Recensione: Leadstar

Di Riccardo Angelini - 14 Dicembre 2005 - 0:00
Leadstar
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

Chi ancora non conosce Elias “E. Vil” Viljanen farà bene a segnarsi subito con cura il suo nome, e basterà un ascolto a questo ottimo Leadstar per convincersene. Questo giovane talento delle sei corde di natali finlandesi, già al servizio dei connazionali Astral, dà seguito oggi all’incoraggiante esordio del 2002 con un album idoneo a esaltarne tanto le doti di esecutore quanto quelle di compositore.

Sono dodici i brani inanellati da Elias per l’occasione, di durata mediamente prossima ai tre-quattro minuti, brani fini ma immediati da ascoltare senza interruzioni, tutti d’un fiato. Proprio nella fluidità della scaletta, omogenea dal punto di vista della qualità ed eterogenea da quello del contenuto, sta uno dei principali punti di forza della proposta del finlandese, capace di operare senza apparente sforzo una sintesi ottimale di tecnica, potenza e melodia.
A tal proposito, giova mettere subito in luce proprio l’acutissimo senso per le melodie – avvincenti, mai banali e talvolta piacevolmente inclini al sinfonico – che emerge da brani intimi e raffinati come l’avvolgente Unity for Life o la soave Follow the Leadstar, oltre che dalle bizzose strutture dal vago gusto retrò di pezzi come l’imprevedibile Evilized. Ma è quando si tratta di coniugare velocità e impatto sonoro che Elias rivela tutto il suo esplosivo potenziale: si prendano a titolo di eloquente esempio i riff trascinanti, per certi versi affini a un power metal solido e di classe, dell’incalzante High-Powered o di Northern Storm – basti il titolo a descriverne i contenuti – o ancora le squisite melodie del frizzante hard rock di Driving Force. Si avrà così un buon quadro della formula vincente di questo giovane talento della scuola scandinava: rapidità, pulizia sonora, tecnica di alto livello, asservite a un gusto espressivo capace di offrire soluzioni armoniche che – c’è da scommetterci – saranno senza dubbio grate anche ai palati meno avvezzi ai virtuosismi sulle sei corde. Ed è questo forse il maggiore punto di forza del disco: la sua capacità di ammaliare tanto l’esperto quanto il novizio, tanto l’ascoltatore occasionale quanto quello più pratico e competente, perfino tra chi non prova in genere particolare attrattiva verso i dischi esclusivamente strumentali. Un talento che sottende una spiccata personalità, una voglia di osare e un amore per le sfide incarnati in un pezzo come Hello, cover muta del brano di Lionel Richie, in cui la chitarra di Elias non esita a spodestare le melodie vocali per caricarne il peso sulle proprie spalle, registrando in ultima battuta un successo totale. Cosa non da tutti, neppure tra strumentisti di prima classe.
 
Non sarà certo una produzione a tratti poco attenta ai dettagli a impedire l’esplosione di un talento genuino, una promessa che può ormai dirsi mantenuta: questo Leadstar sancisce oggi la consacrazione di Elias Viljanen nel novero delle più interessanti realtà europee nel suo campo. E non saranno solo gli appassionati di chitarra a voler tenere d’occhio questo giovane dotato e già maturo, dal cui futuro c’è davvero molto da attendersi.

Tracklist:
1. Lord Of The Strings (01:24)
2. High-Powered (03:45)
3. Touching The Sky (04:28)
4. Unity For Life (03:09)
5. Northern Storm (03:16)
6. Fast & Furious (04:31)
7. Magic Seven (03:27)
8. Follow The Leadstar (04:10)
9. Driving Force (04:07)
10. Hello (Lionel Richie Cover) (04:05)
11. Evilized (02:23)
12. Home-Coming (02:44)

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