Recensione: La France des maudits
C’è grande attesa per il nuovo lavoro dei Seth, band black metal francese di alto livello proveniente da un disco eccellente come La morsure du Christ, che oggi taglia il rispettoso traguardo del settimo album in carriera. Squadra che vince non si cambia, ed è proprio quello che si è cercato di fare anche per questo La France Des Maudits, con una grande cura anche per tutto quel che riguarda il comparto visivo attorno all’opera. Non è però sempre domenica e l’ascolto si rivela sì piacevole, a tratti anche particolarmente ispirato, ma senza mai raggiungere la grandeur del precedente lavoro.
I primi due brani sono i migliori del lotto e riprendono il discorso un po’ da dove lo si era interrotto nel 2021: black metal sinfonico quindi, ad alto tasso evocativo e qui con una produzione un pelino più marcia. Paris des maléfices e Et que vive le diable ! sono due brani roboanti e di grande impatto, che purtroppo però rimangono illusori. Il resto della tracklist infatti vive di alti e bassi senza raggiungere mai livelli di eccellenza o di memorabilità. I brani sono meno pomposi ma più emotivi e drammatici; in questo senso si raggiunge bene lo scopo, ma senza colpo ferire anche dopo ripetuti ascolti. Le tastiere sono poco incisive rispetto alle tracce in apertura e forse una delle chiavi di lettura dell’opera è proprio questa, assieme ai riff di chitarra che spesso si limitano ad accompagnare senza essere mai protagonisti. La stessa sorte colpisce anche le linee vocali di Saint Vincent, che ce la mettono tutta in tutte le salse (tranne il clean) ma senza mai pescare un ritornello alla Métal Noir, per intenderci.
La France Des Maudits è quindi il fratellino minore di La morsure du Christ e in parte le aspettative le delude. O meglio, ci saremmo aspettati un livello più alto invece di un disco “solamente” discreto. Peccato, ma siamo certi che i Seth nei prossimi lavori in studio torneranno ad alzare l’asticella. Una menzione d’onore, però dobbiamo farla al cofanetto a forma di ghigliottina in legno servito col disco, uno dei migliori mai visti in circolazione.
