Recensione: Leading The Blind
“Leading The Blind” è il primo full-length dei francesi Years Of Tyrants, uscito nel 2010 come autoproduzione ma che, quest’anno, vede nuovamente la luce per la connazionale Kaotoxin Records. Già questo non è un fatto che accada tutti i giorni, ma ancor più raro è che una formazione resista a un suo stravolgimento pressoché totale, poiché l’unico superstite è della line-up originaria è Benoit Peichert, in allora batterista e ora chitarrista.
Comunque sia, “Leading The Blind” fa il paio con “Weakening Humanity”, demo uscito nel 2009, per delineare una discografia tutto sommato ancora scarsa. Sia in virtù del fatto che il potenziale della band parigina è di tutto rilievo, sia perché il predetto CD è in realtà poco più di un EP, tenuto conto dei suoi soli ventiquattro minuti di durata. La Storia, però, dimostra (si veda “Reign In Blood” (1986) degli Slayer) che la lunghezza complessiva dei brani non è l’unico parametro cui tenere debita considerazione per giudicare la bontà dell’opera. Anzi, a volte la musica è così densa, ha così alto peso specifico che l’unico modo per non stancare l’ascoltatore è proprio quello di mantenere breve il minutaggio globale.
E questo è proprio il caso di “Leading The Blind”, tremendo esempio di elevate quantità di adrenalina inoculate in un deathcore dall’alto tasso di tecnica strumentale. In effetti, non sarebbe certo un errore riferirsi al technical death metal, appunto, per inquadrare correttamente Peichert e compagni. Tuttavia, il taglio affilato del sound, il suo sapore aspro e asciutto, la presenza di alcuni micidiali breakdown e il growling non troppo cavernoso di Leny Lecacheur connotano una forma di death assai moderno, riconducibile pure al deathcore ma, è bene chiarirlo, scevro da facili melodie e appigli accattivanti.
I transalpini, difatti, pestano come dei dannati senza mostrare alcuna indecisione nella loro marcia piena zeppa di cambi di tempo, accelerazioni, rallentamenti, eruttazioni d’inhale sovrapposte a growl, arcigne dissonanze e riff caleidoscopici. Gli arzigogoli ricamati dalla micidiale chitarra di Brice Gauthier, poi, si stampano dividendosi in mille rivoli lucenti sul muraglione di suono innalzato da Gauthier stesso e dal rimbombante basso di Florian Himbaut. Lasciando ben vedere, peraltro, una buona capacità di scrittura: nonostante l’obiettiva pesantezza di un sound estremo in ogni sua faccia, “Leading The Blind” scorre con piacere, invogliando ascolti ripetuti al fine di cogliere le (quasi) infine sfumature che ne tratteggiano i colori. Colori che, allineandosi al mood che anima la musica, tendono con una certa decisione verso le tinte meno brillanti, esemplificative di uno stile alimentato da sentimenti di mestizia come tristezza e malinconia. Come rilevano inequivocabilmente song come la devastante “Through Infamy” o la strumentale new age “Leading The Blind”. Con che, gli Years Of Tyrants si possono considerare fautori di uno stile magari non stravolgente ma senz’altro personale e piuttosto originale, tenuto anche conto che non vengono spostati i capisaldi tipologici di quello che si può chiamare ‘progressive deathcore’.
Ovvio, i membri attuali che accompagnano Peichert (Arnaud Carpentier, voce; Jordy Deregnaucourt, chitarra; Vincent Guerin, basso; Thibaut Wydault, batteria) nell’avventura targata 2013 hanno uno spirito diverso da quello di chi ha elaborato “Leading The Blind” nel 2010, ma se lo stesso Peichert riuscirà a trasfondere nelle nuove composizioni l’anima che permea il tragitto da “Stronger Than All” a “Of Those Who Wasted It All”, allora, se ne vedranno senz’altro delle belle.
Daniele “dani66” D’Adamo
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