Recensione: Langs Galg En Rad
Che il panorama black sia vasto è fuori discussione, che da un po’ di tempo si stia vivendo una specie di seconda giovinezza del genere anche, per cui è facile che da questi presupposti prendano linfa vitale svariati progetti tra cui i Fluisterwoud, che si collocano tra gli esempi positivi di tale tendenza.
Nati come solo project (datato 1996) partorito dalla mente “malata” di Nachtraaf, lungo gli anni i Fluisterwoud hanno via via preso forma e sostanza acquisendo membri occasionali e fissi la cui presenza ha permesso di arrivare ad un DEMO del 1998 ed a questo esordio intitolato Langs Galg En Radedito nel 2003. Da copione, si parte con una bella intro maestosa ed orchestrale, studiata per richiamare lo spiritello guerriero che c’è in ogni blackster e per prepararlo alla mannaiata violenta che si chiama “Een Sinister Schouwspel”, velocissima e rabbiosa.
Proprio la prima track svela dall’inizio il concetto di fondo della band: soltanto puro e marcio black metal! La forza del disco sta proprio in una semplice, ma da sempre efficace, linea di condotta, che si basa sull’idea di attaccare con pezzi che variano dalle frequenze altissime di “Tergenis” ai momenti leggermente meno sparati come nel caso di “Den Duustere Wouden”, costringendo l’ascoltatore a tenere sempre alta la guardia perché dietro i frangenti apparentemente meno bellicosi si cela una sfuriata killer.
Alcune tracce basano i loro momenti più significativi proprio su questa elementare formula di alternanza tra minimi rallentamenti ed accelerazioni furibonde (“Hoer Van De Zeven Hemelen”) che correttamente miscelati all’attitudine prettamente “norse” ed allo scream impeccabile, non appiattiscono l’umore.
Gli ingredienti per un disco riuscito ci sono dal primo all’ultimo: il cantato in lingua olandese ben si presta suonando tanto secco e duro quanto il canonico norvegese, la produzione è di altissimo livello senza nulla togliere alla ruvidezza e l’artwork ha la giusta connotazione underground. Complessivamente si ha un effetto globale molto professionale senza perdere di vista ciò che il pubblico del settore richiede. Anche in questo caso, non siamo di fronte ad un lavoro che stravolge le logiche fin qui conosciute in ambito black, bensì ad un prodotto suonato con indubbia competenza che ha l’innata dote di essere conciso e preciso, di donare tutto il suo potenziale fin dall’inizio senza nascondersi dietro nessun velo. Velocità e rabbia a palate, nessuna caduta di stile, dedizione all’arte nera in ogni dove ed un’intensità che mai cala dall’inizio alla fine di questi 35 minuti totali. Come detto, la ricetta è già stata testata e sviscerata da altri e ciò, unito alla suo esser “easy listening”, lascia un’impressione finale sicuramente positiva ma con qualche minima riserva sulla sua longevità. Basandosi sulla omogeneità, mancano dei veri spunti che permettano di ricordarsi di una track in particolare o di un riff più che d’un altro. Langs Galg En Rad va preso come un prodotto d’insieme onesto, che viaggia a cavallo tra l’essere un disco che si può ascoltare svariate volte anche di seguito (il classico album da mettere nello stereo quando si vuole black metal “no compromise” ma senza grosso impegno) e un lavoro che scivola da un momento all’altro nel dimenticatoio a favore di prodotti di maggior impatto.
In ogni caso, gli appunti sulla longevità sono, sostanzialmente, note a margine ed anche se il mercato black è inflazionato di uscite, non saranno di certo questi olandesi a rovinare la piazza; tutt’altro.
Tracklist:
01. Een Sinister Schouwspel
02. Tergernis
03. Den Duusterre Wouden
04. Plaegdraegher
05. Hoer Van De Zeven Hemelen
06. Woudangst
07. Knovelaer
08. Aardmannen (Lugubrum Cover)
09. Langs Galg En Rad