Recensione: Lead To Hell
Questo album mi ricorda un mio vecchio compagno di squadra, totalmente scoordinato ed incapace di prendere il tempo mentre saltava per cercare di schiacciare la palla al di là della rete. Ci metteva sempre grande passione in quello che faceva. Andava a correre da solo per trovare la giusta forma fisica e si impegnava come un matto sudando all’inverosimile la maglietta d’allenamento, ma i risultati erano assai scarsi.
Le cose che vanno nella giusta direzione in questo cd d’esordio per i brasiliani Helltown sono davvero poche a partire dai titoli (band e cd) scelti e proseguendo con la copertina che sorpassa (a destra senza usare la freccia) il limite del ridicolo e del pacchiano. L’heavy metal che gli Helltown propongono è di una linearità assolutamente disarmante: riff praticamente sempre uguali, sezione ritmica immobile con le stesse linee di basso che culminano in coretti elementari ripetuti in maniera ossessiva. Dispiace dirlo, ma arrivare in fondo al prodotto è una mezza impresa e davvero c’è poco da salvare (Lead To Hell, Breaking The Time). Se tale piattezza non bastasse ecco giungere una voce fastidiosa come quella di Symone Syann. Ho letto alcune recensioni che salvano la sua prestazione canora: io invece la boccio senza remora alcuna perché quasi sempre mi è parsa in difficoltà (tranne nel massiccio mid tempo Alone In The Night) ed ha contribuito alla grande a dare una ulteriore mazzata a questo Lead To Hell. Ascoltatevi, se riuscite, la canzone Helltown e fatemi sapere cosa ne pensate del refrain (peraltro mediocre) che a mio parere viene ‘assassinato’ dalla suddetta singer. La produzione è insufficiente, ma questo è davvero l’ultimo dei problemi di questa band brasiliana. Sentitevi una canzone a caso presa dalla tracklist e vi renderete conto che c’è davvero poco da fare. Siamo di fronte ad una band ottusa, che crede in quelle che fa e probabilmente non si rende nemmeno conto di quanto sia inutile il prodotto che hanno dato alle stampe.
Non riesco ad immaginare a chi possa interessare un album che cerca di copiare, o prendere spunto in maniera palese, il metal dei mostri sacri del passato come Maiden ed Helloween senza arrivarne nemmeno al livello dei piedi. Dal punto di vista tecnico le chitarra sono nella norma mentre l’originalità è inesistente sia per i riff che per gli assoli. Con una voce ed un sound del genere gli Helltown non hanno nessuna possibilità di sfondare nel settore che annovera decisamente troppe band a loro infinitamente superiori. Io senza mezzi termini formatterei il tutto e ricomincerei da zero (con un’altra singer assolutamente) o mi dedicherei ad altro limitandomi ad ascoltare chi è più portato per comporre e suonare questo tipo di musica.
Paolo “FIVIC” Beretta
TRACKLIST:
01. Metal’s Pride! 00:32
02. Run For Action 04:56
03. Wanted 04:36
04. Breaking The Time 04:46
05. Alone In The Night 06:13
06. Helltown 03:35
07. Lead To Hell 05:34
08. Flames Of Fate 04:54
09. Higher Than You 05:37
10. Forever A Rebel 05:31
11. In The Heart Of The Storm 05:44
12. Reach The Highest Mountain 06:35