Recensione: Last Day on Earth

Di Giorgio Vicentini - 11 Settembre 2004 - 0:00
Last Day on Earth
Band: Edenbeast
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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61

Gli Edenbeast (monicker un po’ abusato in giro per il mondo) nascono nell’anno 2000 come un combo di sei musicisti, con tanto di doppio cantante, che via via si è snellito per arrivare all’esatta metà odierna. “Last Day on Earth” ha dichiaratamente lo scopo, ed alcune caratteristiche, di procurare alla band un contratto per la pubblicazione del nuovo materiale; un sample apripista per altre otto tracce già pronte ai blocchi di partenza, prospettate come più complesse e tecniche.

Sotto l’aspetto squisitamente sonoro, penso che questo sia il demo che tutte le band agli esordi vorrebbero riuscire a registrare: tre tracce prodotte in maniera tale da poter essere parte integrante di un full lenght seduta stante. Non è da meno la veste grafica ed ammetto di essermene innamorato; copertina e artwork sono raffinati nella realizzazione e nel gusto, malinconici ed eleganti inducendomi a pensare ad un gruppo gothic doom. Invece giunge la sorpresa nel momento in cui sento gli Edenbeast suonare thrash. Questo teorico controsenso, è presto motivato dai testi che, come ci tengono a rimarcare espressamente i membri, sono di matrice ed impostazione My Dying Bride, quindi oscuri ed intimisti.

Durante l’ascolto di questi succinti, ma piacevoli tredici minuti, aleggia l’ombra del thrash vecchia maniera, inteso come Metallica in primis, per le ritmiche, l’inflessione del cantato in alcuni passaggi ed una sensazione generale che mi fa pensare ai tempi di “Ride the Lightning” et similia, quindi prima produzione dei Four Horsemen.

Se tanto mi ha convinto il lato estetico, non si può dire che ci sia riuscita completamente la musica, la cosa più importante. Si sente che i tre giovani musicisti sanno il fatto loro, dimostrano di essere affiatati, coordinati ed ordinati, ma i pezzi di questo demo sono “carini”, “corretti” stilisticamente e poco più. Songwriting competente ma che non sorprende quasi mai; strutture e scelte musicali indovinate ma tutto sommato canoniche, adottate con intelligenza ma offuscate da un velo di normalità e mancanza di brio che ne attutisce l’efficacia; assoli ben eseguiti, inseriti con gusto ma con quella dose di prevedibilità che ne fa perdere lo spessore dopo qualche ascolto attento; qualche scelta discutibile come il finale petulante di “Self Destruction”, una coda da tagliare per evitare l’effetto “tirato per i capelli”.

Anche la voce dimostra alcuni limiti che andrebbero ritoccati per il bene della causa: la timbrica di base è ben impostata ma eccessivamente monocorde, limitata dalla tecnica che si perde in alcune chiusure imprecise sulle note più basse; tagliata per i momenti canonici (lo zoccolo di ogni pezzo), ma non in grado di dare linfa vitale uscendo dagli schemi. Non che manchino i tentativi, ma li sento limitati e poco convincenti.

Se fossi un dottore consiglierei una cura di sano coraggio, una bella doccia gelata per scrollarsi di dosso la cappa limitante di corretti esecutori ed altrettanto bravi interpreti. Perché non dare ai pezzi un’impronta più convincente con un’iniezione di velocità o di dosata aggressività in più, che darebbe la sveglia generale? Potrebbe essere un punto di partenza in tal senso la traccia finale “Persecuted by my Dreams”, leggermente più sciolta e stoppata, che sa darsi con efficacia senza perdersi entro certi schemi non sempre utili. Ripensando all’accostamento tra musica, artwork e testi, non posso dirmi convinto della sua reale efficacia; ad una cover con una certa carica espressiva, dovrebbe essere accostata musica che segua, almeno in parte, tale direzione. Così come sono, i pezzi mancano di una dose melodica che rinvigorirebbe l’espressività sottotono e giustificherebbe l’ambiziosa citazione dei maestri doom gothic inglesi per le liriche.

Sono il primo a sperare che i pezzi pronti per il nuovo anno soddisfino le promesse fatte, non aspetto altro che una serie di nuove composizioni che mi faccia dimenticare ogni dubbio attuale. Per ora il voto è questo.

Tracklist:
01. Last Day on Earth
02. Self Destruction
03. Persecuted by my Dreams

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