Recensione: Lean Into It
I Mr. Big,, come molti illustri colleghi giunti alla ribalta sul finire degli anni ’80, si trovarono a fare i conti con l’inizio della decadenza di un genere che pareva aver dato tutto in un decennio abbondante di successi ed essersi ormai incamminato sul viale del tramonto, con un mercato discografico indeciso sulla strada da intraprendere in futuro.
Similmente a band contemporanee e affini per stile e mentalità quali Extreme, Winger e Firehouse e forti di individualità solidissime ed affermate, anche la band di Gilbert e Sheehan cercò di rivitalizzare la classica ricetta dell’hard rock dell’epoca grazie a massicce iniezioni di potenza e tecnica strumentale e a contaminazioni con generi come blues, country e funk, il tutto riletto in chiave hard ‘n’ heavy.
L’apertura di “Lean Into It” viene affidata alla celebre “Daddy, Brother Lover Little Boy”: sound robusto e molto americano, grandi melodie dettate dall’ugola abrasiva di Eric Martin e una sezione strumentale di riguardo assoluto in cui il veterano Billy Sheehan (già visto con Talas e David Lee Roth Band), il poliedrico Pat Torpey e del Racer-x Paul Gilbert fanno il resto.
Se in “Alive And Kickin’ “ il retrogusto blues/country sfuma gradatamente in una sorta di ibrido funk-metal di nuovo dominato da vocalizzi graffianti, gran lavoro di basso e da un altro ritornello killer, nella successiva “Green-Tinted Sixties Mind”, i Mr. Big dimostrano di aver perfettamente assimilato la lezione dei Van Halen post-”1984” sfruttando brillanti sequenze chitarristiche e attenuando i contorni delle vocals spigolose di Eric Martin con cori morbidi e sinuosi in puro AOR-style.
Nell’esaltante “CDFF-Lucky This Time” si fondono in maniera impeccabile strofe ritmate e refrain corali da semi-ballata, il tutto contrappuntato da riff duri e reiterati, fino al bell’assolo tipicamente hard rock cesellato dalla Ibanez di Paul Gilbert; a seguire troviamo la devastante “Voodoo Kiss”, introdotta da una chitarra acustica dal gusto retrò e sorretta, al solito, dal groove di basso di Billy Sheehan e da acrobazie da guitar hero fino al ritornello, orecchiabile e trascinante.
Il discorso stilistico appena tracciato prosegue con “Never Say Never”, leggermente più debole della precedente eppure complessivamente molto riuscita, a testimonianza dell’elevata qualità media dei pezzi in scaletta, mentre con la successiva, dolcissima “Just Take My Heart” giungiamo al primo vero lento dell’album, ottimamente interpretato dalla voce ruvida ma passionale di Eric Martin e splendidamente arrangiato: sentire per credere i preziosi ricami ad opera del mai troppo lodato Billy Sheehan a sostegno della delicata melodia, nonché l’assolo conciso ed elegante di Paul Gilbert.
Torna alto il ritmo con l’esplosiva “My Kinda Woman” e con la beffarda “Road To Ruin”, aperta da cori a cappella seguiti dal solito rifferama dinamico e da motivi cantabili e coinvolgenti, tuttavia a svettare tra le due, guadagnandosi il maggior consenso è la cadenzatissima “A Little Too Loose” caratterizzata da vocals ipnotiche, andamento pachidermico e da un’atmosfera globalmente più cupa, stralciata da intermezzi melodici e dall’ormai consueto assolo da dieci e lode.
Siamo giunti al termine, ma prima di congedarsi tra i meritati applausi, i Mr. Big trovano il tempo di regalarci un’ultima perla, la splendida “To Be With You”, dando ulteriore prova di grande classe ed innata versatilità con un brano interamente acustico sulla falsariga degli Extreme che lascerà nell’ascoltatore la sensazione di aver appena ascoltato un grande album – negli anni divenuto classico – e il desiderio di riassaporarlo tutto dall’inizio.
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Tracklist:
01 Daddy, Brother Lover Little Boy
02 Alive And Kickin’
03 Green-Tinted Sixties Mind
04 CDFF – Lucky This Time
05 Voodoo Kiss
06 Never Say Never
07 Just Take My Heart
08 My Kinda Woman
09 A Little Too Loose
10 Road To Ruin
11 To Be With You
Line Up:
Eric Martin – Voce
Paul Gilbert – Chitarra
Billy Sheehan – Basso
Pat Torpey – Batteria