Recensione: Le Streghe Sono Tornate
I Trinakrius sono una formazione palermitana le cui radici affondano nel biennio 1995-1996. In seguito a una lunga fase di hiatus, durata all’incirca sei anni, nel 2002 la band si ricostituisce e nell’ultimo ventennio, saltellando da un’etichetta all’altra, pubblica 4 full lenght.
Di recentissima realizzazione è l’EP autoprodotto “Le Streghe Sono Tornate”, titolo che ne lascia presagire le tematiche: storie di stregoneria, possessione e morte raccontate da liriche in un italiano agevolmente seguibile e da uno stile che si muove tra Doom, Gothic e Progressive Rock, passando anche per il Rock italiano più tradizionale.
Delle 7 tracce che compongono il mini-album, per una durata complessiva di circa 27 minuti, i brani veri e propri sono 4. A questi si aggiungono 3 brevi passaggi strumentali (la opener “Le Streghe Sono Tornate” e gli interludi “Il Rito” e “Danza Macabra”) la cui funzione principale è quella di tessere trame tetramente atmosferiche tra un pezzo e l’altro.
Venendo alle 4 composizioni principali, se ne “La Strega nel Villaggio” e in “Malleus Maleficarum” il mood Gothic delle tastiere si intreccia con il riffing lento e downtuned delle chitarre, di matrice tipicamente Doom, e con linee vocali melodiche, in “Nera Signora” il ritmo accelera in un midtempo Gothic complessivamente buono, ma in cui le venature – nemmeno troppo velate – di Rock italiano finiscono per sbiadire la matrice oscura della proposta.
“Carillon”, alternative version di un singolo uscito nel 2020 è – a parere di chi scrive – l’episodio più convincente del lotto: incede pesante e tenebrosa, con dei bei riff lentamente scanditi e linee vocali che, eccezion fatta per i ritornelli, si mantengono su parlato profondo e disinteressato alla ricerca della rima, creando atmosfere ora davvero sinistre.
Complessivamente “Le Streghe Sono Tornate” è un EP ben composto ed eseguito, ma che non sempre convince pienamente. Il tenore dei temi trattati e i richiami alla scuola italiana più oscura (dai Goblin ad Antonius Rex) sembrerebbero suggerire che l’intento dei Trinakrius sia quello di mettere insieme una manciata di composizioni dall’elevato livello orrorifico, ma il risultato finale non è abbastanza graffiante a causa di arrangiamenti, linee vocali e produzione troppo cristalline ed edulcorate. Un tocco di ruvidità e immediatezza in più avrebbe sicuramente giovato …
