Recensione: Leave a Scar

Di Andrea Bacigalupo - 8 Agosto 2021 - 13:56
Leave a Scar
Band: Dee Snider
Etichetta: Napalm Records
Genere: Heavy 
Anno: 2021
Nazione:
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87

You Can’t Stop Rock ‘N’ Roll

Una semplice frase, il nome di una canzone, il titolo di un album ma anche, e soprattutto, una verità assoluta. Lo hanno dimostrato artisti del calibro di Elvis, Chuck Berry, Little Richard e Jerry Lee Lewis negli anni ’50, poi i Beatles, i Rolling Stones, gli Who ed i Kinks negli anni ’60, i grandi Hard Rockers degli anni ’70 e poi il Punk, la NWOBHM, il Thrash dilagante dalla Bay Area e dai Bacini della Ruhr, il Grunge di Seattle, il Death di Göteborg e così via …

Il Rock ‘N’ Roll, in ogni sua forma, è un’infinita sequenza di onde di marea inarrestabili che ha travolto intere generazioni, introducendosi nella cultura e nelle correnti di pensiero giovanili.

Dee Snider cavalca queste onde da sempre, da quando è entrato a far parte dei Twisted Sister nel 1976, diventandone l’indiscusso frontman grazie ad un talento vocale fuori misura ed alla sua attitudine ribelle da vero Rockers (ed anche da vera Star, a dirla tutta).

Oggi il biondo cantante è un’icona, conosciuto da tutti. Alla veneranda età di 66 anni potrebbe tranquillamente vivere ridondando su se stesso, limitandosi a tirare fuori, ogni tanto, una strana versione di ‘We’re Not Gonna Take It’ o di ‘I Wanna Rock’, magari per clavicembalo ed armonica o per ukulele, od una vecchia registrazione dei Twisted Sister mente suonavano ‘Stay Hungry’ in uno dei peggiori bar di Caracas, od ancora un album di cover natalizie a fine anno (come peraltro è stato fatto).

Ma chi è portatore sano di Heavy Metal (e qui non c’è vaccino che tenga) non si ferma: Dee Snider ce lo aveva già detto nel 2018 con l’album ‘For The Love Of Metal’, dal titolo più che chiaro, ed ora ce lo ripete con ‘Leave A Scar’, nuovo Full Length disponibile dal 30 luglio 2021, via Napalm Records.

Il nuovo lavoro è sulla scia del precedente: quel che esce dai solchi è un granitico sound carico del retaggio del cantante, ma anche al passo con i tempi. La spina dorsale del platter è l’Heavy Metal classico, quello vero e genuino, pesante, pieno di potenza e di forza vitale, però a Dee Snider piace mettere il piede anche su sentiero più estremi, anche se poi non li percorre più di tanto. Cioè, non è che si mette a giocare agli Slayer od ai Trivium, ma del Thrash e del Metalcore ne prende le sfumature decise ed irose per rafforzare il proprio stile.

Il risultato è dirompete: l’energia scorre a fiumi, non c’è un momento di pausa e nulla è prevedile. Scordatevi gli inni e le canzoni da party: ‘Leave A Scar’ è tremendamente serio ed arrabbiato, come un crotalo che esce dalla sabbia e morde senza pietà.

Quel che si percepisce fin dal primo ascolto è la coesione della band, i cui musicisti non si limitano a fare da base alla voce solista, ma sono anch’essi protagonisti, con buoni spazi dedicati al loro estro.

C’è tanta ‘musicalità’ in questo album, risultato dell’aver messo assieme artisti con parecchia esperienza nel campo della musica dura (c’è chi suona Thrash, chi Metalcore, chi Power, un po’ di tutto insomma), con un lavoro di chitarra denso e corposo, assoli chirurgici ed una sezione ritmica quadrata e massiccia. Per forza di cose l’ugola di Dee risente dell’impietoso scorrere del tempo, ma il talento c’è sempre e, anche se ora tuona un po’ meno, è sempre una gran voce autoritaria, quella che afferma: “il Rock ‘N’ Roll sono io!”.

Il songwriting è parecchio vario, con gli inserti ‘moderni’ che non sono mai preponderanti ma piuttosto si fondono bene con gli elementi ‘classici’ rendendoli ancora più letali.

Quello che proprio non c’è nel disco è l’elemento nostalgico, pur se alcuni riff e certi cori ben piazzati richiamano alla in mente quel look fottutamente eccentrico e spavaldo che i Twisted Sister sfoggiavano sul palco parecchi anni fa.

Giusto per citare alcuni brani: ‘I Gotta Rock (Again)’ è un vero assalto all’arma bianca, grintoso ed orecchiabile al contempo, ‘All Or Nothing More’ inchioda con la sua carica Thrasher, ‘Before I Go’ è un pezzo potente carico di sofferenza, ‘Silent Battles’ e ‘Crying For Your Life’ fanno parte di quei classici che rimangono, ‘In For The Kill’ è semplicemente da palco, impossibile non cantarla e ‘Time To Choose’ … Beh, qui Dee duetta con George “Corpsegrinder” Fisher dei Cannibal Corpse, dobbiamo dire altro?

Insomma, alla fine sono d’accordo con chi penserà che questa recensione è troppo lunga: ‘Leave A Scar’ non è da leggere, ma da ascoltare.

I Twisted Sister sono stati una bellissima realtà, Dee Snider lo è ancora. ‘Long Live Rock ‘N’ Roll’ ed avanti così.

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