Recensione: Las Mil Y Una Noches
La storia dei Tierra Santa è cominciata in sordina verso la metà dei ’90. Gli iberici andando contro la legge non scritta, che obbliga quasi tutti i gruppi dell’Heavy Metal a comporre testi in inglese, si sono fatti notare con il loro caliente cantato in “espagnol” e con piccole gemme del calibro di Medieval e Legendario. Sangre De Reyes li ha invece catalputati al grande pubblico e ad esibizioni prestigiose al fianco di gruppo affermati come Grave Digger. Nel 2003 Indomable (quinto e ultimo lavoro) ha confermato il buon stato di salute della band capace di affascinare e colpire con un metal spiccatamente melodico e di stampo maideniano. Las Mil Y Una Noches (prima testimonianza live) è stato registrato in un’unica data al Festival di Lorca Rock e arriva al momento giusto offrendo ai fans un doppio cd di indubbio spessore per un’ora e mezza abbondante di ottimo Heavy metal.
Lo show comincia senza l’intro ma con rude forza grazie alla stupenda Pegaso. Un’opener perfetta che, oltre ad esaltare il pubblico con la sua velocità, permette al singer Angel di riscaldarsi al meglio con un brano non troppo impegnativo dal punto di vista canoro. Alas De Fuego con tempi galoppanti e festosi, arricchiti dalle ottime e incalzanti melodie degli assoli, porta alla mente l’immagine della caliente, solare e spumeggiante della España. In Hamlet gli iberici si cimentano in un H.M arcigno; il riffing graffia con piacere e Angel sfoggia un cantato ruvido e possente che non si ammorbidisce neppure nel refrain scarno ed elementare che ben si presta all’esibizione Live. Sodoma Y Gomorra dopo un inizio deciso e spigoloso, (caratterizzato dal magistrale e pregnante uso del basso di Roberto), prende velocità. Il pubblico in visibilio canta con passione il chorus, batte le mani, e “fa” da cornice meravigliosa al break travolgente arricchito da una selva di virtuosismi tecnici delle chitarre. Un assolo immediato e ammaliante stende un metaforico tappeto rosso per l’ingresso regale di Sangre De Reyes. L’entusiasmo crescente è palpabile e l’esecuzione del brano non tradisce le attese. L’aria viene “riempita” da linee melodiche geniali (coro in particolare) nella loro semplicità che ben si contrappongono alla potenza delle chitarre gemelle. Gli iberici non accennano a voler diminuire il ritmo nemmeno con la seguente Indomabile sfoderando un Heavy Metal concreto e incessante nel suo imperturbabile procedere. Strabiliante risulta essere ancora una volta la prestazione del bassista Roberto che funge da vero e proprio faro per i Tierra Santa durante tutto lo Show. La Momia inizialmente regala atmosfere più offuscate, lontane e tenebrose che ricordano molto gli Iron Maiden. I solos complicati si scontrano aumentando il fascino di una track dotata di un sound orientale e particolare impreziosito da buoni cambi di ritmo. La battagliera Juana De Arco riporta le melodie studiate in trionfo tra testi che inneggiano alla guerra e buone estensioni vocali del singer Angel che riaccende l’entusiasmo del pubblico. Successivamente arriva uno dei brani più belli dei TS. El Canto De Las Sirenas è un pezzo geniale e originale che coniuga la tristezza e la malinconia delle strofe (ben evocate dall’uso delle tastiere) con la potenza del refrain . In Las Walkirias si sente la batteria “scalciare”, alla disperata ricerca di un ritmo omogeneo, mentre keyboards e basso fanno il loro ingresso senza essere soffocati dall’irruenza delle chitarre. Il cantato è cattivo, ben sostenuto dal riffing, e si apre nel chorus arricchito da un assolo molto Maideniano che dà la forza necessaria al finale.
Il secondo cd si apre con un dolce e toccante lento (Una Juventud Perdida), dedicato alle madri argentine, che prosegue per diversi minuti sulle sole note del piano. Lentamente le guitars trovano spazio con forza urlando l’ingiustizia della guerra; l’impatto emotivo è semplicemente immenso per un vero e proprio capolavoro. Lo Speed Metal di Tierras De Leyenda irrompe all’improvviso grazie alla superba prestazione della sezione ritmica. Le strofe, tra l’entusiasmo della platea, vengono cantate con forza dai fans che accompagnano Angel come un’ombra. La Sombra De La Bestia, nel lento giro di chitarra iniziale, si carica per poi esplodere per un Heavy Metal concreto che, tra strofe possenti e un chorus arioso ed estremamente studiato, risulta essere perfetto per la sede Live. Le tastiere anni ’80 ci introducono invece negli oscuri meandri del temibile Laberinto Del Minotauro alla esasperata ricerca dell’uscita che tra tempi immobili, melodie pericolose e assoli liberatori, alla fine si rivela. El baston Del Diablo è puro godimento e la dimostrazione di quanto siano travolgenti gli iberici. Angel sussurra quasi con timore le prime strofe ma d’un tratto un solos rompe l’atmosfera delicata. L’aria si scuote, il riffing imperversa, la platea impazzisce e fa venire la pelle d’oca per la potenza con la quale urla il refrain; tutto è maledettamente perfetto anche nella complicata parte centrale che, dopo una pausa, lancia la Hit ad un glorioso finale. Dracula è invece una marcia molto scarna e diretta che tuttavia, a mio modesto parere, ha perso parte del suo mistero rispetto alla versione in studio. Tierra Santa!!!! Con questo breve urlo Angel rivanga gli esordi di Medieval per l’esecuzione di una Hit estremamente passionale e coinvolgente che non trova pause e che raggiunge l’apice nel break denso di virtuosismi tecnici che riportano la canzone alle sonorità iniziali. Si prosegue con la particolare Mi Tierra. Una track che prosegue con un ritmo serrato. Le melodie sono solo accennate (anche nel chorus) nel cantato, pressoché perpetuo, e di sicuro impatto. La Cancìon Del Pirata vola tra tempi incalzanti e strofe continue fino all’improvvisa e riuscita pausa che spezza gli equilibri e culla con delicatezza, fino alla fine. Il live termina con l’impetuosa Leggendario: la mia song preferita degli iberici. Dopo l’inizio cattivo e cadenzato arriva il refrain eccezionale che incanta con le sue melodie epiche, pompose e liberatorie. Heavy Metal melodico di pregevole fattura che non si vorrebbe avesse mai fine.
In conclusione questo Las Mil Y Una Noches è un doppio cd di rara bellezza prodotto in maniera magistrale. Basso, tastiere e pubblico si sentono senza essere schiacciati, come accade sovente, dalla voce e dalle chitarre. La scaletta è di indubbio livello e riesce ad offrire un’idea abbastanza precisa anche a chi non conosca bene i Tierra Santa. L’esecuzione dei pezzi è praticamente perfetta e sostenuta dalla costante presenza del pubblico è ancora più convincente rispetto alla verisone in studio. Per tutti i motivi sopracitati non posso che consigliare vivamente Las Mil Y Una Noches: Un grande Live album se siete amate il Metal melodico di qualità.
CD 1
1. Pegaso
2. Alas De Fuego
3. Hamlet
4. Sodoma Y Gomorra
5. Sangre De Reyes
6. Indomable
7. La Momia
8. Juana De Arco
9. El Canto De Las Sirenas
10. Las Walkirias
CD 2
1. Una Juventud Perdida
2. Tierras De Leyenda
3. La Sombra De La Bestia
4. El Laberinto Del Minotauro
5. El Baston Del Diablo
6. Dracula
7. Tierra Santa
8. Mi Tierra
9. La Cancion Del Pirata
10. Legendario.