Recensione: Last Empire
La relativamente breve storia dei Last Empire inizia nel gennaio del 2000 quando cinque ragazzi provenienti dall’Oregon decisero che era giunta l’ora di metter in musica la loro passione per l’heavy metal. Il frutto di tale lavoro si materializzò nel 2003 attraverso un auto produzione che oggi viene rinverdita e resa disponibile al grande pubblico grazie all’Underground Symphony che ristampa il disco arricchendolo di una splendida veste grafica confezionata in un elegante digipack (prevista anche una versione in vinile che speriamo non faccia la fine delle annunciate versioni in lp dei primi due lavori dei Domine).
A dispetto di una copertina che potrebbe far presagire l’ennesima sinfonia sparata in doppia cassa, i Last Empire si fanno portavoce di un fiero e battagliero power epic metal di stampo americano difficilmente assimilabile se non dopo numerosi ascolti proprio per via di una notevole articolazione dei brani e della quasi assoluta mancanza di melodie facilmente memorizzabili. Qualcuno li ha paragonati ad un ipotetico incrocia tra i primi Fates Warnig e gli Helstar, un paragone che pur dando un idea di massima del genere proposto non mi trova totalmente d’accordo in quanto i Last Empire inglobano nel loro sound una maggior componente epica.
Come sottolineato in precedenza l’impatto con questi ragazzi non è dei più semplici, canzoni dalla durata media che si aggira sui sette minuti, un muro sonoro monolitico e apparentemente statico, un vocalist forse un pò monocorde che non riesce in alcuni frangenti a sottolineare a dovere i passaggi più epici, potrebbero non far venir voglia di schiacciar il tasto play entro breve tempo. Tuttavia queste prime impressioni sono assolutamente sbagliate, infatti “Last Empire” è il classico disco che necessita diversi ascolti per essere capito ed apprezzato. Ultimamente le facili melodie che ci vengono proposte da molte band power/heavy metal ci hanno fatto dimenticare che l’heavy metal di matrice epica ha poco o nulla a che spartire con i cori di immediata assimilazione, Last Empire è tutto fuorchè musica immediata ma, una volta ascoltato con il dovuto interesse il lavoro, quest’ultimo sarà capace sicuramente di imporsi tra i vostri ascolti preferiti in virtù di un ricercata architettura strumentale solida e fantasiosa che nasconde numerosi particolari interessanti.
Esempio lampante di quanto appena scritto solo gli oltre 20 minuti della trilogia iniziale Trilogy Of The Unicorn, pachidermica suite epico metallica divisa in tre capitoli o l’infernale Fall From Grace , autentica calata negli inferi sottolineata da un cantato sofferente poggiato su di un’andatura cadenzata, episodio che mi ha fatto ricordare le atmosfere putride ed angoscianti disegnate dai mai dimenticati Cirith Ungol, atmosfere tuttavia un po atipiche in questo lavoro che torna prepotentemente su territori power epic con le successive Gods Fire And Steel e Wings of Dragons. La struttura melodica di base di “Last Empire” raramente si lancia in sfuriate in doppia cassa, l’andamento generale rimane poggiato su andature medie caratterizzate da riff pesanti ma sempre vivaci e dinamici.
A parte le solite ingenuità dei gruppi agli esordi, i Last Empire sono una band da tenere sottocchio, i margini di miglioramento sono ben auspicabili dopo l’ascolto di quest’esordio che comunque si impone come acquisto obbligato per gli appassionati di sonorità metalliche vecchio stampo.