Recensione: Leading The Riot [Reissue]
Prescindendo dal fatto che non me ne frega assolutamente nulla della polemica jovanottiana e che penso che i due imputati abbiano fatto più che bene a fare da mercenari perché non si vive di “fede metallica” o di borchie e capelli lunghi, ecco che mi appresto a recensire il nuovo LP dei milanesi, lavoro che ha già trovato un certo spazio tra le pagine del nostro e vostro giornale ma che solo ora si “ufficializza” nell’apposito spazio dedicato alle recensioni – cosa che sembra non poter avvenire ad esempio per i Vanadium, che hanno perso la sana abitudine di inviare in redazione una copia del loro lavoro convinti probabilmente che contattare qualcuno per un’intervista sia più che abbastanza… – per mia precisa determinazione!
Ebbene sì: essendo i Royal Air Force una delle più belle realtà del nostro panorama metallico, non facendo assolutamente parte di quella categoria di fanfaroni che spara cannonate roboanti sull’imminente ultraprodotto LP che poi, puntualmente, non esce mai, mi pare il caso di spendere qualche altra parola su “Leading The Riot”, un indiscutibile passo avanti rispetto alla prova precedente, penalizzata a mio giudizio da una registrazione poco dinamica e molto cupa, da parte dei R.A.F. che sfoggiano per l’occasione una serie di brani accattivanti, vivaci, trascinanti e dinamici, ricchi di energia e carica vitale, proprio come lo è il quartetto quando si esibisce dal vivo! Tutti promossi, sia grazie all’enorme esperienza accumulata nei mesi passati ed al bagaglio tecnico/compositivo in possesso dei nostri, che pure grazie alla oculata produzione di Gene Allen (ex Lizzy Borden Band) che ha saputo dare al potente power dei milanesi la giusta impronta ed il piglio massiccio che possiamo ascoltare tra i solchi di “Leading The Riot”. Infusioni moderatamente speed si accavallano così ad uno spiccato gusto per la melodia e per situazioni sonore più mid o hard, in una insalata riconoscibile però col marchio di fabbrica R.A.F.! Otto brani su una media davvero notevole tanto che parrebbe ingiusto fare delle preferenze: scegliete voi il brano che preferite supportate una band che non si è macchiata di alcun reato se non quello di servirsi delle proprie indiscutibili capacità per vivere dignitosamente, sempre e comunque, di musica!
Quanto letto finora è la recensione di Leading The Riot a cura di Vincenzo “Jamaica” Barone apparsa all’interno della rivista H/M numero 86 del 1989. Il suo scritto inquadra per bene la situazione in casa Royal Air Force del periodo ma soprattutto la contestazione operata da una parte dei metalhead nei confronti del gruppo milanese, che solamente un anno prima veniva consacrato come una fra le band più amate dal pubblico tricolore attraverso i risultati dei referendum indetti dal sopraccitato H/M ma anche da Metal Shock, che messi insieme in pratica rappresentavano la bibbia metallica dello Stivale nella seconda metà degli anni Ottanta.
Ricordo personalmente che durante l’esibizione dei R.A.F. al Rolling Stone di Milano in supporto ai Manowar, essi vennero duramente contestati nonché bersagliati dal solito lancio di bottiglie di plastica e il culmine si ebbe quando un ombrello nero giunse sul palco e si aprì vicino al singer Marco Signorini.
Il presunto peccato mortale dei Royal Air Force, come ben esplicitato nell’intervista a Mario Riso del 2006, riguarda il fatto che quest’ultimo e J.L. Battaglion collaborarono attivamente con Jovanotti esibendosi a destra e manca con Lorenzo dal vivo, tradendo irrimediabilmente, per alcuni, la fede metallica.
Al di là di questo, dal punto di vista tecnico Leading The Riot rappresenta la punta di diamante del combo meneghino. Prodotto da Gene Allen, solamente sulla carta, però – all’interno della chiacchierata di cui sopra scorrono aneddoti e colpi di scena riguardo la realizzazione dell’album – per la prima volta nella storia il gruppo beneficia di una resa sonora degna di tale nome. In virtù di questi presupposti i R.A.F. pensano bene di inglobare all’interno del lavoro anche dei brani ripescati dall’Ep del 1985 e riproporli in una nuova e più ficcante veste, anche perché, nel frattempo, il disco omonimo è richiesto ma già difficilmente trovabile, essendo principalmente distribuito in Francia, patria dell’etichetta Axe Killer con la quale vide la luce.
Su tutti spicca l’inno Royal Air Force, ultimo brano del lotto, letteralmente devastante per coinvolgimento quando proposto dal vivo: l’archetipo del pezzo Rock Arena dell’HM italiano del periodo in forza di un coro indimenticabile.
Leading The Riot si apre con la title track, un brano cadenzato che indica quale poteva essere la nuova via dei R.A.F. da sviluppare da lì in poi per un eventuale disco successivo. Le influenze Made in Usa si fanno più marcate che in passato, aprendo spiragli per fresche soluzioni melodiche dal taglio moderno.
I Royals, con la reprise attualizzata di I’m Sneakin’ On You, tornano subitamente in territori per Loro classici con cori azzeccati a mo’ di tormentone. Il, pezzo, ansimante, si intitola in modo decisamente più ficcante: non a caso Comin’ In. Age Of The Rage, a livello di titolo, perde semplicemente l’articolo “The” rispetto alla canzone sull’Ep. Trattasi di episodio debitore dei Motley Crue degli inizi, con un J.L. Battaglion d’annata alla chitarra. On Dive: leggasi Last Dive; incursione metallica diretta, nettamente ingentilita rispetto alla consorella del 1985. Notevole l’inserto melodico rallentato a metà cammino con Sgroi e Riso sugli scudi. Se i R.A.F. sono passati alla storia è anche merito di un pezzo del calibro di Storytellers, qui denominato Wise Tales, un concentrato di siderurgia applicata dai suoni puliti, a tratti accostabile ai lavori di Vanexa, che si erge letteralmente su quasi tutto il resto della produzione operata dal cacciabombardiere di stanza a Milano grazie a un chorus penetrante come pochi altri nell’hangar Royal Air Force.
Gran riffone portante in Turn Me On ma anche trovate stilistiche in rottura con il passato, a sancire un ulteriore sguardo rivolto al futuro del gruppo. In gran spolvero un Battaglion a incitare Signorini a tirare quanto può. 100% Italian HM in Powers by the Madness, ex Powered By The Anger e chiusura col botto tramite Royal Air Force, il brano citato poco sopra.
Contemporaneamente all’uscita del precedente Fasten Your Seat Belts, già recensito su queste pagine, la Minotauro di Milano, nella sua veste più recente Markuee, rende disponibile per la prima volta in Cd Leading The Riot, rispettando quanto più possibile l’artwork e le scelte operate ventidue anni prima. Il libretto di otto pagine, infatti, privo dei testi, riporta le immagini presenti nel retro della confezione cartonata del vinile dell’epoca, mentre come back cover propone una foto in bianco e nero della band.
Dopo Leading The Riot, la luminosa stella dei R.A.F. subisce un lento ma inesorabile declino, che porta allo scioglimento di un gruppo che per un certo lasso di tempo ha rappresentato il puntero, in termini di visibilità, del Metallo Tricolore. L’anno domini 1989 consegna alla storia l’ultimo capitolo ufficiale della loro carriera.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Leading the Riot
2. Comin’ in
3. Age of the Rage
4. Last Dive
5. Wise Tales
6. Turn Me on
7. Power by the Madness
8. Royal Air Force
Line-up:
Marco Signorini – Vocals
J.L. Battaglion – Guitars
Renzo Sgroi – Bass
Mario Riso – Drums