’impatto sonoro non trascurabile, in grado di far breccia nel cuore degli appassionati del genere.

Non ci resta dunque che metterci all’ascolto di questa nuova fatica, al fine di appurare se anche questa volta la formazione finlandese saprà ammaliarci.

Una brevissima parentesi introduttiva, affidata ad un tappeto di synth vellutati, lascia subito il posto ad un arabesco di tremolo picking e blast beats, che dipingono un paesaggio classicamente novantiano. Sin dalla prima traccia troviamo tuttavia ciò che rende la formazione un unicum nel panorama attuale: ad un assetto melodico maggiormente ieratico si associano vibranti e solenni clean. L’elegante sintassi dei nostri è completata da solo chitarristici ispirati e radicati con le armonizzazioni sottostanti. Una conclusione affida a synth – che in questo caso assumono un afflato quasi orrorifico –  ci introduce alla successiva Yön Torni, brano dal minutaggio più esiguo della produzione, caratterizzato da un approccio maggiormente diretto e rabbioso, senza tuttavia risparmiarci un sottofondo melodico e bellissimi cori in grado di rendere la traccia comunque dotata di una forte identità. Potremmo dunque dire che risulta conservato appieno uno dei punti di forza degli Havukruunu: sebbene lavorino con dei pattern scarni e soluzioni piuttosto semplici, riescono nell’intento di dar luogo a composizioni intriganti e ben riconoscibili. In Routapannsari vengono invece abilmente fuse sezioni ritmiche thrasheggianti degne dei primi Darkthrone ad un incedere grandioso di scuola Bathory. Mustan Merkin Enteen alla ci sorprende invece con un tessuto dinamico, ricco di repentini cambiamenti di tempo e di riff, punteggiati da un racconto in spoken word e mid tempo mediosi.

L’EP si conclude con Talvikku, permeato da una delle melodie più pervasive del lavoro, e riassumente in sé le caratteristiche che abbiamo precedentemente descritto nelle precedenti tracce. L’intreccio di conclusioni ed introduzioni dei brani, spesso legate ad un filo comune, rende Kuu Erkylän Yllä un continuum, senza tuttavia intaccare l’autonomia delle composizioni, ben funzionanti anche se considerate singolarmente. Un simile lavoro non può inoltre non annoverare tra le sue peculiarità una produzione dalla patina vetusta ed abrasiva che, pur non intaccando la buona resa del sound, conferisce una scorza ancor più primigenia e seminale all’EP.

Potremmo riassumere le caratteristiche salienti delle atmosfere qui delineate descrivendo semplicemente l’artwork: una luna piena, specchiantesi, insieme ad un filare di conifere, in un lago montano, il tutto pervaso da un’immagine spettrale incappucciata. E se pensiamo che il primo monicker della formazione, “talvikku”, può essere tradotto come luna invernale mentre l’attuale, Havukruunu, indica una “corona di conifere”, appare dunque come il passato sia connesso al presente a doppio filo, con il medesimo intento di trasportare l’ascoltatore nell’aura antica, invernale e silvana qui delineate. Nell’attesa del prossimo full-length, non possiamo che dirci nuovamente soddisfatti dell’operato della combo finlandese.

 

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